Storia dei videogiochi, le 6 tappe fondamentali
Lifestyle

Storia dei videogiochi, le 6 tappe fondamentali

Tutti i titoli e gli autori più importanti degli ultimi 60 anni di storia

Partiamo dai fondamentali

I videogiochi sono la forma di intrattenimento più coinvolgente e complessa del nostro tempo. Per raccontare una storia articolata e ricca di colpi di scena fanno uso di meccaniche di gioco appassionanti, ambientazioni ricreate fin nel più piccolo dettaglio e una sapiente mescolanza di libertà di esplorazione e difficoltà impreviste. Insomma, fare un buon videogioco è dannatamente complicato, molto più che girare un bel film o scrivere un libro. Non a caso i budget del settore hanno da tempo surclassato quelli dei maggiori colossal del grande schermo. Eppure, se questi sessant’anni di storia ci hanno insegnato qualcosa, è questo: i budget sono importanti, ma niente è più importante di una buona idea. In Storia del videogioco, Dagli anni ’50 a oggi (Carocci), Marco Accordi Rickards ripercorre la storia degli uomini più importanti dell’industria videoludica e le loro idee migliori in un libro agile e veloce, ideale per avere una rapida panoramica su tutto quello che c’è da sapere.

Per approfondire

Per approfondire consigliamo invece il libro di Marco Pellitteri e Mauro Salvador, Conoscere i videogiochi. Oltre a soffermarsi su tutte le tappe più importanti della storia del videogioco, il saggio edito da Tunué affronta anche tematiche come le dinamiche più importanti che sottendono alla creazione di un videogioco, la loro ricezione all’interno della cultura di massa e il loro impatto sulla società. Il racconto affascinante del più grande rivolgimento dell’intrattenimento di massa dai tempi della TV. 

Anni '60, le origini

I primissimi cimenti videoludici vanno attribuiti a scienziati annoiati, desiderosi di sviluppare algoritmi e mettere in pratica le proprie teorie. Ma il primo vero videogioco (per quanto mai commercializzato) fu Spacewar! creato da Steve Russel nel 1962, ovviamente al MIT. C’erano due astronavi e la possibilità di spararsi a vicenda. Il primo gestionale della storia (nonché la prima avventura testuale) fu invece Hamurabi, in cui il giocatore impersonava un monarca alle prese con un regno da amministrare. Vero, il nome corretto sarebbe “Hammurabi”, con due emme, ma il computer per cui fu pensato non supportava file con nomi più lunghi di 8 caratteri.

Anni '70, arrivano Pong e Space Invaders

Ralph Baer fu il primo a immaginare (nel 1966) che la televisione potesse essere usata anche per giocare, e fu con l’aiuto del tecnico Bill Rush che nel 1972 nacque la prima console della storia, la Magnavox Odyssey. Ma la palma di iniziatore della vera e propria industria del videogioco non può che essere di Nolan Bushnell, astutissimo fondatore di Atari. Partita con un capitale sociale di 500 dollari, grazie al fiuto imprenditoriale di Bushnell diventerà in meno di un decennio una compagnia da due miliardi di dollari l’anno. Tutto grazie ad Al Alcorn, padre di Pong, il più celebre videogioco della storia. Nel frattempo, dall’altra parte del mondo, in Giappone, la Taito lanciava Space Invaders (1978) “ispirato” al titolo per Atari Breakout (realizzato da un allora appena diciottenne Steve Jobs in collaborazione con Steve Wozniak). Complice la space mania generata dall’uscita nei cinema di Star Wars, Space Invaders diventerà per anni il sinonimo stesso di videogioco.

Anni '80, l’era di Pac-Man e Super Mario

È Pac-Man il primo vero personaggio del mondo dei videogiochi: un eroe con un nome, una missione e un volto. E dei nemici, naturalmente, per la prima volta intelligenti (oltre a essere piuttosto carini).  Lanciato nel 1980, finirà persino sulla copertina del Time. Ma c’è un altro gigante che sta per affacciarsi nel mondo videoludico: impegnata da un secolo nella produzione di carte da gioco, Nintendo decide proprio in quegli anni di lanciarsi nell’intrattenimento elettronico. I primi titoli sono un flop, finché non arriva Shigeru Miyamoto, ad oggi considerato il più famoso e influente game designer di tutti i tempi. Inventa Donkey Kong e con lui i cosiddetti “platform game”. Fra i personaggi del gioco c’è anche un carpentiere italiano coi baffoni ispirato a Mario Segale, locatore della sede americana della Nintendo, padre di quello che nel 1985 diventerà Super Mario Bros, professione idraulico.

Anni '90, l’ordine di Tetris e l’inferno di Doom

La vera killer app del Game Boy anni '90 fu Tetris, il gioco creato dal matematico russo Alexey Pajtnov che in un solo anno diventerà un successo da 40 milioni di copie. Da lì a poco arriveranno i Pokémon di Satoshi Tajiri, un’inedita combinazione di collezionismo e agonismo, da subito disponibile in due versioni per sollecitare gli scambi fra gli utenti. Nel 1993 Doom rivoluziona il concetto stesso di sparatutto e supera quanto a numero di istallazioni persino Windows 95. Rende popolare inoltre il concetto di Multiplayer poi portato alla definitiva consacrazione dalla serie Quake che inizia nel 1996. Altri titoli indimenticabili saranno Sonic, Zelda, Monkey Island, Half Life, Tomb Raider, Metal Gear, Final Fantasy e Ultima.

Anni '00, con The Sims cambia tutto

Gli anni 2000 cominciano nel 1989, quando il geniale Will Wright crea SimCity, il primo gioco che trasforma il quotidiano (la gestione di una città dei giorni nostri) in un’impresa spettacolare. Dieci anni dopo, nel 2000, arriva The Sims,  il primo simulatore di vita quotidiana. The Sims sdogana il videogioco come un passatempo per tutti conquistando anche il pubblico femminile e i non giocatori, diventando in breve il titolo più venduto della storia del videogioco. Da non dimenticare anche Halo, l’ascesa di EA sports, Baldur’s Gate, Mass Effect, Grand Theft Auto III, World of Warcraft e Call of Duty.

Il futuro

Cosa aspettarci ancora dal videogioco? Gli ultimi anni hanno visto l’esplosione delle produzioni indie, il ritorno in grande stile dei platform game, il successo di piattaforme di gioco non tradizionali come smartphone (Angry Birds di Rovio), Wii e social network (Farmville di Zinga), senza contare l’avvento della spiritualità (è successo in un gioco incredibile come Journey). Ma il meglio, come ogni giocatore sa bene, deve ancora essere giocato. 

I più letti

avatar-icon

Giulio Passerini