Still Alice, il dramma con Julianne Moore e Kristen Stewart - Video in anteprima
L'Alzheimer al cinema, raccontato da Wash Westmoreland e Richard Glatzer, regista malato di SLA
Messo in bacheca il suo secondo Golden Globe, Julianne Moore ha incassato anche la nomination all'Oscar come migliore attrice protagonista per Still Alice, film che arriverà nelle sale italiane il 22 gennaio con Good Films, dopo aver già debuttato al Festival di Roma. Per l'attrice cinquantacinquenne potrebbe essere il suo primo Academy Award.
Nel dramma scritto e diretto dai registi Richard Glatzer e Wash Westmoreland, tratto dal romanzo Perdersi della neuroscienziata Lisa Genova, la Moore interpreta una donna realizzata, moglie, madre e rinomata professoressa di linguistica presso la Columbia University, che però a causa di una forma precoce di Alzheimer comincia a dimenticare le parole e a veder la sua vita sfuggirle dalle dita. Suo marito è incarnato da Alec Baldwin. I suoi tre figli sono interpretati da Kristen Stewart, Kate Bosworth e Hunter Parrish.
In questo video in esclusiva un dialogo tra Alice (Moore) e sua figlia Lydia (Stewart):
Still Alice, un estratto del film con Julianne Moore e Kristen Stewart
Richard Glatzer, dal 2013 sposato con il suo compagno di regia e sceneggiatura Wash Westmoreland, è malato di SLA e qualche critico ha visto in Still Alice una connessione tra la sua battaglia con la malattia e la cruda rappresentazione dell'Alzheimer nel film.
Richard "arrivò una settimana prima della pre-produzione con braccia e gambe che già non si muovevano quasi più", così Westmoreland racconta il set newyorchese di Still Alice. "Non riusciva più a mangiare e a vestirsi da solo, riusciva giusto a muovere il dito. Ma nonostante tutto, venne sul set ogni giorno per dirigere il film, a dispetto di tutte le enormi difficoltà fisiche. Questa cosa ha avuto una grande influenza sul set, perché era proprio di questo che il film parlava. Tutti sentivano che stava accadendo qualcosa di speciale, e così le lunghe ore di lavoro non sembravano poi così tanto lunghe".