Il Vaticano riconosce lo Stato palestinese
A tre giorni dalla visita di Abu Mazen le due delegazioni diplomatiche hanno siglato un accordo che darà più garanzie anche ai cristiani dei Territori
Alla vigilia dell'incontro che Abu Mazen avrà domenica prossima con papa Francesco nel corso del quale il presidente palestinese parteciperà anche alla cerimonia in piazza San Pietro per la canonizzazione di due religiose di origini arabe, il Vaticano ha di fatto riconosciuto ufficialmente lo Stato palestinese, nominandolo in un trattato bilaterale che sarà ufficialmente siglato a breve tra i diplomatici dei due Paesi. Il lavorìo sotterraneo proseguiva da mesi.
Dopo aver ufficialmente aderito alla decisione presa nel 2012 dall’Assemblea generale dell'Onu in cui si promuoveva la Palestina da “entità non statuale” a “stato osservatore non membro”, il vertice della Chiesa ha dato il suo ok, dunque, al primo documento legale in cui viene espressamente nominato lo Stato di Palestina anziché la semplice Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP).
Ma questa svolta è anche l'esito di un dialogo iniziato nel lontano 2000 per volontà di Giovanni Paolo II, quando la Santa Sede sottoscrisse una dichiarazione d'intenti con l'Organizzazione per la liberazione della Palestina per aprire nuove strade ai fedeli cristiani che vivono nei Territori.
Il testo che sarà siglato tra i due Paesi ha un preambolo che esprime "l'auspicio per una soluzione della questione palestinese e del conflitto tra israeliani e palestinesi nell'ambito della Two-State Solution e delle risoluzioni della comunità internazionale". Non si è fatta attendere, come ovvio, la reazione israeliana. Secondo il portavoce del ministero degli Esteri di Tel Aviv - che si è detto deluso - la decisione del Vaticano non "contribuisce a riportare i palestinesi al tavolo delle trattative per la pace".