San Siro progetto riqualificazione Inter Milan sindaco Sala
Getty Images Sport
Lifestyle

Un San Siro per due, ma a Milan e Inter non serve lo stadio senza servizi

Il sindaco Sala propone la spartizione dell'impianto solo con zone dedicate. Ma il vero business per i club sta in centri commerciali e alberghi

Un San Siro per due, con Inter e Milan coinquilini e i progetti di un nuovo impianto accantonati e la prospettiva di una convivenza dividendo a metà spazi e ambiti dello stadio. E' la proposta che il sindaco di Milan, Beppe Sala, lancia ai club e alle proprietà cinesi mostrando il suo piano alla Gazzetta dello Sport. Con tanto di ultimatum per quella del Milan che si sta insediando ("Capisco la situazione, non mi è chiara, aspettiamo e vediamo come evolve. Possiamo aspettare qualche mese, dopodichè l'amministrazione avrebbe il dovere di agire e si metterebbe a discutere direttamente con l'Inter") e con un passaggio sul progetto che deve, forse, spaventare le due società.

Il San Siro che ha in mente il Comune, infatti, è uno stadio diviso in due, con strutture 'leggere' esterne nelle aree già esistenti e libere per attività "connesse al calcio". Dunque, lounge, hospitality, store e ristorazione senza, però, la costruzione di una vera e propria cittadella e, detto apertamente, con "esclusione di sviluppi residenziali per San Siro". Se Inter e Milan avevano in mente di fare business compensando anche così i costi di investimento o pensando a uno sviluppo dei ricavi, devono mettere i progetti nel cassetto.

Due passi avanti (e uno indietro) verso il futuro

Dopo anni di incontri, plastici e progetti a computer si tratta di una decisa accelerazione verso il futuro. L'amministrazione precedente è rimasta incastrata tra le difficoltà di reperimento fondi di Thohir, che aveva un piano per San Siro nerazzurro, e la vicenda del Portello per lo stadio Milan, finita in Tribunale dopo il no di Fininvest e la causa con Fondazione Fiera. Tempo prezioso dilapidato dai due club, anche se i lavori di ammodernamento di San Siro per la finale di Champions League dello scorso maggio hanno comunque consentito all'impianto di guadagnare in appeal e funzionalità.

Ora, però, i nodi vengono al petto. Sia Inter che Milan, con le nuove proprietà, ritengono che la situazione attuale non possa essere protratta a lungo. Suning è pronta a investire alla voce-stadio, i cinesi del Milan aspettano prima di fare il closing ma hanno dato mandato al futuro ad Fassone di studiare una soluzione diversa. La proposta del Comune parte dal presupposto della coabitazione, ma difficilmente potrà essere gradita alle società.

Il no allo sviluppo residenziale e il modello Juve

Il punto debole del ragionamento del sindaco Sala è il no a qualsiasi piano di sviluppo residenziale su San Siro. Senza citare gli esempi stranieri, dall'Arsenal al Real Madrid, basta analizzare cosa sta facendo la Juventus per comprendere come lo stadio da solo consensta di aumentare i ricavi ma abbia bisogno di altro intorno. Lo Stadium, inaugurato nel settembre 2011, ha fatto schizzare gli incassi da gare del club bianconero da 11,5 milioni (stagione disastrosa all'Olimpico nel 2010-2011) a 31,8 nel primo anno nel nuovo impianto. Poi la crescita è proseguita meno impetuosa, c'è stato il record dei 51,4 milioni nella stagione culminata con la finale di Berlino e si è attestata a 43,7 nell'esercizio dei record.

Il bello, però, verrà adesso. Nella prossima estate saranno consegnate le prime opere dello Juventus Village sull'area della Continassa: sede sociale, centro d'allenamento, hotel, scuola internazionale, attività commerciali, di ristorazione e intrattenimento. In tutto 34.380 metri quadrati di diritti edificatori per i quali la Juventus ha raccolto finanziamenti per 58,8 milioni e fatto mutui per i restanti 64,5. Sarà un business e consentirà nuovo impulso al fatturato e che ha già consentito una plusvalenza di 10 milioni nel 2015 attraverso il conferimento dei diritti al Fondo J Village. E' il modello delle grandi società europee e rischia di diventare imprescindibile se si vuole raggiungere le dimensioni delle multinazionali inglesi, tedesche e spagnole.

Inter e Milan, quale sviluppo solo con San Siro?

Il progetto per San Siro ("light" secondo la definizione del sindaco Sala) rischia di negare a Inter e Milan - se interessate - la possibilità di questo sviluppo accentuando il ritardo dalla Juventus e dal resto d'Europa e lasciando legata la stabilità finanziaria ai diritti tv e all'andamento sportivo delle stagioni, con la partecipazione continua alla Champions come obiettivo imprescindibile. Per crescere davvero serve altro e servono, soprattutto, spazi veri.

Due passi avanti e uno indietro. Già oggi Inter e Milan hanno un gap notevole con la Juventus alla voce 'ricavi da stadio'. Nel bilancio 2014-2015 i nerazzurri, in trend di crescita, hanno segnato 23,2 milioni di euro, la metà dei bianconeri, e il Milan (bilancio sull'anno solare 2015) è crollato a 15,4 anche se pesa il calendario con due soli big match nei dodici mesi analizzati. Il dato precedente era di 28 milioni, secondo solo alla Juve ma comunque distante. L'idea di Sala può incidere sulla biglietteria, aumentandone il peso, e poco di più. 




Intanto la Juventus sta lavorando al futuro nell'area della Continassa...

Ansa

I più letti

avatar-icon

Giovanni Capuano