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ABDULLAH DOMA/AFP/Getty Images
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Libia, forze speciali francesi in azione contro l’Isis

Rivelazioni di Le Monde. I miliziani del Califfato a Sabratha. Sostegno al governo di unità nazionale da 100 parlamentari di Tobruk

Sul caldissimo fronte della guerra all’Isis in Libia, oggi è stata una giornata di quelle da non dimenticare.

In primo luogo perché i miliziani del Califfato avrebbero occupato parte del centro di Sabratha, nell’ovest del paese.
È anche vero che poche ore dopo le milizie “Alba della Libia”, arrivate da Tripoli per riprendere il controllo della situazione, hanno detto di aver messo in fuga i jihadisti.

Truppe speciali francesi
La seconda notizia importante è quella che ci ha consegnato il quotidiano Le Monde: leforze speciali francesi stanno effettuando in Libia raid mirati, azioni discrete, quasi segrete, per colpire e indebolire lo Stato islamico, nel tentativo di impedirne l’espansione nel Paese. 
Quindi: truppe francesi, boots on the ground. Sarebbero in Libia da alcuni mesi. 
Notizia ha suscitato l’ira del ministro della Difesa Jean-Yves Le Drian che ha chiesto l’apertura di un’inchiesta per violazione di un segreto di Stato.

Le Monde, citando alte fonti anonime, ha rivelato che l’obiettivo della Francia non è fare una guerra in Libia, ma scardinare le fila dell’Isis per frenare la sua avanzata con “operazioni clandestine” condotte dalle forze speciali. 
Da un lato sono impegnati soldati in uniforme, quindi visibili. 
Poi ci sono i militari ‘invisibili’. 
La presenza di 150 uomini delle forze speciali francesi era stata anticipata ieri dalla versione araba del sito internet Huffington Post. E oggi lo ha confermato anche Al Jazeera. Sarebbero in una caserma a Bengasi-Benina. 

La caserma di Benina è il quartier generale da dove il generale Haftar dell’esercito libico dirige l’offensiva anti-jihadista su Bengasi. Le truppe del generale hanno già strappato all’Isis la zona di al Laithi e stanno proseguendo con attacchi a tenaglia in altri quartieri della città.

Sabratha
A Sabratha Al Arabiya ha riferito della presenza di miliziani jihadisti, 150–200 uomini, che hanno occupato i palazzi del potere come la sede della sicurezza e un hotel. 
Testimoni oculari hanno segnalato la presenza di bandiere nere con la Shahada, la professione di fede islamica, nel centro della cittadina, sulla stazione di polizia, la centrale elettrica e l’ospedale. 
Il capo del consiglio militare di Sabratha, Taher al Gharbali, ha chiesto ai cittadini del centro città “di lasciare la zona per salvare la propria vita”. Gran parte dei miliziani sarebbero tunisini, spalleggiati da una minoranza libica.

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Governo di unità nazionale
Con questa situazione esplosiva sul terreno, 100 deputati del parlamento di Tobruk hanno annunciato sostegno al nuovo governo di unità nazionale di Fayez al Sarraj. 
Il premier designato continua a lavorare per ottenere la fiducia. Il Parlamento si riunirà nuovamente lunedì prossimo. 
L’inviato speciale dell’Onu denuncia con “preoccupazione” “intimidazioni e minacce contro i deputati”. 

Il ministro Gentiloni
Intanto sulla situazione in Libia è intervenuto il ministro Paolo Gentiloni: “Abbiamo bisogno di un Paese stabile — ha affermato — di un interlocutore di governo che consenta all’Italia e all’Europa di gestire i flussi migratori, combattere il terrorismo e i trafficanti di esseri umani”. 

[Agi, Le Monde, The Guardian]

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Ziltan, Libia, 7 gennaio 2016, camion bomba contro un centro di addestramento della polizia

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