Juventus, eliminato il Barcellona: ora è la più forte della Champions League
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Juventus, eliminato il Barcellona: ora è la più forte della Champions League

Bianconeri imbattuti anche al Camp Nou. Ecco perché Real, Atletico Madrid e Monaco non devono spaventare Allegri

La Juventus entra nelle semifinali della Champions League dalla porta principale, uscendo imbattuta anche dal Camp Nou (0-0) e difendendo quasi senza affanno la larga vittoria dell'andata. Una dimostrazione di forza e compattezza che lancia un segnale preciso alle avversarie: Cardiff e la finale del 3 giugno sono un obiettivo raggiungibile per i bianconeri.

La doppia sfida contro i catalani si è risolta con un dominio tattico lungo 180 minuti. La squadra di Allegri ha sofferto pochissimo, rischiando solo nella parte finale della gara di Torino e nel primo tempo al Camp Nou. Coriandoli in mezzo a una gestione quasi perfetta del confronto: Allegri ha trovato la formula giusta e la rosa gli consente di gestire i momenti senza mai perdere qualità di gioco.

Nelle semifinali restano, insieme ai bianconeri, le due squadre di Madrid (alla terza qualificazione contemporanea nelle ultime 4 stagioni) e il sorprendente Monaco che gioca calcio a cento all'ora ma ha anche qualche limite difensivo evidente. Tutte le altre sono a casa, compreso il Bayern Monaco che aveva dato l'impressione di essere la meglio attrezzata del lotto. Considerazione che porta a ritenere ora la Juventus non inferiore a nessuna. Ecco perché:

Squadra solida e forte - La Juventus è con il Real Madrid l'unica imbattuta nelle prime 10 gare. Zero sconfitte (7 vittorie e 3 pareggi) ma rispetto ai campioni d'Europa ha un percorso più coerente. Anche l'Atletico di Simeone, abituè a questi livelli, ha dovuto pagare dazio contro il Bayern nel girone.

Difesa d'acciaio - Allegri ha costruito una fase difensiva perfetta: 2 reti subite in 900 minuti. La migliore del lotto. Simeone ne ha presi 5, il Real Madrid e il Monaco rispettivamente 15 e 16. Le grandi imprese si construiscono soprattutto con l'equilibrio difensivo e nessuno è come la Juventus.

Autostima - Il Barcellona aveva segnato 21 gol nelle prime 4 partite al Camp Nou e veniva da 15 vittorie di fila in casa. E' rimasto a secco ed è andato a casa malgrado i proclami di Luis Enrique. La Juve ha fatto il salto di qualità mentale oltre che tecnico e tattico.

Modulo europeo - La doppia sfida contro il Barcellona ha rappresentato un crash test (superato) per il 4-2-3-1 del Fab5. Sembrava una sfida impossibile, Allegri l'ha vinta. Assomiglia tanto alla svolta che spianò la strada a Mourinho verso il Triplete nel 2010...

Madrid imperfetta - Il Real Madrid è la squadra che segna di più (28) ma anche quella che in 10 gare non ha mai chiuso senza subire reti. L'Atletico è ostico come sempre e sarebbe preferibile da incrociare in doppio confronto che in una finale singola. Ma in ogni caso la Juventus non partirebbe (partirà) sfavorita contro nessuna delle due.

Monaco mina vagante - Paradossalmente il Monaco rappresenta la mina vagante. E' la squadra più fresca e rapida, caratteristiche che sin qui la Juve non ha trovato nelle avversarie della seconda fase. Però è anche la semifinalista che ha perso di più (2 volte) e preso più gol (16). 

Squadra che sa soffrire - Barcellona ha confermato una caratteristica della Juve: sa soffrire e si esalta quando c'è da chiudere gli spazi. Senza però schiacciarsi dietro. E' difficile immaginarla in apnea al Bernabeu o al Calderòn. E' la squadra più strutturata per arrivare fino in fondo.

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Comunque vada a finire questo incrocio nobile, loro resteranno ricchi e noi - nella migliore delle ipotesi - ex ricchi che sognano di tornarlo. La Juventus (che comunque al momento è l'ultimo vagone del treno di testa) fa corsa a sé, ma per dare una dimensione all'abisso che ci separa dai top club basti pensare che, conti Deloitte in mano riferiti alla stagione 2016-2017 (l'ultima classifica omogenea pubblicata), nemmeno sommando insieme i fatturati di Inter, Napoli e Roma si arriva a quello del Barcellona: 634 milioni contro 648. E' un po' deprimente, ma va tenuto in considerazione approcciando alla notte della Champions League. Tre non ne fanno una.

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Giovanni Capuano