La Guerra dei Sei Giorni 50 anni fa. Storia e foto
Dal 5 al 10 giugno 1967 Israele lanciò un attacco preventivo contro gli Stati arabi confinanti. Vittoria schiacciante che cambiò il Medio Oriente
La Guerra dei Sei Giorni fu il terzo conflitto tra Israele e i Paesi confinanti Egitto, Giordania e Siria.
Nel 1948 la prima guerra Arabo-israeliana aveva lasciato Gerusalemme Est e la Cisgiordania sotto il controllo della Giordania, mentre la striscia di Gaza era rimasta all'Egitto.
Con la crisi di Suez del 1956 Israele aveva occupato Gaza e la penisola del Sinai, dalla quale si sarebbe poi ritirato su pressione delle Nazioni Unite, che avevano inviato una task force d'emergenza.
- LEGGI ANCHE: 50 anni fa la guerra dei Sei Giorni, le premesse
- LEGGI ANCHE: La guerra dei Sei Giorni, l'affondamento della Uss Liberty
Tuttavia le tensioni videro un continuo crescendo con l'azione dei gruppi militanti palestinesi all'interno del territorio di Israele. Il presidente egiziano Nasser parlò apertamente di "distruzione di Israele" durante gli anni di massima tensione tra i due blocchi mondiali protagonisti della Guerra Fredda.
Nel maggio 1967 Nasser chiese il ritiro delle forze internazionali, firmando poi un patto di difesa con la Giordania. Pochi giorni dopo l'Egitto cominciò ad ammassare truppe ai confini con il Sinai parzialmente occupato dalle truppe israeliane.
Questa situazione di estrema pressione indusse Israele a lanciare l' "Operation Focus", un vasto attacco preventivo in particolare da parte dell'aviazione.
Il raid fu efficace. Il 5 giugno 1967 più di 300 velivoli egiziani furono distrutti al suolo, mentre le truppe di terra di Tel Aviv iniziarono l'avanzata attraverso il Sinai verso il confine egiziano. Gerusalemme fu difesa dalla 55a Brigata Paracadutisti contro gli attacchi giordani, dove seguirono duri scontri con oltre 130 morti.
La sera del 6 giugno Gaza era caduta in mani israeliane, mentre il giorno seguente vedrà l'avanzata dei soldati dell'Israeli Defence Force in territorio cisgiordano, dove nel pomeriggio il governatore giordano di Gerusalemme Est siglava la resa di fronte al ministro della Difesa Moshe Dayan e al Capo di Stato Maggiore Yitzak Rabin. Nel Sinai l'IDF raggiunge il canale di Suez, mentre l'Aviazione israeliana attaccava per errore la nave americana "USS Liberty" in osservazione, causando 34 vittime e 172 feriti.
Nasser annuncia la richiesta di cessate il fuoco cui seguono le sue dimissioni la mattina del 9 giugno 1967, respinte dall'Assemblea Nazionale e dal supporto della piazza. Nel frattempo i paracadutisti israeliani penetravano per la prima volta in territorio egiziano, nei pressi di Marsa Matrouh. Anche il fronte siriano è vicino al collasso, nonostante i timori di Moshe Dayan di un attrito con l'Unione Sovietica nel caso di invasione da parte di Israele. Nonostante la reticenza del ministro, i Parà dell'IDF penetravano in territorio siriano sulle alture del Golan, dopo un intenso bombardamento su Damasco.
Alle 18.30 del 10 giugno le Nazioni Unite annunciano il cessate il fuoco bilaterale. Dopo sei giorni di guerra Israele aveva conquistato l'intero Sinai, la Cisgiordania e le alture del Golan. Il suo territorio era quadruplicato in meno di una settimana, al prezzo di 776 morti israeliani. Secondo le stime della Associated Press, le vittime arabe furono stimate in 11,500 Egiziani, 6,094 Giordani e circa 1,000 Siriani.