La Sicilia sbarca a Expo con il cluster Bio Mediterraneo
Alla Regione Sicilia il compito di coordinare uno dei più importanti padiglioni di Expo 2015 che riunisce 11 nazioni del bacino Mediterraneo
La Sicilia si prende un pezzo di Expo. E pazienza se il governatore Rosario Crocetta impossibilitato ("postumi di un intervento al ginocchio") non sia presente. Lo sostituiscono più che meritoriamente l'assessore all'agricoltura Paolo Reale e il dirigente generale dipartimento Pesca sempre della Regione Sicilia, Dario Cartabellotta, che a Milano, nella centrale sede del Teatro Piccolo di via Ravello, hanno sottoscritto la convenzione con Expo 2015 per la realizzazione del cluster Bio mediterraneo.
Per chi non mastica l'inglese che tanto ama Matteo Renzi, basti sapere che cluster significa "grappolo", un prodigio di architettura immaginato da 15 università, amplio quanto uno stadio di calcio, che riunirà 11 paesi del mediterraneo. Alla Sicilia il compito di realizzarlo, gestirlo e coordinarlo in collaborazione con Expo. L'investimento è notevole: 3 milioni di euro circa da parte della Regione.
La fiducia di Expo nei confronti della Sicilia e della sua expertise è completa. Per Stefano Gatti, direttore della divisione partecipanti di Expo, la Regione avrà il compito di allestire il cluster più vasto (ben 7.304 metri quadrati) degli 11 totali, ovvero coordinare un palinsesto di eventi e attività. "In quel campionato del mondo che sarà il cluster Bio Mediterraneo, la Sicilia giocherà da campione in carica".
E la Regione non può che compiacersi. Giustamente l'assessore Reale parla di riconoscimento: "Nel bacino mediterraneo, il pasto non è semplicemente l’atto del nutrirsi, ma rimanda a molti aspetti della vita sociale e culturale condivisi. Non parlerei, pertanto solo di dieta mediterranea ma di stile di vita mediterraneo. Un modo di vivere in cui accoglienza, valori, tempi, qualità dei prodotti e processi di lavorazione costituiscono l'essenza stessa di un saper vivere che i siciliani hanno da sempre praticato. Uno stile di vita che ha resistito alle regole della vita moderna. Ancora oggi, gli abitanti del bacino mediterraneo spendono più tempo nel preparare e nel consumare i cibi di qualsiasi altro popolo".
Chi se non noi? Portiamo il meglio del Mediterraneo, la specificità che indicava già lo storico Fernand Braudel: pane, vino e ulivo
A Dario Cartabellotta, già ex assessore all'agricoltura, e oratore dalla parola sciolta, toccherà il compito di dirigere il cluster. I dubbi sono legittimi. Ce la farà la Sicilia a tenere insieme San Marino, Tunisia, Grecia, Libia, Malta, Albania, Montenegro, Algeria, Serbia, Libano, Egitto? "Siamo passati da essere la terra degli sfusi a essere terra di brand. Chi se non noi? In Sicilia ogni 50 km cambiano granite, caponate, dialetti e dolci. Portiamo il meglio del Mediterraneo, la specificità che indicava già lo storico Fernand Braudel: pane, vino e ulivo. E aggiungo anche le acciughe, secondo il mito stelle che stavano in cielo buttate dagli dei in mare". In pratica? "In pratica è l'unico padiglione dove si mangia".
Certo, la Sicilia si gioca una partita unica, fare da pizzardone in piazza, regista al cinema, allenatore in campo. "È chiaro che per le nostre aziende sarà la piazza che potrà farli conoscere al mondo" ammette Reale che annuncia l'apertura dei bandi rivolti a tutte quelle imprese che vogliono partecipare all'esposizione universale. Iniziative e appuntamenti? "Portare il Cous Cous a Milano" dicono in coro Gatti, Reale e Cartabellotta.
Ma la Sicilia è affidabile nonostante la sua instabilità politica? "La Sicilia è sopravvissuta all'Etna, non la spaventerà certo l'instabilità politica. Siamo pronti per Expo" risponde Cartabellotta. Volete dargli torto?