Il 4 novembre 2015, due giorni prima dell’arrivo di Abd al-Fattāḥ Al Sisi a Londra, Anne Alexander prende la parola sul palco di una manifestazione che vuole boicottare la visita del presidente egiziano. La referente accademica di Giulio Regeni attacca senza mezzi termini il capo di stato bollandolo come “assassino”.

La vignetta contro Al Sisi pubblicata da un sito palestinese e opera del caricaturista brasiliano Carlos Latuff

Una foto tratta dall’archivio dei “sindaci dei ragazzi” di Fiumicello, di Giulio Regeni, lo studente di 28 anni scomparso il 25 gennaio al Cairo, Roma, 31 gennaio 2016.

Sul maxischermo del rinnovato impianto, prima della partita Udinese-Bologna, è stata proiettata una foto di Regeni con un applauso del pubblico presente

Fiumicello (Udine), 12 febbraio 2016, i funerali di Giulio Regeni

Fiumicello (Udine), 12 febbraio 2016, i funerali di Giulio Regeni

Fiumicello (Udine), 12 febbraio 2016, i funerali di Giulio Regeni

Il carro funebre di Giulio Regeni raggiunge la palestra dove è stata celebrata la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016.

Il carro funebre di Giulio Regeni raggiunge la palestra dove è stata celebrata la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016.

Il manifesto funebre in piazzale dei Tigli a Fiumicello dove si terranno i funerali di Giulio Regeni , il ricercatore 28enne ucciso a Il Cairo alla fine di gennaio, Fiumicello (Udine) 12 febbraio 2016

Uno degli ingressi della palestra dove si è tenuta la cerimonia funebre per Giulio Regeni , Fiumicello 12 febbraio 2016

Il feretro di Giulio Regeni raggiunge la palestra per la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016

Il feretro di Giulio Regeni raggiunge la palestra per la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016

Il feretro di Giulio Regeni raggiunge la palestra per la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016

Il percorso da via Yambo alla fermata della metro El Behoos a Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

Il numero 8 di via Yambo nel quartiere Dokki al Cairo dove abitava Giulio Regeni.

Il percorso da via Yambo alla fermata della metro El Behoos a Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

La porta dell’appartamento dove abitava Giulio Regeni a Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

Un ingresso della fermata della metro El Behoos a Dokki, Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

Il numero 8 di via Yambo nel quartiere Dokki al Cairo dove abitava Giulio Regeni.

La fermata della metro El Behoos a Dokki, Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

La fermata della metro El Behoos a Dokki, Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

Il percorso da via Yambo alla fermata della metro El Behoos a Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.

Fiori e candele in memoria di Regeni fuori dall’ambasciata italiana al Cairo

Una donna con un cartello in arabo che dice: “Perchè uccidete gli stranieri? Vi hanno fatto qualcosa?” durante il sit in in memoria di Giulio Regeni davanti all’ambasciata italiana al Cairo – 6 febbraio 2016

Il sit-in sul retro dell’ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni – 6 febbraio 2016

Il sit-in sul retro dell’ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni – 6 febbraio 2016

Il sit-in sul retro dell’ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni – 6 febbraio 2016

Il sit-in sul retro dell’ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni

Una donna partecipa al sit-in sul retro dell’ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni – 6 febbraio 2016

Un sit-in sul retro dell’ambasciata italiana al Cairo ha commemorato Giulio Regeni, il giovane ricercatore friulano torturato e ucciso nella capitale egiziana, 06 febbraio 2016

L’ingresso della sala mortuaria dove è statop portato il corpo di Giulio Regeni al Cairo, 4 febbraio 2016.

L’ambasciatore italiano in Egitto Maurizio Massari davanti all’obitorio dove è stata portata la salma di Giulio Regeni. Cairo, 4 febbraio 2016

L’ambasciatore italiano in Egitto Maurizio Massari davanti all’obitorio dove è stata portata la salma di Giulio Regeni. Cairo, 4 febbraio 2016

L’ingresso della sala mortuaria dove è statop portato il corpo di Giulio Regeni al Cairo, 4 febbraio 2016.

Un’immagine di Giulio Regeni diffusa sui social network dagli amici che hanno avviato la campagna #whereisgiulio. 2 febbario 2006.

Una foto tratta dall’archivio dei “sindaci dei ragazzi” di Fiumicello, di Giulio Regeni, lo studente di 28 anni scomparso il 25 gennaio al Cairo, Roma, 31 gennaio 2016.
In piazza i manifestanti esultano e sventolano le bandiere gialle con la mano nera dei Fratelli musulmani. Il comizio della docente di Cambridge viene ripreso da un telefonino e postato su YouTube.
Nella veste di attivista, la professoressa spiega che “abbiamo fatto campagna per i prigionieri politici in Egitto, per i diritti dei sindacati, contro gli attacchi alla libertà degli accademici e continueremo a farlo fino a quando al-Sisi se ne andrà a casa”. Regeni è al Cairo da due mesi a portare avanti al sua ricerca proprio sui sindacati, che si oppongono al governo egiziano con i contatti forniti da Alexander.
Ecco la traduzione delle parole comprensibili del video:
(ha collaborato Giovanni Giacalone)
Le prime battute non si capiscono, poi dice: “in solidarietà con le persone in Egitto, per difendere i xxx diritti e per la libertà.
Penso che abbiamo mandato un messaggio chiaro stasera ma dobbiamo dirlo con voce più alta e con più urgenza xxxxxx Sisi non può andare in giro per il mondo facendo finta di essere un uomo di stato. lui non è un uomo di Stato, è un assassino”. PAUSA E GRIDA Non è solo un assassino, dovrebbe stare in xxxx.
Lui dovrebbe essere una di quelle persone a cui pensi quando pensi a un dittatore pazzo… XXX (priming himself?) dietro i suoi occhiali da sole. Ha distrutto le speranze e i sogni di milioni di persone. Per questo la protesta (questa protesta) è importante ed è per questo che ciò che accade stanotte è solo l’inizio.
In Egitto XXX solidarietà nel 2014 nel terzo anniversario del rovesciamento di Mubarak noi abbiamo fatto campagna per supportare i prigionieri politici in Egitto, abbiamo fatto campagna per i diritti dei sindacati, contro gli attacchi nei confronti della libertà degli accademici, e continueremo a farlo fino a quando al-Sisi se ne andrà a casa.
“…ci auguriamo che tutti qui si uniranno a noi nel costruire una campagna più grande e più forte nei mesi ed anni prossimi, perché questo sarà un processo lungo. Dobbiamo mobilitare gente in tutto il mondo, non solo in Gran Bretagna, ovunque al-Sisi andrà, per mobilitarsi e protestare contro di lui”.
L’ultima cosa che voglio dire stasera: dopo le migliaia di persone che sono state uccise, dopo le decine di migliaia di persone che sono state arrestate, pensate che al-Sisi si senta sicuro dietro le alte mura della sua dimora repubblicana?” No, e non dovrebbe esserlo, perché queste alte mura della sua dimora repubblicana sono costruite sulla sabbia, su vite, paure e codardia (almeno, così mi sembra di capire).
Quando vedo il coraggio di persone in carcere, di persone che sono state rilasciate dalle carceri, persone come Esra Tawil (?), la studentessa che pochi giorni fa era in tribunale a pregare il giudice di concederle accesso a trattamento medico; o quando penso a Mohamed Soltan che è stato in sciopero della fame per centinaia di giorni” (il figlio di Salah Sultan, alto membro dei Fratelli) XXXX (non si capiscono gli altri due nomi), allora posso vedere coraggio e resilienza, lo stesso coraggio e resilienza che hanno fatto cadere il regime di Mubarak. È il loro coraggio (rifà tutti i nomi) e delle centinaia che sono in carcere. Loro sono il futuro dell’Egitto, non al-Sisi.