Hipster addio, arrivano i "Normcore"
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Hipster addio, arrivano i "Normcore"

Normalità e semplicità sono i nuovi must di una tendenza che rispolvera gli anni '80 di Ritorno al Futuro e qualche icona contemporanea

Altro che bobos o hipster, ora la nuova parola d'ordine è normcore. Ancora una volta a dettare legge in fatto di tendenze è la Grande Mela: è proprio da New York, infatti, che arriva il nuovo trend, quello che impone la normalità e la semplicità, quello che mette al bando stravaganza o ricercatezza, tipiche di quel fare un po' bohemiène che ha caratterizzato negli ultimi tempi i cosiddetti bosos (abbreviazione di bourgeois-bohèm) e che indica quei borghesi (alti o medi che siano), tipici della società parigina, che mangiano solo bio e vestono esclusivamente capi di fibre naturali, senza però rinunciare alla modernità e alla tecnologia offerta da smartphone e tablet.

Ora, dopo gli eccessi e le stravanganze degli hipster (da hip, moderno, all'ultima moda, e il suffisso -ster, che indica chi fa qualcosa), che viene usato per i giovani disinteressati alla politica, anticonformisti e che vestono tendenzialmente in modo eccentrico, sembra che ci sia voglia di tornare al passato. Anzi di Ritorno al futuro, parafrasando uno dei film cult degli anni '80. E infatti il modello riproposto è lontano anni luce da quello che vede in Bologna la capitale italiana della cosiddetta hipsteria, grazie alla presenza massiccia di studenti e alla sua vocazione universitaria.    

Per capire cosa sta succedendo nel mondo delle tendenze bisogna dunque guardare a New York, dove una società di ricerche, la K-hole, ha coniato appunto il termine normcore, contrazione tra normal e hardcore, per indicare quei personaggi che hanno fatto della normalità il proprio biglietto da visita. Un esempio? Tanto per restare Oltreoceano, l'icona normcore è vista in Steve Jobs e nel suo "lupetto" nero, semplice, quasi minimal, eppure in grado di rivoluzionare il mondo e lanciare messaggi destinati a rimanere nella storia.

A spiegare meglio il significato di questo nuovo must è anche Fiona Duncan che sul New York Magazine spiega che si tratta non solo di moda, ma di una vera attitudine: "Embracing sameness deliberately as a new way of being cool, rather than striving for difference or authenticity". Insomma, cercare d'essere semplicemente se stessi, invece che lottare per apparire differenti e autentici. Come tradurre tutto ciò in abbigliamento? Secondo gli esperti è da prevedere (ma in molti casi è già realtà) un ritorno allo stile anni '80, con jeans a vita alta, gilet, tute, sandali e persino calzini bianchi (!). Se qualcuno già inorridisce, a confermare la tendenza è anche The Guardian , che l'importanza di alcuni accessori che riportano appunto al tempo di Marty McFly e Doc, come zaini e piumini smanicati, magari da indossare sopra a camicie di flanella a quadrettoni su t-shirt bianca. A completare l'immagine del perfetto giovane normcore è poi il giubbino di jeans, che tanto sta tornando nelle vetrine di mezzo mondo con l'arrivo della primavera.

Tra le altre icone di questo nuovo inno alla semplicità vengono ricordati il cabarettista, attore e produttore statunitense Jenny Seinfield o l'attore e scrittore Larry David, anche lui americano. E in Italia? I più aggiornati in fatto di tendenze indicano nel neopremier Matteo Renzi un perfetto normcore, con le sue uscite in bicicletta o le trasferte in treno, il suo debutto a Montecitorio con tanto di portatile sotto braccio, le sue slide in conferenza stampa e, in generale, quel suo stile apparentemente così "semplice".

Se il maglioncino blu di Sergio Marchionne, Ad di Fiat-Christler, ha fatto scuola, la vera new entry è poi indiscutibilmente Papa Francesco, non solo per le sue scarpe ortopediche nere o per il fatto di aver rinunciato alle lussuose auto blu, ma perché della normalità e semplicità ha fatto uno dei suoi messaggi più forti.

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Eleonora Lorusso

Nata a Milano, laureata in Lettere Moderne all’università Cattolica con la specializzazione in Teoria e Tecnica dell’Informazione, è giornalista professionista dal 2001. Ha lavorato con Mediaset, Rai, emittenti radiofoniche come Radio 101 e RTL 102,5, magazine Mondadori tra i quali Panorama dal 2011. Specializzata in esteri e geopolitica, scrive per la rivista di affari internazionali Atlantis, per il quotidiano La Ragione e conduce il Festival internazionale della Geopolitica europea dal 2019. Dal 2022 vive negli USA.

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