
Sono tanti, sempre di più, sono i membri della comunità mondiale degli amanti del wanderlust. Per una volta tanto non si tratta di un inglesismo, bensì di una parola di origine tedesca, che deriva da wander, ovvero camminare, girovagare, e lust, cioé di desiderio. Insomma, chi ha la “sindrome da wanderlust” non è altro che amante di viaggi, di fughe in paradisi incontaminati o semplicemente posti nuovi. E non necessariamente per vacanza.
Come si legge sul sito dedicato al wanderlust, si tratta di persone che hanno the irresistible, uncurable desire to travel or wander: insomma, sono tutti coloro che non sanno resistere alla voglia di girovagare. Ma come riconoscere i “sintomi” della “Sindrome di wanderlust”? Eccone qualcuno.

I preferiti sul proprio computer sono quasi esclusivamente siti di viaggi o prenotazioni varie

Si conoscono meglio i prezzi dei voli o dei soggiorni, rispetto a quelli degli alimentari

In libreria si finisce sempre nella sezione dedicata ai viaggi, a sfogliare guide, manuali e libri su Paesi esotici e lontani

Il desiderio di cambiare lavoro e Paese è tale che si fatica a mantenere un posto fisso

Si dilatano le pupille ogni volta che si sentono pronunciare termini come “trip”, “avventura”, “viaggio”, ecc

La valigia non solo è sempre a portata di mano, ma anche già mezza fatta, con gli abiti dell’ultimo viaggio compiuto.

Ci si chiede spesso che ore saranno in Nuova Zelanda o in Paesi lontani.

Quella per i programmi di viaggi in tv è più che una passione: una vera ossessione. L’autore preferito è poi Bruce Chatwin, lo scrittore e viaggiatore britannico, autore di numerosi romanzi di viaggio.

Gli extraterrestri? Sono coloro a cui non piacciono i viaggi!