
Alberto Mondadori, Italo Calvino e Albertina Repaci

Calvino con la moglie Chichita (Ester Judith Singer, argentina) e la figlia Giovanna nel 1981.

Italo Calvino e Carlo Cassola

Con Natalia Ginzburg

Al mare con la famiglia negli anni ’70.

Savona, 1946. Italo Calvino posa accanto al monumento a Giuseppe Garibaldi.

Il piccolo Italo a Cuba con la madre Eva (circa 1924)

A Sanremo in compagnia della madre, studiosa di botanica come il padre Mario.

Italo Calvino ( primo a sx) con Carlo Levi e Danilo Dolci

In mezzo tra Giulio Einaudi e Franco Fortini a Torino.

Italo Calvino, Norberto Bobbio, Aldous Huxley, Luciano Foà.

Sanremo, 1941: compagni nel prestigioso Liceo Classico “Cassini”. Il primo a sinistra è Eugenio Scalfari. Penultimo a destra Italo Calvino.

Roma, 3 marzo 1981. Leonardo Sciascia e Italo Calvino.

Ritratto della madre di Italo Calvino negli anni ’10, Eva Mameli.

Santuario della Madonna della Costa a Sanremo presso La Pigna, uno dei luoghi preferiti dal giovane Italo Calvino

In una cartolina d’epoca, la Passeggiata Imperatrice a Sanremo. Uno dei luoghi più frequantati da Calvino negli anni dell’adolescenza.

La strada di San Giovanni sopra Sanremo, che il giovane Calvino percorreva quasi tutti i giorni in compagnia del padre Mario.

1938. Eugenio Scalfari a Sanremo con il padre.
Il cervello dell’autore più eterogeneo del dopoguerra, quello del neorealismo del Sentiero dei Nidi di Ragno, dei comtes philosophiques, delle successive storie fantastiche e fantascientifiche si spegneva la notte tra il 18 e il 19 settembre 1985 sopraffatto da un ictus.
Italo Calvino era nato quasi per caso a Cuba a Santiago de Las Vegas nel 1923, perché i genitori botanici erano stati chiamati a dirigere una stazione scientifica per lo studio delle piante tropicali. All’età di due anni la famiglia rientra in Italia, a Sanremo. La madre Eva Mameli era una discendente di Goffredo, mentre il padre Mario veniva da una famiglia di mazziniani massoni.
La laicità assoluta della famiglia accompagnerà l’infanzia e l’adolescenza di Italo a Sanremo, tanto da renderlo agli occhi delle autorità locali del regime un “anticonformista“, per il suo esonero dall’insegnamento della religione Cattolica.
E’compagno di Eugenio Scalfari al liceo, quando già fantastica tra i giardini e i carruggi di Sanremo. Gioca a storpiare i nomi scientifici delle tante piante tropicali del giardino della casa di famiglia, Villa Meridiana.
Lascia la Liguria per Torino quando è già scoppiata la guerra per iscriversi alla facoltà di Agraria, senza l’intenzione tuttavia di seguire la carriera dei genitori. Comincia ad avvicinarsi agli ambienti intellettuali della capitale piemontese e a scrivere piccoli saggi, articoli e recensioni talvolta pubblicate da giornali locali. L’8 settembre 1943 avviene la svolta per il Paese e per lo stesso Calvino.
Dopo un omicidio fascista avvenuto a Sanremo dove Italo era da poco tornato, decide di aderire alla Resistenza nella Seconda Divisione delle Brigate Garibaldi con il nome di battaglia “Santiago“.
Dall’esperienza resistenziale si sviluppa la coscienza che Calvino stesso definisce “anarchica“, alla quale segue una adesione al PCI più emozionale che dettata da convinzione ideologica. Il ritorno a Torino per terminare gli studi coincide con l’incontro di Calvino con l’élite intellettuale del dopoguerra: Elio Vittorini, Cesare Pavese, Norberto Bobbio e Natalia Ginzburg. Collabora con il Politecnico di Vittorini e scrive per l’Unità. Si allontanerà definitivamente dal PCI dopo i fatti d’Ungheria del 1956.
Gli anni 40-50 rappresentano la prima fase della produzione narrativa di Calvino, quella più legata al neorealismo e meglio rappresentata dal romanzo d’esordio “Il sentiero dei nidi di ragno“. Tuttavia emergono già dagli esordi le peculiarità dell’autore, ed in particolare l’elemento fantastico imperniato sulla visione della realtà nella vita partigiana da parte del piccolo protagonista del racconto. Dopo l’epigono neorealista è la volta del “Visconte dimezzato“, primo della trilogia “I nostri antenati” a cui faranno seguito “Il barone rampante” e “Il cavaliere inesistente“.
La narrativa di Calvino seguirà a partire dagli anni della maturità letteraria un andamento non lineare, in continua trasformazione. Nei primi anni ’60 torna alla radice neorealista con “La speculazione edilizia“. Appena più tardi torna al fiabesco con il vero best-seller, “Marcovaldo” (iniziato nel 1952 e terminato un decennio più tardi). Poco dopo incontra la semiologia avvicinandosi al pensiero di Roland Barthes, espressa nelle opere successive alla metà del decennio, cioè con le “Cosmicomiche” e “Ti con zero”. Quest’ultimo romanzo coincide con la partenza di Calvino per Parigi, città nella quale si trasferirà dal 1967 al 1980.
La struttura narrativa cambia ancora negli ultimi romanzi, mutando sensibilmente verso la parcellizzazione secondo schemi geometrico-matematico-enigmistici degli ultimi lavori come “Se una notte d’inverno un viaggiatore” e “Palomar“, del 1983, che è la summa della concezione combinatoria degli elementi del racconto.
Alla sua morte nel 1985 viene istituito il Premio Calvino per iniziativa di Norberto Bobbio, Natalia Ginzburg, Lalla Romano, Cesare Segre, Massimo Mila e altri. Si tratta di uno dei più importanti riconoscimenti per le opere prime, giunto alla 29ma edizione. L’Osservatorio Astronomico Bassano Bresciano ha dedicato a Italo Calvino il nome del pianetino n.22370 qui scoperto nel 1993.