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Mara Maionchi «la belva» e Tiziano Tiziano Ferro «l’ingrato»

Mara Maionchi «la belva» e Tiziano Tiziano Ferro «l’ingrato»

La produttrice discografica Mara Maionchi, 83 anni, intervistata a Belve si è infilata in una polemica su Tiziano Ferro (da lei lanciato) e il suo essere «poco riconoscente». E i social si sono schierati


Finalmente all’ultimo giro di giostra, ecco che sullo scomodo sgabello di Francesca Fagnani si siede colei che possiamo dire ha inventato «l’essere belva». La donna che alla consueta domanda: «Lei che belva si sente?», avrebbe potuto rispondere: «Mara Maionchi». Comunque la «starlette», come si è autodefinita, pur paragonandosi a un «somaro» non ci ha per nulla delusi, anzi. Dopo aver ascoltato chi si professava la reincarnazione di Napoleone o aveva l’ego di Caterina la Grande, chi si è nascosto dietro un fuscello per non fare nomi, chi ha negato il ritocchino mentre aveva più botox in faccia che capelli in testa, arriva lei, una regina sul trono. Ha dispensato benedizioni e rimproveri, ovviamente accompagnati dalle consuete e bonarie parolacce. Ci ha confessato di amare i profumi «da mignotta, da donna perduta» (anche se lei mai si è perduta).

E senza paura ha detto: «A letto sono modesta, non è il mio genere, più abat-jour che luci rosse». E il web non può fare altro che inchinarsi davanti a tanta «humilité»: «Mara Maionchi è la mia vita», «Spirito guida», «Senza peli sulla lingua, senza leccare nessuno, consapevole della sua fortuna. La amo». Ma ecco che l’insidiosa Fagnani la infila nel polemicone. Tiziano Ferro, come tutti sanno lanciato da lei e suo marito, non è stato abbastanza riconoscente. Più veloce della luce il cantante posta: «Ti sono sempre stato grato e te l’ho dimostrato un milione di volte. Quindi mi chiedo, perché questo?».

Con immaginazione possiamo già trasformare il post in una hit mondiale, eppure sono solo le prime righe di un lungo e accorato messaggio. Scatta il derby social: «Tiziano è un gran signore», «Lei doveva dare aria alla dentiera», «La sua peggiore caduta di stile. Ora le scuse», «Forse si sta un po’ rincoglionendo», «Quest’uomo è pesante», «Che permaloso», «Grande Mara smascheratrice di buonisti». Alla fine vincono i salomonici: «Non mi posso schierare. È come quando da piccoli ti chiedevano se volevi più bene a mamma o papà». Come si fa a dare contro a una delle poche fonti di smandrappata allegria? È come la nonna che se ti scordi di darle la buonanotte ti trasforma nel nipote ingrato. E poi la domenica ti aspetta con la teglia di lasagne.

Lei è la donna che quando il marito Alberto l’ha tradita non si sentiva di condannarlo per quella ricevuta tenuta in tasca per scaricare l’Iva (signora mia, meglio scaricà l’Iva che il marito). Non ci ha tormentato con la sua malattia in qualche salotto tv pomeridiano, né ci ha fatto la morale sul gioco d’azzardo, lei che da sola si è bandita dai casinò. (Ha vinto 23 mila euro a una slot). «Nella vita sono stata molto fortunata». La immaginiamo ogni sera mentre, come racconta, recita il rosario. E vogliamo pensare che quando ha finito guardi l’orologio, dicendo: «Ma che palle, ca**o, è già ora di andare a dormire». Con quella risata che racconta che sì una roccia può arginare il mare, se si chiama Mara Maionchi.

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