Il Conte Dracula è sepolto a Napoli
Ne sono certi gli studiosi dell'Università di Tallin accorsi nella città campana
Parrebbe una trama degna di essere trasformata in romanzo da Dan Brown. A Napoli, all'interno del chiostro della Chiesa di Santa Maria La Nova si troverebbe la tomba del Conte Dracula. Da settimane per i vicoli della città (come riportato da Il Mattino) si muovono illustri studiosi dell’università di Tallinn in Estonia convinti di essere sul punto di risolvere uno dei grandi misteri della storia: dove sono finite le spoglie mortali del Conte Dracula?
Pare che il nobile che ispirò Bram Stoker nella creazione del personaggio del vampiro più famoso del mondo, sia sepolto nella città campana e che la tomba della famiglia Ferrillo ospiti, in realtà, ciò che resta di Dracula.
Tra i ricercatori ci sono anche gli italiani fratelli Glinni (uno, Giandomenico, ricercatore a Tallinn, l’altro, Raffaello, studioso di storia) e il direttore scientifico del museo delle Antiche Genti, Nicola Barbatelli che hanno spiegato al Mattino da dove nasca la loro certezza e come sono arrivati nel cuore di Napoli a caccia di storia e mito. "Nel 1476 - hanno raccontato i ricercatori al Mattino - il conte Vlad Tepes Dracula, che appartiene all’ordine del Dragone come il re di Napoli Ferrante D’Aragona, scompare durante una battaglia contro i turchi e viene dato per morto; una delle sue figlie, Maria, all’età di sette anni viene adottata da una donna napoletana e condotta nel regno di Napoli. Qui in seguito sposa un nobile napoletano della famiglia Ferrillo. La coppia ottiene in ”regalo” i territori di Acerenza in Basilicata ma è legata a Napoli tanto che, alla morte, i coniugi vengono seppelliti a Napoli".
Già dal 1500 della tomba del Conte Vlad circolava solo un'immagine che raffigurava un dragone e su quel disegno da più di 500 anni si sono scervellati gli studiosi e gli storici. Dove avrebbe potuto trovarsi quella lapide? In quale angolo del globo sarebbero custodite le spoglie di Dracula?
La svolta è giunta negli ultimi mesi, quasi per caso. Una studentessa napoletana, Erika Stella, per la sua tesi di laurea si è inoltrata nel chiostro di Santa Maria La Nova, e ha scattato una foto ad una lapide che le sembrava "strana" e si è messa a cercare tracce e indizi del particolare rilievo.
Grazie a quella foto si è imbattuta negli studi dei ricercatori estoni e ha inoltrato loro, via mail, l'immagine che li ha sconvolti. Dopo aver cercato a lungo quella traccia, eccola arrivare per mano di una giovane che sta realizzando una tesi di laurea: secondo gli studiosi è la conferma di due ipotesi: 1) il conte Dracula non morì in battaglia ma venne fatto prigioniero dai turchi; 2) la figlia Maria riscattò il papà prigioniero e lo portò in Italia. Alla morte lo fece seppellire a Napoli.
Al momento è stata inoltrata una richiesta al Ministero dei Beni Culturali per richiedere di aprire la tomba e arrivare, finalmente, alla fine della loro centenaria caccia al tesoro. L'attesa è trpidante, ma i ricercatori sono certi di quello che dicono per diversi motivi: prima di tutto il marmo.
I bassorilievi, che apparterrebbero alla tomba di Ferrillo, il "genero" di Dracula, sono densi di riferimenti, ma non dell'uomo che Ferillo è stato in vita; sarebbero, invece, più in linea con il profilo del Conte Vlad.
Spiega raggiante Glinni: "La rappresentazione è lampante. Ricordate che il conte si chiamava Dracula Tepes: vedete che qui c’è la rappresentazione di un drago, Dracula appunto, e ci sono due simboli di matrice egizia mai visti su una tomba europea. Si tratta di due sfingi contrapposte che rappresentano il nome della città di Tebe che gli egiziani chiamavano Tepes. In quei simboli c’è ”scritto” Dracula Tepes, il nome del conte. C’è bisogno di altre conferme?"