Fed: perchè Larry Summers esce di scena
Sicuro di non poter arrivare alla poltrona, il candidato di Obama si chiama fuori dai giochi. E spiana la strada al vice di Bernanke
Larry Summers ha detto no. Il candidato del presidente Obama alla guida della Fed si è chiamato fuori dai giochi nelle ultime ore, facendo un piacere, secondo Business Week all’inquilino della Casa Bianca. Con tre senatori democratici schierati contro la sua nomina, infatti, il voto favorevole in senato era quasi impossibile, come evidenziava la scorsa settimana The Wall Street Journal che ricordava, fra l'altro, che l’opposizione non avesse espresso il supporto per alcun candidato proposto dal presidente.
La notizia, dunque, spiana la strada a Janet Yellen , attualmente numero due di Bernanke, acclamata economista e veterana della banca centrale. La natura tranquilla, ma ferma di Yellen e la sua tendenza a trovare un punto di incontro ne fa un candidato apprezzato anche dall’opposizione. La scorsa settimana, inoltre, più di 400 economisti (provenienti da 40 stati, 172 college e università e 17 aziende e istituzioni) hanno firmato a suo favore una petizione lanciata dal Women’s Policy Research, un gruppo di advocacy con sede a Washington.
Obama ha rilasciato una nota in cui ringrazia Summers per il suo lavoro e per il contributo dato, come membro del team di economisti impegnato nel porre rimedio alla crisi finanziaria. Troppi, però, erano gli ostacoli alla candidature di Summers. Ancora pochi giorni fa, dal suo blog sul New York Times , Joseph Stiglitz si era schierato apertamente dalla parte di Yellen di cui è stato professore a Yale e che ha ricordato come “una fra i migliori studenti nei miei 47 anni di insegnamento alla Columbia, Princeton, Yale, Mit, Stanford e Oxford”. La vera discriminante per la nomina, secondo Stiglitz, è la capacità di fare previsioni, “perchè la qualità delle politiche intraprese dipende dalla valutazione della realtà”.
E sotto questo fronte, Summers lascia a desiderare, come ricordava Forbes all’indomani dell’uscita del film “The social network” chiamando in causa anche la perdita da un miliardo di dollari sui derivati ai danni dell’università. Fuori dal circolo finanziario, infine, l’ex rettore è ricordato anche per i suoi commenti al vetriolo sulle donne che studiano scienze e matematica. La nomina di Yellen, se mai dovesse arrivare, sarebbe un modo brillante per pareggiare le cose.