5 gialli per ricordare Leonardo Sciascia
Il 20 novembre 1989 scompariva il grande scrittore e intellettuale siciliano. Lo ricordiamo con una lista dei suoi polizieschi più belli
Il 20 novembre 1989 a Palermo si spegneva Leonardo Sciascia, uno dei più grandi intellettuali italiani contemporanei. Il suo contributo alla cultura nostrana ed europea è rappresentato dalle numerose opere che ci ha lasciato, tra romanzi, poesie, racconti, saggi, articoli, testi teatrali e sceneggiature. Tutte sono state e sono tuttora pregevoli esempi di alta espressione letteraria, con una grande densità di critica sociale e lucida osservazione anticonformista dell’uomo e del mondo.
Sciascia è stato anche un grande autore di gialli, romanzi che hanno però sfondato i confini del genere. Si tratta più precisamente di gialli d’autore, un’accezione che ribalta il punto di vista, amplificando la portata di quelle opere. Gli strumenti del poliziesco sono serviti a Sciascia per parlare di altro, per raccontare gli aspetti umani, sociali e politici che caratterizzano oggi come all’ora la nostra “povera” Italia, in analisi così puntuali e profetiche che sembrano scritte l’altro ieri. Sembrano tutti dei piccoli trattati in forma di romanzo sullo stato della giustizia nel nostro Paese, in cui spesso, quando il potere è coinvolto, si conoscono i colpevoli, ma non si possono condannare.
Ecco dunque cinque gialli, ancora attualissimi, firmati dal maestro siciliano, per ricordarlo e riscoprirlo.
'Una storia semplice'Adelphi
Una storia semplice
Lo dice il titolo, una trama facile per una costruzione narrativa tanto classica da risultare un esempio del genere. Solo che il colpevole, anche se il lettore non fatica a scoprire chi possa essere, è un impunito all’italiana. Tutto parte da un suicidio apparente, e si arriva a una contorta indagine su mafia e droga: ma mai le due parole vengono nominate.
Una storia semplice
di Leonardo Sciascia
(Adelphi)
66 pagine
'Todo modo'Adelphi
Todo modo
Un famoso pittore in cerca di isolamento viene ospitato in un eremo. Il luogo è usato dal misterioso e oscuro Don Gaetano per i suoi ritiri spirituali, a cui partecipano alti notabili della società, tra cui ministri, politici, banchieri. Due omicidi innescano l’indagine, ma anche un’acuta riflessione sui rapporti di forza tra i poteri della Repubblica. Compreso quello della Chiesa.
Todo modo
di Leonardo Sciascia
(Adelphi)
121 pagine
'Il cavaliere e la morte'Adelphi
Il cavaliere e la morte
Pungente satira in forma di romanzo che punta a sviscerare la malvagità umana e del potere. Il Vice, il protagonista, commissario di polizia malato di cancro, indaga sull’omicidio di un famoso avvocato. Il colpevole lo individua subito, un industriale potente molto conosciuto e influente: un personaggio inattaccabile. Il Vice deve lottare contro forze troppo grandi, sia dentro di sé che fuori di sé.
Il cavaliere e la morte
di Leonardo Sciascia
(Adelphi)
92 pagine
'Il giorno della civetta'Adelphi
Il giorno della civetta
Forse il primo romanzo sulla mafia, primo esempio di letteratura votata a informare e denunciare. Uscì negli anni Sessanta, in un periodo in cui la classe dirigente ancora proclamava l’inesistenza di Cosa Nostra. Dal libro venne tratto l’omonimo film di Damiano Damiani del 1968, con Franco Nero e Claudia Cardinale.
Il giorno della civetta
di Leonardo Sciascia
(Adelphi)
137 pagine
'A ciascuno il suo'Adelphi
A ciascuno il suo
Un farmacista, un uomo qualunque che non si è mai interessato di politica e non ha mai avuto questioni con la giustizia, riceve un giorno una lettera di minacce anonima. Durante una battuta di caccia, viene ucciso veramente. È la scintilla che scatena una tempesta di sospetti, insinuazioni, dicerie nel piccolo paese siciliano in cui è ambientata la storia. Gli inquirenti battono una pista errata, mentre solo il professor Laurana sembra aver capito tutto. Ma Sciascia racconta la realtà, e difficilmente nella realtà trionfa la verità.
A ciascuno il suo
di Leonardo Sciascia
(Adelphi)
152 pagine