Chi è Puigdemont, il nuovo presidente catalano
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Chi è Puigdemont, il nuovo presidente catalano

L'ex sindaco di Girona è un giornalista prestato alla politica che intende proseguire sulla linea secessionista del suo predecessore Màs

È Carles Puigdemont, l'ex sindaco di Girona ed ex giornalista catalano, il nuovo presidente della Generalitat. La sua elezione, dopo il passo indietro del suo predecessore Artur Màs sul quale gli indipendentisti di sinistra del Cup avevano posto un veto considerato insuperabile, è avvenuta in extremis, poco ore prima che scadesse il termine necessario per evitare elezioni anticipate a primavera. Un modo per riconfermare la maggioranza secessionista uscita vincitrice nelle elezioni di settembre, attraversata da una crisi politica profonda dopo la bocciatura del referendum indipendentista della Corte costituzionale spagnola e le inchieste giudiziarie che avevano colpito il partito di Màs, quella Convergencìad democràtica de Catalunya, che era fino a ieri il partito egemone del nazionalismo catalano e che oggi insidiato dalle forze della sinistra secessionista, come Esquerra Republicana (ERC), che  oggi è già il secondo partito della regione.

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Proveniente come Màs da Convergencìa, che alle elezioni di settembre si era presentato insieme a ERC nel cartello Juntus pel Sì, laddove Sì significa Sì al referendum secessionista, Puigdemont viene descritto da El Paìs come un politico con il pallino delle iniziative imprenditoriali ed editoriali, un uomo capace di grandi slanci ma anche di altrettanti repentini disinnamoramenti. Un uomo scostante, che ha trasformato la sua Girona, un tempo bastione del moribondo partito socialista catalano, nel tempio del secessionismo, in una regione - peraltro - che è ancora oggi, nonostante le forti tensioni con Madrid, la locomotiva economica e civile della penisola iberica.

53 anni, ex fondatore dell'Agenzia catalana delle Notizie, che già nel 1999 aveva assoldato giornalisti multimediali armati di portatili, Puigdi ha già confermato la linea secessionista del suo predecessore, ancor prima di formare la compagine governativa. Non è tempo per i codardi, ha detto, annunciando anche che entro un mese metterà in cantiere leggi per definire il quadro del processo di 'disconnessione' dalla Spagna e creare le nuove istituzioni del futuro stato indipendente: un'Agenzia fiscale, un'Agenzia della sicurezza sociale catalane. Un processo di disconnessione che Puigdemont  punta a internazionalizzare attraverso trattative con il governo spagnolo e l'Ue.

Il suo governo formato - come per il suo predecessore - da Juntus Pel Sì (ERC+Convergencìa) e CUP (Sinistra movimentista e indipendentista) cade in un momento particolarmente delicato sul fronte interno, con una furiosa battaglia per conquistare l'egemonia nel campo secessionista, e con lo storico partito (moderato economicamente) di Màs sempre più in crisi (anche a causa delle inchieste giudiziarie) e incalzato dagli antifranchisti di ERC. E, sul fronte spagnolo nazionale, con i due partiti fratelli e rivali del Psoe e del Pp che non intendono retrocedere sul no alla secessione dell'area più ricca del Paese. È proprio sulle divisioni interne del fronte secessionista che PP e Psoe intendono puntare per far cadere il governo secessionista in Catalogna.

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