Rai, è partito il toto-nomine per il nuovo dg
ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI
Televisione

Rai, è partito il toto-nomine per il nuovo dg

Dopo la sfiducia ad Antonio Campo Dall'Orto, si guarda già al successore. Il dg potrebbe rimettere il mandato il 25 maggio

Game over. Per il dg della Rai Antonio Campo Dall’Orto prima scelto e poi scaricato dall'ex premier Matteo Renzi, la corsa è finita. Dopo neanche due anni dal suo insediamento, con tanto di superpoteri varati dalla legge di riforma della Rai.

Si tratta solo di capire quanto resterà in sella, se due giorni, una settimana, dieci giorni o qualcosa in più.

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Dopo il consiglio d’amministrazione dai toni drammatici che il 22 maggio l’ha metaforicamente decapitato bocciando il suo piano dell’informazione (ha votato a favore solo il consigliere Guelfo Guelfi, si sono astenuti Carlo Freccero e Marco Fortis il consigliere in quota ministero del Tesoro, Paolo Messa ha abbandonato la stanza incandescente, mentre tra i cinque voti contrari spicca quello della presidente Rai Monica Maggioni) per Campo Dall’Orto è cominciato il countdown verso l’uscita.

Oggi è volato a Palermo per l’omaggio a Falcone e Borsellino con la Maggioni (ma su due aerei diversi, dettaglio non trascurabile). Domani il dg è atteso in commissione di Vigilanza e il giorno dell’addio ufficiale potrebbe essere quindi giovedì, quando Campo Dall’Orto incontrerà il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan azionista della tv pubblica, per rimettere il suo mandato. A malincuore, e, nonostante gli errori, con qualche successo in tasca, a partire da Raiplay e dalla crescita di ascolti e raccolta pubblicitaria.

Arturo Diaconale, consigliere d’amministrazione d’opposizione  che raramente ha votato a favore delle iniziative di Campo Dall’Orto  già guarda al prossimo futuro tracciando l’identikit del nuovo dg: "Il successore dovrà essere una persona già esperta di Rai, operativa da subito, e non qualcuno (come Campo Dall’Orto ribattezzato 'il marziano') che arrivando da altri mondi abbia bisogno di tempo per capire con cosa ha a che fare". Tradotto: il prossimo dg potrebbe chiamarsi Paolo Del Brocco, ad di Raicinema, Nino Rizzo Nervo, ex consigliere di amminsitrazione, un pezzo da novanta del giornalismo Rai come Giovanni Minoli ora a La7, il direttore della tv dei vescovi Paolo Ruffini, che ha avuto una lunga carriera in Rai o Monica Maggioni.

Ma perchè  Campo Dall’Orto è stato scaricato? Il piano dell’informazione è stato solo il classico casus belli? I grillini puntano ovviamente il dito contro Matteo Renzi, individuato come il mandante dell’esecuzione: "Renzi silura chi non è signorsì" ha tuonato Luigi Di Maio. L’altro grillino Roberto Fico  presidente della Commissione di Vigilanza Rai ha chiesto di acquisire il piano dell’informazione della discordia.

In realtà, sebbene Renzi non parlasse più da tempo con Campo Dall’Orto, promosso dalla Leopolda a viale Mazzini e quindi scaricato (con la complicità del dem Michele Anzaldi che al dg non ne ha mai fatta passare una) perché non ritenuto all’altezza del compito politico ed editoriale, in consiglio lo scontento covava da un bel po’: per il reclutamento dei 21 manager esterni contestati dall’Autorità anticorruzione,  per la gestione del caso Carlo Verdelli e di quella del tetto dei compensi per gli artisti, per lo scarso coinvolgimento del consiglio nelle  decisioni del dg.

Dulcis in fundo il piano per l’informazione che, sottolinea Diaconale "a parte la nuova struttura digitale affidata a Milena Gabanelli non conteneva proprio nulla. Era quella la vera operazione politica, non certo la nostra".

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Antonella Piperno