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Il capo ultras umilia l’Atalanta: “Non prendeteci per il c…”

Il capo ultras umilia l’Atalanta: “Non prendeteci per il c…”

La società apre le porte dell’allenamento e la curva processa la squadra. L’arringa del Bocia, già coinvolto in un processo e che rischia 6 anni di carcere

Un’arringa durata 5 minuti, con la squadra schierata muta e a testa bassa sotto la tribuna e un uomo in piedi sulla balaustra a processarla. La voce roca di chi ha urlato anche troppo, il silenzio di centinaia di tifosi ad ascoltare la sequenza di insulti, considerazioni tecniche, minacce velate e inviti a tirare fuori gli attributi. Il copione va in scena allo stadio di Bergamo alla viglia della sfida contro il Sassuolo e i protagonisti sono Claudio Galimberti, detto il ‘Bocia’, storico capo ultrà della curva bergamasca, e la rosa nerazzurra con in testa il tecnico Edy Reja. Allenamento a porte aperte deciso dalla società, presente con i massimi rappresentanti Percassi e Marino, interrotto per circa 5 minuti quando gli ultras hanno chiesto a forza e ottenuto di poter parlare con la squadra.

Nulla di diverso dai processi sotto le curve che si sono visti un po’ ovunque e che non più tardi di tre settimane fa erano finiti nel mirino dopo la gogna in eurovisione dei giocatori della Roma eliminati dall’Europa League per mano della Fiorentina. Allora il Viminale si era detto infastidito per aver assistito alla scena di sottomissione e il portiere, oltre che consigliere federale, De Sanctis aveva denunciato la tolleranza delle stesse forze dell’ordine verso questo tipo di soluzione di momenti di tensione. La Figc si era fatta carico del problema annunciando l’inserimento nelle norme di sanzioni per i club che si sottopongono al processo degli ultras.

la Pallonata – Basta processi ultrà (ma questa volta non cambiate idea)

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