Isis: storia dei bambini guerriglieri orfani dei miliziani jihadisti
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Isis: storia dei bambini guerriglieri orfani dei miliziani jihadisti

A Mosul, migliaia di piccoli sotto i 10 anni e senza genitori si ritrovano, dopo un passato di guerra, a dover fare i conti con una società che li rifiuta

Sono migliaia i bambini orfani dalla guerra provocata dall’Isis. E alcuni portano con sé una doppia ferita insanabile: quella dell’indottrinamento e dell’appartenenza a un gruppo di fanatici che li ha derubati dell’innocenza.

Figli dei guerrieri del Califfo, per la società sono il diavolo, degli emarginati senza Stato, indegni di qualsiasi cura. Questi piccoli, a loro volta ex guerriglieri dell'Isis, sono dei “senza diritti”.

Bambini guerriglieri

Secondo un’inchiesta del Guardian, che ha preso in considerazione i ragazzini scampati alle violenze di Mosul e curati da un medico dell’esercito, Abu Hassan, non si contano i piccoli tremanti di paura di fronte a semplici domande, non si contano le loro risposte agghiaccianti che dimostrano un’indifferenza alla vita e una rassegnazione che solo chi è radicalizzato può sostenere.

Dopo essere sfuggito agli scontri sanguinosi tra le forze governative irachene e i miliziani jihadisti, Mohammed (9 anni) è arrivato all’ospedale di Mosul.

"Non era un ragazzo normale - non sembrava spaventato", ha detto Hassan poco dopo aver visitato il bambino. "Ho chiacchierato con lui. Gli ho fatto domande semplici, come: 'Che cosa vuoi fare da grande?' E la sua risposta è stata: 'Voglio essere un cecchino, come mio padre' ".

Il racconto di Mohammed

"Le mie sorelle combattevano con me. Non volevo rimanere con le donne e le ragazze così ho deciso di andare con mio padre. Adesso lui è scomparso, non so dove sia. Era dell’Isis, aveva sposato una donna russa di nome Medina", ha raccontato Mohammed che dice di essere stato arruolato come un cecchino perché aveva una buona mira.

"Ho sparato con un kalashnikov e su cinque bersagli ne ho presi quattro al primo colpo. Ero il numero uno tra tutti i bambini. Sono stato felice. Non so perché, ma mi manca quel periodo". Mohammed, non rischia la pena capitale perché è solo un bambino. Adesso fa parte del programma di aiuto per gli ex piccoli guerriglieri. I ragazzi più grandi, gli adolescenti “orfani” dell’Isis non hanno la sua fortuna.

Il futuro dei bambini guerriglieri

Il numero dei bambini dei reclutati dall’Isis, sotto i 10 anni, ha raggiunto una capacità spropositata e adesso necessita di sostegno fisico, ma soprattutto psicologico. I figli dell’Isis sono nascosti nei campi di accoglienza situati dell’Iraq settentrionale, all’interno delle case private a est di Mosul e nel nord kurdo, dove i membri delle famiglie, i volontari e un piccolo numero di funzionari stanno offrendo il loro supporto per aiutarli.

“Il problema più grande è che il programma è improvvisato”, dice al Guardian Sukaina Mohamed Younes, capo dell'Ufficio creato ad hoc per le donne e i bambini nella provincia di Ninive. Sukaina ha ricevuto Mohammed dopola vitita del medico dell'esercito iracheno. Forse verrà affidato a uno zio che vive nella città curda di Erbil, lontano dalla vendetta di chi vive ancora a Mosul ed è sopravvisuto all’Isis.

"Abbiamo ricevuto da Mosul decine di migliaia di bambini che hanno perso la madre e il padre", ha riferito al Guardian, Sukaina Mohamed Younes. "Si può dire che il 75% provengono da famiglie dell’Isis. I dati non sono esatti perché alcuni bambini non hanno alcuna identità, ma almeno 600 orfani si trovano ad oggi nel campo profughi di Hammam al-Alil”. Ex piccoli guerriglieri che devono fare i conti con un futuro troppo grande per loro.

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Chiara Degl'Innocenti