La grande bellezza: dopo il Golden Globe torna al cinema. Ecco le 5 scene indimenticabili
Gianni Fiorito
Lifestyle

La grande bellezza: dopo il Golden Globe torna al cinema. Ecco le 5 scene indimenticabili

Dal 16 gennaio il film di Paolo Sorrentino è di nuovo nelle sale italiane. Abbiamo scelto per voi i momenti più significativi di un'opera che, nonostante il prestigioso riconoscimento internazionale, continua a far discutere

Certe vittorie sono difficili da digerire. Questa frase (che illumina la scena finale di un bellissimo film, Furyo di Nagisa Oshima) mi è tornata in mente assistendo alla psicodramma che sta accompagnando la vittoria del Golden Globe da parte di La grande bellezza. Si tratta, come tutti sanno, di un premio importantissimo che fa dell'opera di Paolo Sorrentino la favorita d'obbligo per la conquista dell'Oscar come miglior film straniero e, indiscutibilmente, riporta il cinema italiano al centro dell'attenzione mondiale dopo molti anni di buio.

Eppure si ha l'impressione che, invece di godere per uno dei rari momenti di prestigio internazionale che ci possiamo permettere ultimamente, una parte dell'opinione pubblica e degli addetti ai lavori abbia accolto la vittoria di Sorrentino come una sconfitta personale, quasi che il consenso della stampa americana (i giurati del Golden Globe, ricordiamolo, sono giornalisti) avesse conferito al film un'importanza immeritata, che mette in imbarazzo chi ne aveva evidenziato i limiti. Mi sentirei di rassicurare i detrattori di Sorrentino: i giurati del Golden Globe non volevano far loro un dispetto. Hanno amato il film, tutto qui.

Resta il fatto che, oltre alla prevedibile euforia, il riconoscimento al film ha creato anche nuove sorprendenti tensioni. Fa un certo effetto ascoltare un attore (e una persona) del calibro di Toni Servillo mandare telefonicamente a quel paese una cronista che, facendo il proprio lavoro, gli chiede un commento sulle critiche negative ricevute dal film; una scena per certi versi surreale, che ha ricordato nella dinamica lo sketch di Zelig in cui Nicola Savino, imitando la voce di "Bisteccone" Galeazzi, se la prendeva via cornetta con Claudio Bisio e Michelle Hunziker. Al tempo stesso, però, sarebbe forse il caso di ricordarsi che La grande bellezza è uscito a maggio: chi ha ritenuto di doverlo stroncare ne ha avuto tutto il tempo. Trasformare la notizia di un trionfo in un nuovo attacco è giocare sporco: certe frecciate tipo "Chissà che cosa ci hanno trovato gli americani in questo film", insomma, sanno di schizzi di veleno fuori tempo massimo.

E ora, finalmente, (ri)parliamo del film. Prima di tutto, un consiglio: se non l'avete ancora visto, o volete rivederlo, andate al cinema (torna in sala dal 16 gennaio). In tv perde tantissimo. Detto questo, possiamo solo ripetere quello che abbiamo già scritto al momento della presentazione a Cannes. La grande bellezza è stupefacente, nel senso letterale del termine: ti spiazza a ogni scena. Non sai mai che cosa aspettarti, a ogni impressione ne segue una contraria: sullo schermo si contrappongono lentezza e frenesia, ridondanza e sottrazione, raffinatezza e volgarità. È difficile capire che cosa trasforma tot metri di pellicola in un avvenimento; di certo però a Sorrentino stavolta l'impresa è riuscita. Molti amano il suo film, molti lo detestano: non conosco però nessuno che sia rimasto indifferente. E la parabola di Jep Gambardella, giornalista e malinconico re delle notti romane, incapace (o forse no) di ritrovare gli slanci perduti, è una di quelle storie che, prima o poi, si ha voglia di rivedere, scoprendo magari un dettaglio che era sfuggito.

Questa, e non il Golden Globe, è la vera vittoria di Sorrentino, Servillo & Co. Nell'attesa di scoprire (il 2 marzo) se arriverà anche l'Oscar, vi riproponiamo le cinque scene che da sole valgono il prezzo del biglietto.

 1. LA DISCUSSIONE IN TERRAZZA

Durante una serata tra amici, la spocchiosa Stefania (Galatea Ranzi) sputa una sentenza dietro l'altra, finché Jep Gambardella (Toni Servillo) non decide di toglierle la pelle di dosso, sempre senza scomporsi... Uno spettacolo.

 

2. L'INTERVISTA

Dopo aver assistito a una performance teatrale che non lo ha convinto (per usare un eufemismo), Jep incontra la scontrosa protagonista. E sono scintille...

 

3. LA PRIMA VOLTA

L'incontro con Ramona (Sabrina Ferilli) sembra intaccare il cinismo cronico di Jep, che in questa scena racconta alla nuova amica la sua prima volta. E sembra quasi commuoversi.

 

4. LA FESTA DI COMPLEANNO

Una delle scene iniziali del film: Jep Gambardella, il re della mondanità romana, festeggia i 65 anni con una festa che non gli somiglia affatto, rumorosissima e incredibilmente kitsch.

 

5. IL FUNERALE

Prima di recarsi alle esequie di Andrea (Luca Marinelli), figlio dell'amica Viola (Pamela Villoresi), Jep spiega a Ramona con gelido cinismo le regole da seguire durante la cerimonia.

 

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Alberto Rivaroli