L'Inter vuole un San Siro da 55 mila spettatori. Ad averceli...
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L'Inter vuole un San Siro da 55 mila spettatori. Ad averceli...

Mentre il Milan pensa all'impianto di proprietà, il club di Thohir progetta il restyling. Ma serve poi altro per far tornare i conti sugli spalti

Un nuovo San Siro, più piccolo, moderno e funzionale rispetto a quello di oggi. Ristrutturato nei servizi e con l'appeal degli stadi europei a cinque stelle, anche senza essere di proprietà. Il progetto Inter per la struttura che dovrà accogliere il club di Thohir, dopo che il Milan avrà traslocato nel nuovo impianto, nasce da questa scommessa. Il CEO del club, Michael Bolingbroke lo ha spiegato in maniera chiara in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport nella quale ha confermato come la "prima opzione" dell'Inter sia la permanenza a San Siro, ma che la società di attende nel medio e lungo termine una chiara inversione di tendenza rispetto ai numeri di oggi.

L'obiettivo dichiarato è arrivare alle 50 mila presenze di media a partita, muovendo il popolo interista "non solo per il derby ma ogni domenica". Una sfida che l'Inter perde da tre stagioni e che si avvia a vedere irraggiungibile anche quest'anno, ma che in passato ha rappresentato la normalità per il club che, dopo il boom del Milan di Berlusconi, è stato a lungo in testa alla classifica delle presenze sugli spalti in serie A.

A mettere in fila i numeri, dunque, non sembrerebbe una missione impossibile. Eppure la crisi nel rapporto tra squadra, società e tifosi è così profonda che rimanda indietro nel tempo fino ad arrivare alla metà degli anni Novanta e al momento storico più basso dell'Inter dell'era contemporanea, con l'uscita di scena di Pellegrini e l'arrivo a furor di popolo di Massimo Moratti. E' da quel tempo, ormai dimenticato, che San Siro non si presentava così vuoto, freddo e distaccato nei confronti dei colori nerazzurri. Da lì in poi è sempre andata meglio, con il paradosso che a fare da volano non sono stati necessariamente i risultati del campo. Un esempio? La stagione del Triplete (2009-2010) è stata solo la 9a su 18 nella classifica delle media-presenze in Campionato.

Il Milan si fa lo stadio, l'Inter rinnova San Siro


L'estate 1997 e l'effetto Ronaldo: 67.825 spettatori
Il vero botto Moratti lo fece regalando alla gente un sogno: Ronaldo. Estate 1997, il Fenomeno sbarca a Milano e in una stagione l'Inter passa da 50.806 presenze medie a 67.825 con un incremento secco del 33%. E non è nemmeno il record assoluto, toccato nei dodici mesi successivi arrampicandosi fino a 68.459 e tenuto anche nel 1999-2000 (66.546). Stagioni chiuse con una Coppa Uefa in bacheca e mille polemiche. Nemmeno vicino ai fasti dell'era Mourinho e della striscia vincente di Mancini che, padossalmente, non arrivarono però mai a sfondare il muro delle 60 mila presenze medie fermandosi ai 59.697 dell'anno post-Triplete. E' vero che nel frattempo le pay-tv si sono radicate nelle abitudini degli italiani (e il digitale terrestre con i device mobili hanno moltiplicato l'offerta di immagini in tempo reale e di altissima definizione), però la curva del tifo fa riflettere.

2014, fuga da Thohir e il record del 1974-1975
Provando a interpretarla, viene da dire che Thohir ha un solo modo per entrare nel cuore dei tifosi dell'Inter ed è aprire il portafoglio e portare a Milano un grande campione. L'accoglienza nei suoi confronti è stata neutra, quasi fredda. Anche qui i numeri aiutano. Quando Moratti ereditò la società da Pellegrini (febbraio 1995) passò in un attimo da 40.523 a 46.873 spettatori medi e poi a 50.806 prima del botto di Ronaldo. Non numeri da record, ma un incremento importante (+15% e +25%) che oggi farebbe urlare di gioia qualunque management. Thohir non ha portato alcun valore aggiunto, anzi. Dai 46.551 del 2012-2013 si è rimasti stabili nel 2013-2014 (46.246) e ora l'inizio di stagione è così preoccupante da aver fatto lanciare l'allarme allo stesso imprenditore indonesiano, consapevole che, senza una discreta base di ricavi da stadio, la strada del risanamento diventa in salita. Troppo.

Il dato non deve essere preso per definitivo, soprattutto perché mancano ancora all'appello nella stagione in corso gare da tutto esaurito garantito come derby e Juventus. Però i 33.096 di media delle prime 7 partite casalinghe di quest'anno sono una tendenza tragica; a parità di avversari l'Inter ha perso oltre 51 mila spettatori paganti (7.358 di media) con una proiezione che la porterebbe al di sotto dei 40 mila a maggio, dove non è mai stata negli ultimi 40 anni, da quando (secondo quanto risulta a Panorama.it) nella stagione di grazia 1974-1975 la media si fermò a 36.283. Il risultato immediato sarebbe allargare ulteriormente la forbice che divide l'Inter dai club medio-grandi d'Europa, vedendo allontanarsi anche le big italiane.

Il gap con Juve e Milan (per non dire dello United)
Per l'Inter pensare oggi di eguagliare le performance delle società più virtuose in Europa è pura utopia. Nella classifica Deloitte 2012-2013 (l'ultima disponibile) il club nerazzurro figurava al 19° posto per ricavi da stadio con circa 20 milioni di euro, un sesto rispetto a Manchester United (127), Real Madrid (119) e Barcellona (117) e dietro anche a realtà sulla carta meno appetibili come Fenerbache (28), Atletico Madrid (27,5), Schalke 04 (43,5) e Amburgo (43). Colpa del ritardo nella costruzione di uno stadio di proprietà, certo. Ma non solo, perché prendendo in esame l'ultimo bilancio si scopre che per la società di Thohir i conti non tornano nemmeno in Italia, dove ci sono almeno 4 club che guadagnano di più dalla vendita di biglietti e abbonamenti: Juventus (40,9 milioni di euro), Milan (29), Roma (23,3) e Torino (21,6). L'Inter è ferma a 18.824.000 euro compresa la quota abbonati, altra voce che al momento registra una virtuale ulteriore perdita. La ricetta per risalire? Investire. O nello stadio o nella squadra, ma non esistono alternative.

Il nuovo San Siro da 55.000 posti: tanti o pochi?
La scommessa di Thohir sarà fare di San Siro un gioiello all'avanguardia. Il progetto che l'Inter sta studiando prevede una capienza limitata a circa 55.000 posti per tentare di imitare i modelli virtuosi che prevedono una percentuale di riempimento vicina al 90%. La storia recente dell'Inter dice che potrebbero bastare e, forse, avanzare. Quest'anno non si è ai nemmeno avvicinato a quella soglia e nelle ultime tre stagioni lo ha fatto solo 11 volte su 57 partite di campionato. Troppo poco per andare oltre. L'analisi dei numeri, però, dice che il bacino potenziale ci sarebbe. Nel 2010-2011, ad esempio, quota 55 mila è stata superata in 15 occasioni (su 19) e negli anni Duemila è successo in ben 5 stagioni su 14 che il risultato sia stato raggiunto almeno nella metà delle partite casalinghe. 

In generale, lo stadio in Italia non è più un'attrazione da tempo. Colpa delle Tv e, soprattutto, di strutture che non si sono sufficientemente adeguate. San Siro, però, rappresenta un'eccezione considerati gli investimenti continui per renderlo un impianto a cinque stelle, premiato dall'Uefa con la finale di Champions League del 2016. Malgrado tutti gli sforzi, però, l'Inter di Moratti (che ha vinto tutto) dal 2006 al 2011 lo ha riempito oltre i fatidici 55 mila spettatori solo 40 volte su 95 gare di serie A. Alla fine Thohir e Bolingbroke potrebbero avere ragione. A patto di trovare in fretta il modo di imitare Moratti, che in quell'estate del '97 ottenne tutto con una sola mossa.

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Giovanni Capuano