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Dieci album straordinari usciti nel 1975

Dieci album straordinari usciti nel 1975

Cinquant’anni fa arrivavano nei negozi dieci vinili che sono diventati classici senza tempo. Da Born To Run di Bruce Springsteen a Physical Graffitti dei Led Zeppelin, fino a Mothership Connection dei Parliament

Un anno talmente ricco di grande musica da rendere complicata la scelta di dieci album che lo rappresentano: quella che vedete qua sotto non è una classifica, ma una lista di dischi capolavoro usciti cinquant’anni fa. A vederli tutti insieme appare chiaro perché quel decennio è stata definito molte volte l’età dell’oro della musica.

1) Led Zeppelin – Physical Graffitti

Uno degli album che cattura al meglio l’essenza del gruppo. Dalle influenze dell’est che caratterizzano il capolavoro Kashmir, all’hard rock funk di Trampled Underfoot, alle suggestioni pop di Houses of the holy, fino a allo spettacolare approccio blues di In my time of dying. Decisamente sperimentale il secondo dei due album, a cominciare dai quasi nove minuti psichedelici di In the light.

2) Pink Floyd – Wish you were here

Il concetto dell’assenza che attraversa questo concept album è indissolubilmente legato alla drammatica traiettoria umana di Syd Barrett, uno dei fondatori del gruppo, ridotto a una larva umana dalla depressione dovuta agli abusi di sostanze stupefacenti. A lui è dedicata una delle suite indimenticabili del gruppo: Shine on you crazy diamond. In generale, tutto il disco è attraversato da un livello di ispirazione altissimo. Soprattutto nella title track e in Welcome to the machine.

3) Bob Dylan – Blood on the tracks

Una delle vette della carriera del cantautore più famoso di sempre, un mondo di sentimenti, dal dolore per l’amore perduto alla vendetta, passando per la malinconia, che attraversa tutte le canzoni suonate e arrangiate con una veste talmente unica da diventare quasi un genere musicale a se stante. Tra i momenti più alti, Simple Twist Of Fate, Tangled up in Blue e Shelter From The Storm.

4) Parliament – Mothership Connection

Disco straordinario, il punto più alto della carriera del leggendario George Clinton. Un album seminale diventato un punto di riferimenti per tutti gli artisti della prima ondata rap hip hop. In questo capolavoro funk di metà anni Settanta suonano tra gli altri, i fratelli Brecker, Michael e Randy, Maceo Parker e Bootsy Collins (basso, batteria e chitarra).

5) Bruce Springsteen – Born to run

Un album- masterpiece che ha ridefinito carriera del rocker. Un disco intenso drammatico, che racconta la fine del sogno americano e la voglia di fuggire per rifarsi una nuova vita. Solo grandi canzoni diventate classici senza tempo come Tenth Avenue Freeze-Out, la title track, Backstreets e Thunder Road.

6) Patti Smith – Horses

Un album essenziale, una spettacolare contaminazione e tra rock, arte e recitazione. Lo produce John Cale dei Velvet Underground e in qualche passaggio non è difficile cogliere l’influenza della band di Lou Reed (vedi Kimberly). Notevoli l’inclinazione reggae di Redondo Beach e la suite Land composta di tre parti per un totale di oltre nove minuti. Indimenticabile anche Gloria: In Excelsis Deo, in orgine interpretata dai Them di Van Morrison.

7) Queen – A night at the Opera

Un’opera unica e irripetibile, talmente pomposa epica e grandiosa da lasciare stupefatti critici e addetti ai lavori del tempo. Nessuno prima di allora aveva saputo contaminare così l’hard rock, il pop e le atmosfere progressive rock. Anche in questo caso ogni canzone è un classico, a cominciare dalla suite più famosa della musica contemporanea: Bohemian Rhapsody, brano in formato Frankestein nato dall’unione di tre pezzi molto diversi tra loro. E poi, ancora Death On Two Legs e The Prophet’s Song, I’m in Love With My Car e Love Of My life.

8) Alice Cooper – Welcome to my nightmare

Senza dubbio una delle vette della carriera del rocker americano a cominciare dalla title track iniziale, splendidamente teatrale e impreziosita da un arrangiamento disco funky. A produrre l’album quel genio di Bob Ezrin (già con Lou Reed). Segue l’hard rock a tinte dark di Black Widow e Devil’s Food. Non da meno l’andamento da musical di Some Folks, la ballad Only Women Bleed e l’incedere epico di Steven. Capolavoro.

9) Earth Wind & Fire – That’s the way of the world

Non solo uno degli album fondamentali della band, ma dei dischi più belli ed importanti dell’intera decade. Colonna sonora di un film omonimo che in pochi hanno visto, That’s the way of the world è un capolavoro che oscilla tra soul, R&B e funk mostrando il gruppo nel suo momento d’oro. Tra le perle, il groove di Shining Star e Yearnin’ Learnin’ e la ballad Reasons.

10) Black Sabbath – Sabotage

Per qualche bizzarra ragione questo superclassico è uno degli album più sottovalutati dei Black Sabbath del primo periodo. In realtà si tratta di un disco perfettamente a fuoco come dimostrano fin dall’inizio due brani bomba del calibro di Hole in the Sky e Symptom of the universe. Tra sintetizzatori, break acustici e atmosfere stranianti, Sabotage mostra una geniale attitudine sperimentale e anche uno squarcio di pop psichedelico nella inaspettata Am I Going Insane.

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