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Ciak in Viaggio: le location da Oscar di The Brutalist

Ciak in Viaggio: le location da Oscar di The Brutalist

The Brutalist racconta l’epopea di László Toth, un architetto ungherese sopravvissuto all’Olocausto che emigra in America per realizzare il suo sogno. Vincitore di tre premi Oscar, il film è stato girato principalmente in Ungheria, ma vanta anche location suggestive in Italia, dalle cave di Carrara ai padiglioni della Biennale di Venezia, rendendo l’ambientazione parte integrante della narrazione

Dopo aver conquistato i Golden Globe con i premi per miglior film, miglior regista e miglior attore, ecco che The Brutalist ha sbancato alla cerimonia degli Oscar 2025 – vincendo nelle categorie miglior attore protagonista, miglior fotografia e miglior colonna sonora – e portando sul grande schermo una visione epica e audace che sfida le convenzioni.

Ciak in Viaggio: le location da Oscar di The Brutalist
(Ansa)
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Durante le sue tre ore e mezza di narrazione intensa, il film esplora la vita di un architetto ungherese che si confronta con il peso delle sue ambizioni, la lotta tra arte e commercio, e il trauma irrisolto dell’Olocausto, il tutto attraverso la lente del brutalismo, un movimento architettonico che rifiuta le regole per abbracciare la potenza della materia e della forma.

Ma ciò che rende The Brutalist un’opera degna di entrare nella storia del cinema, non è solo la grandiosità epica che ricorda il successo di Oppenheimer, ma è anche – e soprattutto – l’interpretazione magistrale di Adrien Brody, vincitore agli Oscar 2025 come miglior attore protagonista, che riesce a dare vita al tormentato protagonista, László Toth. La regia di Brady Corbet, giovane talento che ha scelto il formato panoramico VistaVision, conferisce al film una dimensione visiva che incanta e avvolge lo spettatore, rendendo ogni fotogramma un capolavoro in sé.

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Trama

The Brutalist racconta la carriera dell’architetto ungherese László Toth, che giunge in America insieme alla moglie Erzsébet (interpretata da Felicity Jones) dopo aver vissuto l’orrore dei campi di concentramento. Qui, viene scelto dall’imprenditore Harrison Van Buren (Guy Pearce) per progettare un imponente centro comunitario che prenderà il suo nome. La lotta per il controllo del progetto, tra l’ideale artistico di Toth e la spinta utilitaristica del capitalista Van Buren, si trasforma in una sfida le cui conseguenze rispecchiano la grandezza dell’edificio che il protagonista è chiamato a realizzare.

Dal punto di vista visivo, The Brutalist è un film che sfida il suo budget relativamente contenuto, riuscendo a creare un mondo tanto ambizioso e grandioso quanto le visioni architettoniche del suo protagonista. La produzione ha affrontato numerosi ostacoli, tra cui la pandemia e rinvii continui, ma ha trovato il modo di realizzare la sua straordinaria visione, proprio come Toth lotta per portare a termine il suo capolavoro, con determinazione e sacrificio.

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Le location delle riprese del film

Nonostante la trama si svolga principalmente negli Stati Uniti, le riprese di The Brutalist hanno avuto luogo principalmente in Ungheria, dove la città di Budapest è diventata il cuore pulsante della produzione. Budapest è ormai un crocevia internazionale per il cinema, grazie alle sue strutture moderne, a un team di produzione altamente qualificato e ai vantaggi fiscali offerti dalle autorità locali.

La capitale ungherese è riuscita a offrire una combinazione perfetta di location che evocano l’America degli anni ’50, ma con un’atmosfera che rimanda anche a un tempo perduto. La scenografa Judy Becker ha trovato in Budapest l’ambiente ideale, come le zone industriali della città, che ricordano la Philadelphia degli anni ’50, e ha dedicato mesi alla ricerca delle location più adatte per ricreare la sensazione di un’America del passato.

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Una delle location più affascinanti è l’area dei moli, dove Toth inizia la sua carriera come spalatore di carbone. Qui, la produzione ha scelto di girare attorno a un imponente magazzino di 13 piani situato sull’isola di Csepel, nel Danubio, un antico deposito di grano che ancora oggi è in funzione.

Un’altra location che merita di essere menzionata è la sinagoga di Teleki László tér, nascosta in una piazza del centro storico di Budapest, che ha fornito il contesto ideale per le scene più intime del film. Non meno significativa è la scelta di filmare le catacombe di Budapest, utilizzate per una scena ambientata in Italia, dove il protagonista affronta una durissima prova nei confronti del suo datore di lavoro.

Il Van Buren Institute

Il Van Buren Institute, l’imponente centro progettato da Toth, non è stato creato in una sola struttura, ma è stato rappresentato attraverso due modelli in scala. Questi modelli, ispirati all’architettura brutalista e alla disposizione dei campi di concentramento della Seconda Guerra Mondiale, sono stati realizzati per evocare il trauma del protagonista. Le scenografie sono state arricchite con dettagli tratti da edifici esistenti in Ungheria, come il bacino idrico József Gruber a Budapest, con le sue colonne curve in stile futurista, e il silo di cemento, che conferiscono alla pellicola una dimensione quasi surreale.

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La Villa di Van Buren

Una delle location più esclusive e scenografiche del film è la villa di Van Buren, situata in Pennsylvania. Tuttavia, la produzione ha scelto di girare questa parte in Ungheria, precisamente al castello di Andrássy a Tóalmás, a soli 60 km da Budapest.

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Costruito nel 1894, questo sontuoso castello rappresenta il massimo dell’opulenza, con le sue 50 stanze, una scalinata curva che richiama l’Opéra Garnier di Parigi, e un giardino d’inverno in stile neoclassico. Il castello, che un tempo apparteneva alla famiglia aristocratica Andrássy, è ora di proprietà di una fondazione religiosa americana, ma può essere visitato su appuntamento, rivelando un angolo di storia e bellezza a pochi passi dalla capitale ungherese.

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Carrara e Venezia

The Brutalist si sposta anche in Italia, con delle scene girate a Carrara, nel cuore delle Alpi Apuane, per le sequenze in cui Toth e Van Buren scelgono il materiale da utilizzare per il loro progetto. Le storiche cave di marmo di Bettogli e Bombarda, che da secoli forniscono il prezioso marmo che ha adornato le più grandi opere d’arte del mondo, sono state utilizzate per conferire al film una bellezza sublime. Le riprese, rese ancora più suggestive dalla nebbia che avvolgeva le cave, sono diventate un potente simbolo della lotta tra la bellezza dell’arte e le dure realtà della produzione industriale.

La produzione ha anche girato a Carrara, nella storica Drogheria Riacci, fondata nel 1850, e lungo la Strada del Marmo, che si snoda tra le montagne, un paesaggio mozzafiato che ben si presta a rappresentare la grandezza dei sogni e delle ambizioni dei protagonisti.

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Infine, il film culmina con una scena finale che si svolge alla Biennale di Architettura di Venezia, dove Toth riceve un riconoscimento per il suo lavoro. In questa parte del film, Corbet mescola con maestria immagini della vera Biennale del 1980 con riprese su Betamax, creando un legame tra il mondo reale e quello immaginario del protagonista.

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