Robbie Williams conquista "Rock in Roma" : la recensione
L'istrionico artista inglese ha fatto cantare e ballare senza sosta i 15.000 spettatori presenti
Chissà in quanti avrebbero scommesso, nel 1990, su quel sedicenne dinoccolato e un po' discolo, con il ciuffo da bravo ragazzo, una voce ancora immatura e dalla simpatia contagiosa.
Venticinque anni fa è iniziata l'epopea dei Take That, di cui Robbie Williams è stato uno dei membri cardine, tra le boy band di maggior successo degli anni Novanta che ancora oggi richiama migliaia di fan nei loro concerti in giro per il mondo. Uscire da una macchina da soldi come quelle dei Take That per intraprendere una rischiosa carriera solista è stato un atto certamente coraggioso da parte del cantante, ma gli ottimi risultati conseguiti confermano la bontà della scelta di correre da solo.
Oggi Robbie Williams, che è diventato da poco papà, è un artista e un uomo in pace con se stesso, dopo che i ben noti problemi di droga e di depressione hanno minato alcune fasi della carriera, caratterizzata da brusche cadute e da clamorosi successi.
Se c'è un termine che riassume nel migliore dei modi il coinvolgente concerto di ieri sera a Rock in Roma, davanti a 15.000 spettatori entusiasti, è divertimento. Williams è un entertainer con i fiocchi o, se vogliamo usare un linguaggio più popolare, un vero e proprio animale da palcoscenico, in grado di coinvolgere, esaltare ed emozionare il pubblico come solo pochi altri frontman sono in grado di fare.
La sua carica e la sua contagiosa simpatia, ben supportati da una voce sicura ed espressiva, hanno allentato fin dall'inzio i freni inibitori del variegato pubblico, dai 18 ai 50 anni, felice di lasciarsi coinvolgere in una colorata e travolgente festa in musica.
Il repertorio dell'ex Take That consta di almeno 15-20 brani memorabili e, se proprio vogliamo trovare il pelo nell'uovo nell'eccellente concerto di ieri, alcuni di essi mancavano dalla scaletta in favore di cover di altri gruppi.
Poco male, perchè lo show non si è rivelata la classica serata greatest hits, con le canzoni eseguite diligentemente una dopo l'altra, ma un vero e proprio happening, con un ampio margine lasciato all'improvvisazione e al continuo scambio con gli spettatori.
Una delle cose che ci ha colpito immediatamente, oltre all'ottima acustica di Rock in Roma che quest'anno ha fatto un notevole salto di qualità a livello logistico e tecnico, è la compattezza del sound della band, che in alcuni casi ha perfino migliorato le canzoni rispetto al cd, pensiamo a Millennium e a Kids, davvero travolgenti dal vivo.
Il concerto ha preso il via esattamente all'orario schedulato, ore 21.45, con alcune frasi in inglese sul maxischermo per caricare il pubblico e per prepararlo ad accogliere nel migliore dei modi il loro beniamino.
Sulle note dei Carmina Burana fa il suo ingresso Williams, cresta bionda, occhiali da sole, giacca e canottiera nera, che appare subito in gran forma e motivato a regalare una serata indimenticabile ai 15.000 di Rock in Roma.
L'inizio è scoppiettante con la sua canzone-simbolo, Let Me Entertain You, un concentrato di adrenalina al quale è impossibile resistere. I ritmi restano alti con Rock Dj, una canzone che ancora oggi farebbe faville in qualsasi discoteca, scandita dai fiati e impreziosita da un assolo di chitarra elettrica, assai raro nel pop.
"Il mio nome è Robbie Williams -urla il cantante-e stasera il vostro sedere è mio!". Robbie accenna la prima strofa di Come undone a cappella, dando vita a un suggestivo botta e risposta con gli spettatori. Il brano, accompagnato da un divertente video con tre televisiori vintage di marca Williams, si trasforma in I Still Haven't Found What I'm Looking For degli U2, una scelta apprezzata dai fan che la cantano dall'inizio alla fine.
Il cantante guarda gli spettatori delle prime file, con una netta prevalenza femminile, e scherza sulla sua età di quarantenne: "Mi sento così vecchio qui, siete tutti così giovani. Facciamo una prova: ve la ricordate questa?". Accenna Could it be magic dei Take That e, a giudicare dal coro che scatena, sono in molti ad aver superato i trent’anni e a conoscerla. Stesso risultato ottiene il coro dell'originale The Road to Mandalay, che poi viene eseguita integralmente.
Robbie apprezza la preparazione degli spettatori e grida più volte “Italia campione del mondo”, ottenendo in risposta il caratteristico coro che accompagnò la vittoria dei Mondiali di calcio in Germania del 2006.
Williams mostra di avere classe e misura nella swingante Minnie the Moocher, per la quale indossa frac e guanti bianchi, che conferma ancora una volta la sua dimestichezza con il repertorio dei classici della canzone jazz.
E’ un crescendo di emozioni il medley tra Feel, Angels, Wonderwall degli Oasis e l’epica Supreme, basata sulla linea melodica di I will survive di Gloria Gaynor.
L’ex Take That si avvicina al pubblico lungo la passarella e canta a cappella insieme agli altri musicisti “una canzone che mi cantava mio padre da piccolo e che io ho insegnato a mio figlio”. Il brano in questione, la reggaeggiante Ignition di R.Kelly, è in realtà del 2003, ma è godibilissima la sua interpretazione “vintage” di un brano relativamente recente.
Accendini e smartphone al cielo per l’emozionante She’s the one, cui segue un momento di pura esaltazione con l’uno-due We Will Rock You / I Love Rock 'n' Roll, che infiamma la platea.
Morena, una bella ragazza mora in bikini della prima fila, non si dimenticherà facilmente quello che è accaduto subito dopo, quando è stata scelta direttamente da Williams per salire con lui sul palco a ballare sulle spensierate note di Candy, coperti da un letto verticale dove erano proiettate delle divertenti immagini di corpi in movimento che si collegavano alle loro teste, creando così un effetto esilarante.
La band dà un saggio di bravura nelle interpolazioni tra Millennium e 99 Problems di Jay-Z, cui segue Whole Lotta Love dei Led Zeppelin mixata con Kids, dove il frontman inglese duetta con le sue seducenti coriste.
Il finale è davvero travolgente, con Bohemian Rhapsody dei Queen, dedicata a Freddie Mercury, cantata a piena voce dai 15.000 spettatori, con la coinvolgente Feel, con la toccante Angels e con la sorprendente My way, cavallo di battaglia di Frank Sinatra, che rivela ancora una volta l’amore del cantante per gli standard della canzone americana.
Il concerto termina dopo un’ora e mezza tiratissima, caratterizzata da un continuo alternarsi di atmosfere, senza un attimo di pausa o di noia.
Robbie Williams si è dimostrato un entertainer con i fiocchi, sempre prodigo di battute e di trovate sceniche, ma al tempo stesso assolutamente convincente come cantante, con una voce che negli anni si è arricchita di maggiori sfumature e colori.
Dai commenti che abbiamo ascoltato durante la composta uscita dall’Ippodromo delle Capannelle, sede di Rock in Roma, e dai volti sorridenti degli spettatori era evidente che l’artista di Stoke-on-Trent abbia fatto centro ancora una volta, confermandosi il re del pop di oggi, uno dei pochi in grado di mettere d’accordo un pubblico così trasversale per età e per gusti.
Si replica il 23 luglio a Lucca: se potete, andate a vederlo.
La scaletta del concerto
Let Me Entertain You
Rock DJ
Monsoon
Come Undone / I Still Haven't Found What I'm Looking For
Bodies
The Road to Mandalay
Minnie the Moocher
Feel / Angels / Wonderwall / Supreme
Ignition
She's the One
We Will Rock You / I Love Rock 'n' Roll
Candy / Woman In Bed / Conga
Royals
Millennium / 99 Problems
Whole Lotta Love / Kids
Encore:
Bohemian Rhapsody
Feel
Angels
My Way