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David Bowie il berlinese (1976-1979)

David Bowie il berlinese (1976-1979)

I luoghi storici della capitale tedesca, che ispirarono la “trilogia di Berlino”, vissuti dal Duca Bianco

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Il palazzo abitato da David Bowie negli anni di permanenza a Berlino al 155 della Hauptstrasse, quartiere di Schoneberg.

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Con l’inseparabile amico Iggy Pop a Berlino nel 1977.

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La folla di berlinesi radunata nella piazza principale di Schoneberg, Nollendorfplatz ai tempi del ponte aereo per Berlino Ovest, 1949.

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circa 1930: un gruppo di donne e 4 travestiti al bar dell’ Eldorado nightclub a Schoneberg durante gli anni di Weimar.

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Teatro di strada sulla Kurfurstendamm. Uno dei granti viali di Berlino frequentati da Bowie

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Interno dello studio di registrazione Hansa-Tonstudios, quartier generale di David Bowie negli anni berlinesi. Qui fu registrato il capolavoro “Heroes”.

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La facciata degli Hansa-Tonstudios, allora a pochissima distanza dal muro di Berlino

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Paul-Lincke-Ufer 44a. Quello che fu il cafe Exil, uno dei più frequentati locali di Schoneberg amatissimo da Bowie

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David Bowie immortalato il 13 maggio 1983

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Il Landwehr Kanal a Kreuzberg.

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L’omaggio dei berlinesi alla memoria del loro concittadino illustre di fronte al portone della casa che fu di Bowie in Hauptstrasse 155.

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ll ritratto di Bowie listato a lutto nel Neues Ufer Cafè, il locale berlinese più amato dalla rockstar.

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La stazione della metro berlinese (U-Bahn) di Nollendorfplatz regolarmente frequentata da Bowie

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Epa/Ansa

David Bowie in concerto nella “sua” Berlino il 6 giugno 1987.

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epa05096984 (FILE) A file photograph showing the interior view of the Hansa Studios where David Bowie recorded music at Koethener Strasse in Berlin, Germany, 14 February 2013. According to reports quoting David Bowie’s son and his official Facebook page, Bowie, 69, has died on 10 January 2016 after a battle with cancer. ‘David Bowie died peacefully surrounded by his family after a courageous 18 month battle with cancer. While many of you will share in this loss, we ask that you respect the family’s privacy during their time of grief,’ read a statement posted on the artist’s official social media accounts. EPA/JENS KALEANE

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Ritaglio di un quotidiano berlinese sulla frequentazione della rockstar della discoteca “Dschungels” (la giungla)

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Foto d’epoca di un club berlinese dotato di interfoni per “flirtare” tra i tavoli noti all’epoca come” Tischtelefon bar”. David li amava moltissimo.

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Olycom

“Ritratto di Roqairol” (1917) di Erich Heckel che ispirò la cover di “Heroes”.

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L’Hotel Grunewald Gerus, oggi Schlosshotel, dove Bowie mandava i suoi musicisti durante le sessioni berlinesi.

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Il bunker antiaereo di Pallasstrasse a Schonberg. Fu utilizzato come magazzino viveri nei giorni del ponte aereo. Vicino alla casa di Bowie.

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L’Ingresso del Brucke Museum, uno dei luoghi di cultura più amati da Bowie.

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Bundesarchiv

Sportpalast, Berlino. Schoneberg. A pochi metri dalla casa di Bowie Goebbels pronunciò il famoso discorso sulla “guerra totale” il 18/2/1943.

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David Bowie sfoggia una capigliatura stile Weimar e un ghigno mefistofelico nel 1980.

A pochi passi dalla sua abitazione nel quartiere bohemien di Schoneberg a Berlino Ovest era nata Marlene Dietrich. David Bowie si era trasferito al 155 di Hauptstrasse, lasciandosi alle spalle i fantasmi di Los Angeles e della cocaina che lo stava consumando. Era il 1976 e con lui c’era l’amico Iggy Pop.

Nella capitale tedesca quello che fu Ziggy Stardust trovò nuova vita personale ed artistica. A pochi passi dal suo portone David incontrava i luoghi che fecero la storia del XX secolo: camminò a fianco al palazzo dello sport dove Goebbels pronunciò il suo famoso e terribile discorso sulla “guerra totale” e il bunker antiaereo di Pallasstrasse.

Lui che era stato accusato di filonazismo nel periodo più nero della dipendenza dalla droga per il possesso di materiale inneggiante al Terzo Reich, in Germania cercò ben altro. Seguì gli echi di Kurt Weill, l’aria delle avanguardie politiche e intellettuali di Weimar che si fusero con le ispirazioni musicali del “krautrock” e dei Kraftwerk della Berlino Ovest proiettata verso gli anni ’80. Stava tra la gente nei locali del suo quartiere, sopra tutti il Neues Ufer Cafè e l’Exil a Kreuzberg.

Lo si poteva incrociare nella stazione della U-Bahn di Nollendorfplatz, cuore di Schoneberg. Il suo quartier generale artistico era una sala di incisione in un palazzo neoclassico inizialmente fatiscente, la Hansa-Tonstudio affacciata al perimetro del muro. Qui nacquero i capolavori noti poi come “Trilogia di Berlino“, ossia “Low“, “Heroes” e “Lodger“.

L’era berlinese del Duca Bianco si concluderà alla fine di un trienno che segnerà una cesura anche nella sua vita sentimentale: il divorzio dalla prima moglie Angela.

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