Francesco Sole: "Così ho realizzato il mio sogno"
Lo youtuber e conduttore si racconta: "Maria De Filippi è la mia maestra"
Per i giovanissimi è un idolo assoluto. Per i più attempati un personaggio ancora da mettere a fuoco. Se c’è una cosa che difficilmente si riesce a codificare è il successo, soprattutto se istantaneo: come quello di Francesco Sole, che in un anno è riuscito in un'impresa che in molti tentano da una vita, ovvero trasformare la sua passione in lavoro. In poco più di dodici mesi è passato dai video su YouTube in cui racconta alla sua maniera - ovvero in modo scanzonato e senza sovrastrutture - l’amore e l’amicizia dei ragazzi della sua generazione, quella social, al sabato sera di Canale 5, voluto da quel gran genio di Maria De Filippi. E’ la popolarità 2.0, bellezza, costruita a colpi di visualizzazioni (nel suo caso qualche milione) e contenuti virali. Ecco chi è il conduttore Tú Sí que vales.
Da studente universitario youtuber alla chiamata di Mediaset, che ti ha voluto come testimonial della sua pay tv. Poi il palco di Tú Sí que vales. Francesco, a 21 anni la tua vita si è trasformata: come si affronta un cambiamento così radicale?
In realtà in modo tranquillo, cercando di essere curioso e di imparare da tutto quello che mi capita. Ho lasciato l’università ma cerco di osservare e apprendere: più che godermi le cose, studio, assorbo come una spugna dalle opportunità lavorative e dall'incontro con le persone.
Ma avevi degli obiettivi in campo artistico? Cosa volevi fare da grande?
Il supereroe vale come risposta? Mi piace scrivere, recitare e girare video. Da lì si è sviluppato tutto. Non avevo e non ho un obiettivo preciso: mi piace provare cose nuove e mi concentro su quello che faccio come se fosse quello che dovrò fare per sempre, dal condurre un programma a fare la regia di un video.
La tua famiglia cosa dice di questa improvvisa popolarità televisiva?
Sono cresciuto in una famiglia di particolare e complicata perché i miei sono separati. Però siamo molto uniti, tanto che qualche settimana fa abbiamo guardato tutti assieme una puntata di Tú Sí que vales. L’importante per loro è che io sia felice, qualunque cosa faccia.
Quando è stato annunciato il tuo nome alla conduzione di Tú Sí que vales, le reazioni sono state molto varie, dalla gioia dei tuo milione e 200 mila fans su Facebook al “non so chi sia”. C’è qualcosa che ti ha ferito?
Non sono permaloso. Già i primi video che postavo su internet generavano un po’ di massa critica e sono abituato agli haters (gli odiatori del web, ndr). Penso faccia parte del gioco. Non piace a tutti nemmeno la Nutella che è la cosa più figa e più buona del mondo (ride). Ci sta che qualcuno mi dica “mi fa cagare quello che fai”: pace, non per questo smetto di farlo.
Parafrasando al contrario i fratelli Coen, questo 'non è un paese per giovani' e il fatto che Mediaset abbia puntato su uno youteber 21enne per il sabato sera di Canale 5, ha colpito molti.
E’ una roba fortissima, infatti. C’ho fatto un video dal titolo “Per realizzare un sogno basta un click”. E’ stata una soddisfazione enorme e penso sia un esempio per molti ragazzi: avere un’occasione del genere è una cosa pazzesca. Può spronare i giovani a fare qualcosa: internet ti dà la possibilità di realizzare un sogno.
E’ vero che per Tú Sí que vales ti ha contattato direttamente Maria De Filippi attraverso Facebook?
(ride) Sì. Mi è arrivata una sua mail sulla posta di Facebook e mi ha molto divertito che mi abbia contattato attraverso i social. All’incontro mi sono presentato tutto tirato in camicia, perché pensavo fosse una cosa molto formale, invece Maria era in jeans e All Star, molto simpatica, alla mano e disponibile. E’ stato un incontro paradossale: “vado a parlare con Maria De Filippi, cerco di mettere tutte le parole in ordine e di non dire cazzate” e invece ci siamo trovati a chiacchierare con assoluta tranquillità. Ci mancava solo la Coca Cola sul tavolino e sembrava di essere al bar con un amico. E’ una persona fantastica.
Che rapporto hai con lei?
E’ come se fosse una sorella maggiore, che mi prendesse per mano e mi spiega tutto. Tu fai i video con la telecamerine su internet, ora prova a vedere come funziona la tivù. E’ una maestra. Vedo il programma come una specie di università e lei è il rettore della facoltà.
E con gli altri giudici?
E’ una squadra di pazzi, in senso buono, e il rapporto che si è creato al di là delle telecamere per me è molto stimolante. Busso nel camerino di Gerry Scotti - che è come uno zio - Rudy Zerbi mi porta la Coca Cola, Belén Rodriguez che mi spiega delle cose, mi sistema la camicia mi dà consigli Mi sento molto fortunato.
Seguivi la tivù o è una scoperta recente?
Non sono mai stato un gran telespettatore. Vivo più legato ai social e a internet: passare dal non guardarla al farla è stato un po’ particolare ma è un motivo in più per studiare questo media, che ha alcuni codici simili a quelli dei social. Studio la tivù per comunicare ancora meglio sul mio: è una cosa curiosa che magari vedrà svilupparsi altri progetti.
Chi ti segue su Facebook ti segue poi anche in tivù o no? C’è un travaso di pubblico?
Fino a qualche anno fa i target era distinti, adesso i pubblici si mischiano e si spostano da una parte all’altra. La cosa figa che noto è che il pubblico di Maria mi sta conoscendo, guarda cosa faccio in rete, diventa un mio spettatore e i miei amici li porto a vedere il programma. E’ una bella commistione: c’erano già stati esperimenti di web in tivù o tivù sul web ma non avevano legato bene tra di loro. Maria, che in comunicazione è decisamente brava, ha fatto fare uno scatto in avanti.
Tornando a Tú Sí que vales, se ti chiedessero di tornare il prossimo anno accetteresti?
Certo che sì. Ora come ora non so nemmeno cosa farò stasera, sono incasinato, non ho un’agenda.
E dopo il programma, di cosa ti occuperai?
La produzione mi affascina molto. Io ho sempre autoprodotto i miei video e vedere quello che accade negli studi Elios mi ha incuriosito.
Francesco Facchinetti, il tuo agente, ti dà consigli?
Sempre, in modo un po’ pazzo come sono lui e Eugenio Scotto, che m’hanno beccato su YouTube. Facchinetti mi ha chiesto di andare a pescare in Toscana: per due settimane ho detto no, alla terza ho accettato e lui mi ha chiesto di curare il mio management.
Per la tua capacità di raccontare un pezzo della tua generazione - come i giovani vivono amori e amicizie nell’era dei social network - ti paragonano a Fabio Volo.
(ride) Io al massimo scrivo cinque parole su dei post-it, lui dei libri che vendono milioni di copie. E’ un paragone un po’ azzardato: mi fa piacere ma non mi sento alla sua altezza.
Nel tuo futuro c’è un libro?
A giorni dovrei ricevere una letterina da Mondadori e poi vedremo. Nel caso pubblicassi un libro, Facchinetti mi ha promesso che si farà un video in cui mangia un blocchetto intero di post-it: non vedo l’ora di godermi quella scena.