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Chi era Anis Amri, l’attentatore di Berlino ucciso a Milano – FOTO e VIDEO

Chi era Anis Amri, l’attentatore di Berlino ucciso a Milano – FOTO e VIDEO

Arrivato a Lampedusa nel 2011, si è radicalizzato in carcere. Sostenitore dell’ISIS è stato ucciso da un poliziotto a Sesto San Giovanni. Lo scoop di Panorama.it

Chi era Anis Amri, l’attentatore di Berlino ucciso a Milano – FOTO e VIDEO
ANSA

Un fermo immagine del video di Anis Amri in cui dichiara di voler vendicare i musulmani uccisi nei raid

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Un fermo immagine del video di Anis Amri in cui dichiara di voler vendicare i musulmani uccisi nei raid

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Nella foto ANSA scattata a Lampedusa il 3 aprile 2011, si riconosce tra i minori che appiccarono l’incendio alla Casa Fraternità della parrocchia a Lampedusa, Anis Amri (D), seduto a terra e controllato dalle forze dell’ordine, il tunisino ricercato dalla polizia dopo l’attentato al mercatino di Berlino.

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ANSA/Daniele Bennati

Il luogo dell’uccisione del terrorista Anis Amri a Sesto San Giovanni – 23 dicembre 2016

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Il luogo dell’uccisione del terrorista Anis Amri a Sesto San Giovanni – 23 dicembre 2016

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Il luogo dell’uccisione del terrorista Anis Amri a Sesto San Giovanni – 23 dicembre 2016

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Il luogo dell’uccisione del terrorista Anis Amri a Sesto San Giovanni – 23 dicembre 2016

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Il luogo dell’uccisione del terrorista Anis Amri a Sesto San Giovanni – 23 dicembre 2016

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La polizia forense sul luogo dell’uccisione di Anis Amri a Sesto San Giovanni – 23 dicembre 2016

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Il cordone di sicurezza intorno al corpo di Anis Amri, l’attentatore di Berlino ucciso a Sesto San Giovanni – 23 dicembre 2016

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Il corpo di Anis Amri , l’attentatore di Berlino ucciso a Sesto San Giovanni – 23 dicembre 2016

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Un fermo immagine tratto da Sky Tg24 mostra la piazza dove è stato ucciso Anis Amri il killer di Berlino a Sesto San Giovanni, 23 dicembre 2016.

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Cristian Movio, il poliziotto colpito da Anis Amri durante la sparatoria a Sesto San Giovanni, al telefono con il ministro dell’Interno

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Luca Scatà, 29 anni, l’agente in prova al Commissariato di Sesto San Giovanni che ha ucciso il terrorista Anis Amri, in una foto tratta dal suo profilo Facebook.

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L’uniforme di Cristian Movia, colpito da Anis Amri durante la sparatoria a Sesto San Giovanni

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Un fermo immagine tratto da Sky Tg24 mostra la piazza dove è stato ucciso Anis Amri il killer di Berlino a Sesto San Giovanni, 23 dicembre 2016.

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Un fermo immagine tratto da Sky Tg24 mostra la piazza dove è stato ucciso Anis Amri il killer di Berlino a Sesto San Giovanni, 23 dicembre 2016.

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Il luogo dove è stato ucciso Anis Amri a Sesto San Giovanni – 23 dicembre 2016

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La stazione di Sesto San Giovanni (Milano) dove è stato ucciso Anis Amri, attentatore di Berlino – 23 dicembre 2016 ANSA//Daniele Bennati

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La polizia forense sul luogo dell’uccisione di Anis Amri a Sesto San Giovanni – 23 dicembre 2016

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Il luogo dove è stato ucciso Anis Amri a Sesto San Giovanni – 23 dicembre 2016

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Il luogo dove è stato ucciso Anis Amri a Sesto San Giovanni – 23 dicembre 2016

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Il cordone di sicurezza intorno al corpo di Anis Amri, l’attentatore di Berlino ucciso a Sesto San Giovanni – 23 dicembre 2016

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Il luogo dell’uccisione di Anis Amri a Sesto San Giovanni – 23 dicembre 2016

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La polizia forense sul luogo dell’uccisione di Anis Amri a Sesto San Giovanni – 23 dicembre 2016

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La polizia forense sul luogo dell’uccisione di Anis Amri a Sesto San Giovanni – 23 dicembre 2016

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Un rifugiato siriano depone fiori sul luogo della strage del mercatino di Natale a Berlino, Breitscheidplatz, 21 dicembre 2016

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Fiori e messaggi sul luogo della strage del mercatino di Natale a Berlino, Breitscheidplatz, 21 dicembre 2016

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“Berlin” sullo stadio Nazionale PGE di Varsavia per ricordare le vittime della strage del mercatino di Natale a Berlino, Breitscheidplatz, 21 dicembre 2016

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L’area dove probabilmente è rimasto parcheggiato il camion prima di essere usato per la strage del mercatino di Natale a Berlino, Breitscheidplatz, 21 dicembre 2016

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L’area dove probabilmente è rimasto parcheggiato il camion prima di essere usato per la strage del mercatino di Natale a Berlino, Breitscheidplatz del 19 dicembre 2016

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L’area dove probabilmente è rimasto parcheggiato il camion prima di essere usato per la strage del mercatino di Natale a Berlino, Breitscheidplatz del 19 dicembre 2016

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Fiori e messaggi sul luogo della strage del mercatino di Natale a Berlino, Breitscheidplatz, 21 dicembre 2016

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Fiori e messaggi sul luogo della strage del mercatino di Natale a Berlino, Breitscheidplatz, 21 dicembre 2016

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Berlino, 20 dicembre 2016 Il tir che ha ucciso 12 persone e ferite una cinquantina al mercatino di Natale

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20 dicembre 2016. Il libro delle condoglianze all’interno della Kaiser-Wilhelm-Gedaechtniskirche (Kaiser Wilhelm Memorial Church), the day after an attack at the nearby Christmas market in central Berlin. German police said they were treating as “a probable terrorist attack” the killing of 12 people when the speeding lorry cut a bloody swath through the packed Berlin Christmas market. / AFP / POOL / HANNIBAL HANSCHKE (Photo credit should read

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20 dicembre 2016. Fiori e candele per le vittime della strage al mercatino di Natale, in Breitscheidplatz a Berlino.

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20 dicembre 2016. Nei pressi della Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche, la “Chiesa del ricordo”, nella Breitscheidplatz a Berlino, su un pannello luminoso si legge: “In lutto e vicinanza alle vittime e ai loro cari”.

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20 dicembre 2016. La Cancelliera tedesca Angela Merkel firma il libro delle condoglianze all’interno della Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche, la “Chiesa del ricordo” a Berlino.

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Angela Merkel depone fiori sul luogo dell’attentato al mercatino di Natale del 19 dicembre 2016. Con Merkel c’erano il ministro dell’interno Thomas de Maiziere (2-dx), il ministro degli esteri Frank-Walter Steinmeier (dx)e il sindaco di Berlino, Michael Mueller (sx)).

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20 dicembre 2016. Il ministro della cultura tedesco, Monika Gruetters, firma il libro delle condoglianze all’interno della Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche, la “Chiesa del ricordo” a Berlino.

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20 dicembre 2016. In Breitscheidplatz a Berlino, su un biglietto lasciato tra fiori e candele, si legge “Continuerete a vivere in noi”.

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20 dicembre 2016. Fiori e candele per le vittime della strage, deposti di fronte alla “Chiesa del ricordo”, riflessi nelle decorazioni natalizie in Breitscheidplatz a Berlino.

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20 dicembre 2016. Fiori e candele per le vittime della strage al mercatino di Natale, in Breitscheidplatz a Berlino.

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20 dicembre 2016. Fiori e candele per le vittime della strage al mercatino di Natale, in Breitscheidplatz a Berlino.

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20 dicembre 2016. Fiori e candele per le vittime della strage al mercatino di Natale, in Breitscheidplatz a Berlino.

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20 dicembre 2016. Fiori e candele per le vittime della strage al mercatino di Natale, in Breitscheidplatz a Berlino.

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20 dicembre 2016. In Breitscheidplatz a Berlino, su un biglietto lasciato tra fiori e candele, si legge “Siamo più forti”.

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20 dicembre 2016. Una donna depone dei fiori nel luogo dove è avvenuta la strage al mercatino di Natale, in Breitscheidplatz a Berlino.

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20 dicembre 2016. In Breitscheidplatz a Berlino, su un biglietto lasciato tra fiori e candele, si legge “Pace sulla Terra”.

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20 dicembre 2016. La Cancelliera tedesca Angela Merkel al suo arrivo sul luogo della strage con il Ministro degli interni, Thomas de Maiziere.

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20 dicembre 2016. La Cancelliera tedesca Angela Merkel sul luogo della strage con il Ministro degli interni, Thomas de Maiziere, e con il sindaco di Berlino, Michael Mueller. Su un cartello si legge “Colpito il cuore di Berlino”.

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20 dicembre 2016. La Cancelliera tedesca Angela Merkel sul luogo della strage con il Ministro degli interni, Thomas de Maiziere, e con il sindaco di Berlino, Michael Mueller.

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Fabrizia Di Lorenzo, 31 anni, in una foto tratta dal suo profilo Linkedin

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Berlino: il “giorno dopo” sul luogo dell’attentato terroristico al mercatino di Natale

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Berlino: fiori in memoria delle vittime della strage al mercatino di Natale

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La mappa di Berlino: la freccia rossa indica il luogo della strage del Tir al mercatino di Natale nella Breitscheidplatz, 18 dicembre 2016

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Soccorsi alle vittime sul luogo dell’attentato a Berlino – 19 dicembre 2016

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Il luogo dell’attentato a Berlino – 19 dicembre 2016

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Il luogo dell’attentato a Berlino – 19 dicembre 2016

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Agenti di polizia sul luogo dell’attentato a Berlino – 19 dicembre 2016

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Soccorsi alle vittime sul luogo dell’attentato a Berlino – 19 dicembre 2016

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Soccorsi alle vittime sul luogo dell’attentato a Berlino – 19 dicembre 2016

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Soccorsi alle vittime sul luogo dell’attentato a Berlino – 19 dicembre 2016

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Il camion dell’attentato di Berlino – 19 dicembre 2016

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Il tir che si è schiantato nel mercatino di Natale di Berlino – 19 dicembre 2016

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Poliziotti sul luogo dell’attentato a Berlino – 19 dicembre 2016

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Medici al lavoro sul luogo dell’attentato a Berlino – 19 dicembre 2016

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I soccorsi sul luogo dell’attentato a Berlino – 19 dicembre 2016

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I medici attorno ai feriti a Berlino davanti alla chiesa di Gedächniskirche – 19 dicembre 2016

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La devastazione al mercatino di Natale di Berlino – 19 dicembre 2016

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Il trasporto di una delle vittime dell’attentato di Berlino – 19 dicembre 2016

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Quello che resta sul luogo dello schianto del tir nel mercatino di Natale a Berlino – 19 dicembre 2016

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Una delle vittime dell’attentato di Berlino – 19 dicembre 2016

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Un ambulanza per i feriti della tragedia al mercatino di Natale di Berlino – 19 dicembre 2016

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Il luogo dell’attentato di Natale a Berlino – 19 dicembre 2016

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Un poliziotto sul luogo dell’attentato a Berlino – 19 dicembre 2016

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I pompieri al lavoro sul luogo dell’attentato a Berlino – 19 dicembre 2016

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Il sindaco di Berlino Michael Mueller (il quarto da destra) cammina nella zona dell’attentato a Berlino -19 dicembre 2016

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Il luogo dell’attentato al mercatino di Natale a Berlino – 19 dicembre 2016

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Il camion che si è schiantato contro il mercato di Natale a Berlino – 19 dicembre 2016

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Il luogo in cui si è schiantato il camion a Berlino – 19 dicembre 2016

L’attentatore di Berlino è stato ucciso venerdì 23 dicembre mattina a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. La notizia, che Panorama.it ha lanciato in anteprima mondiale, è stata confermata subito da fonti dell’antiterrorismo milanese. L’uomo morto nel conflitto a fuoco con la Polizia durante un normale controllo stradale in piazza I Maggio a Sesto S.Giovanni, infatti, era proprio lui: Anis Amri, il terrorista che si è scagliato contro un camion sulla folla nel mercatino di Natale di Berlino uccidendo 12 persone tra cui l’italiana Fabrizia Di Lorenzo.

QUI TUTTE LE NOTIZIE SULLA STRAGE AL MERCATINO DI NATALE A BERLINO
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Fermato per un controllo intorno alle 3, ha estratto una pistola e sparato agli agenti di una Volante. Un agente in prova, con 9 mesi di servizio, lo ha ucciso. Un collega, Christian Movio, è stato ferito alla spalla da un colpo di calibro 22.

LEGGI ANCHE: Chi è Luca Scatà, il poliziotto che ha ucciso Anis Amni

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Sparatoria a Sesto San Giovanni. Ucciso Anis Amri, l’attentatore di Berlino | video

TUTTI I VIDEO DELLA STRAGE DI BERLINO

Ma c’è di più. Amri, solo pochi giorni fa, prima dell’attentato di Berlino, aveva registrato un video in cui giurava fedeltà all’Isis dichiarando di voler vendicare i musulmani uccisi nei raid. Comunicato da Rita Katz su Twitter, il video è stato diffuso dall’agenzia Amaq, network dello Stato Islamico. “Vi sgozzeremo come maiali” dice Amri.

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Berlino: il video di rivendicazione dell’attentato di Anis Amri

Come è stata la cattura
Sembrava una nottata come un’altra per la volante “AlfaSesto”, di turno nel popoloso centro alle porte di Milano. Ma quello che era partito come un controllo di routine, si è improvvisamente trasformato in uno scontro a fuoco che ha lasciato su terreno il ricercato numero 1 in Europa: il tunisino Anis Amri.

Questo il film dell’intervento. Alle 3 della notte scorsa la volante percorre la zona della stazione di Sesto San Giovanni. Alla guida c’è l’agente in prova Luca Scatà; accanto a lui il capopattuglia, l’agente scelto Cristian Movio. L’attenzione degli agenti è attratta da un uomo con uno zainetto sulle spalle, solo, a piazza Primo Maggio, davanti alla stazione. La volante si accosta, Movio scende dall’auto e si avvicina per chiedere i documenti. “Sottoponevano a controllo uno straniero appiedato nei pressi della stazione ferroviaria”, si legge nel verbale redatto dal Commissariato di Sesto.

L’uomo risponde di non avere il documento con sè, ma di essere di Reggio Calabria. L’accento del soggetto, che appare “tranquillissimo”, non convince però il capopattuglia che lo invita a rovesciare il contenuto del suo zainetto sul cofano della volante. A quel punto il tunisino, dopo aver tolto alcuni oggetti per l’igiene personale, “estrae da uno zaino una pistola calibro 22” e spara colpendo Movio alla spalla destra urlando “poliziotti bastardi”. L’altro agente, Luca Scatà, risponde al fuoco e centra l’aggressore al costato.

Intervengono i rinforzi, vengono subito prestate le prime cure sia al poliziotto ferito che al tunisino rimasto a terra. Ma, dopo alcuni minuti di tentativi di rianimarlo con flebo e sondino per l’ossigeno, l’uomo muore. Nell’immediatezza dell’evento non erano stati fatti collegamenti con il tunisino ricercato per l’azione di Berlino ed il verbale concludeva riferendo che “il soggetto è sprovvisto di documenti e non risulta nell’immediatezza identificabile”. Poi la comparazione delle impronte digitali e la scoperta: lo sconosciuto ucciso nel piazzale davanti alla stazione di Sesto era Anis Amri.

La storia di Amis
Era un violento, pronto a soffiare sul fuoco della protesta, secondo diverse ricostruzioni poco religioso, ma incline a comportamenti sospetti, assimilabili a quelli di un soggetto che medita un percorso di radicalizzazione e manifesta forme di adesione ideale al terrorismo di matrice islamica. Dire quanto questo sia jihadismo, è difficile. I fatti dicono però che un compagno di carcere detenuto con lui ad Agrigento, con cui aveva frequenti contrasti, lo descrisse come “un terrorista islamista che mi terrorizza per convertirmi all’Islam” e dichiarò che Amri lo vessava e lo minacciò di volergli tagliare la testa “perchè io sono cristiano”.

Per questo nel novembre 2014 il Dipartimento amministrazione penitenziaria mise Amri sotto osservazione e lo segnalò al Comitato analisi strategica antiterrorismo. E per questo in una nota redatta nel giugno 2016, quindi dopo la sua scarcerazione, dalla Digos di Catania Amri viene tratteggiato come un “personaggio di indole violenta, carismatico, di stretta osservanza dei principi religiosi islamici”. A parlare di una sua possibile radicalizzazione in carcere è uno dei fratelli del presunto attentatore, Abdelkader Amri, parlando con la Bild.

Gli episodi concreti sono però da ricondurre alle minacce rivolte al compagno di detenzione e ad un’altra circostanza: Amri in carcere frequentava solo tunisini come lui, legando solo con alcuni di loro, “mai segnalati” però “per atteggiamenti riconducibili al fenomeno del proselitismo di matrice confessionale”. La Procura di Palermo sta tentando di ricostruire il periodo trascorso in Sicilia: i pm hanno aperto un fascicolo di “atti relativi”, ancora dunque non un’indagine vera e propria. Delegati alla Digos i primi accertamenti. Le carte sulla “storia” carceraria dell’uomo, sbarcato nella primavera 2011 a Lampedusa, dicono che fu arrestato dai carabinieri il 23 ottobre 2011 nel centro di accoglienza di Belpasso, nel catanese: con altri 4 immigrati aveva appiccato il fuoco nel centro e aggredito un operatore. Una protesta – dissero loro stessi – contro il prolungarsi dell’iter per ottenere lo status di rifugiato.

Amis fu condannato a 4 anni di reclusione per danneggiamento a seguito di incendio, lesioni, minaccia, appropriazione indebita. Da qui inizia una vicenda di detenzione segnata da numerosi episodi critici: “Era segnalato e tenuto sotto stretta osservazione come un detenuto violento e riottoso”, afferma il segretario del Sappe Donato Capece. L’amministrazione penitenziaria ha censito 12 procedure disciplinari, dall’ammonizione del direttore all’esclusione dalla attivita’ in comune con altri detenuti. Il primo episodio è del 28 maggio 2013 per abbandono ingiustificato di posto. Lo stesso anno Amri è segnalato per intimidazione e sopraffazione dei compagni e atteggiamenti offensivi. Nel 2014 altri 7 casi: tre per promozione di disordini e sommosse, due per intimidazioni e sopraffazione dei compagni, uno per inosservanza degli ordini e uno per “altri reati”. Nel 2015, infine, due casi per atteggiamento molesto verso i compagni. Questo comportamento ha fatto sì che Amri sia stato spostato da un carcere all’altro per motivi di sicurezza.

Dal Lanza di Catania il 1 giugno 2012 passa al Bodenza di Enna dove resta sei mesi: qui partecipò anche a uno spettacolo teatrale organizzato in carcere. Poi l’11 dicembre fu spostato a Sciacca dove resta un mese e mezzo. Il 31 gennaio 2014 passa ad Agrigento che lascia 9 mesi dopo per il Pagliarelli di Palermo dove sconta 4 mesi prima di essere nuovamente trasferito il 10 gennaio 2015 all’Ucciardone, sua ultima destinazione carceraria.

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