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Tecnologia

Perché ha senso passare a Microsoft Edge

Abbiamo provato il nuovo browser, che brilla per velocità e versatilità. Al punto da candidarsi seriamente a diventare il migliore della categoria

A pensarci bene, non è un tema secondario: il browser è il programma su cui trascorriamo la maggior parte del tempo che dobbiamo spendere al computer. Dalle sue finestre, grazie alla continua migrazione delle applicazioni verso una versione condivisa e per il cloud, transitano la posta elettronica, i file di testo, i fogli di calcolo, molti giochi e contenuti in streaming. Dunque, optare per quello giusto, il più versatile, il meglio performante, è una scelta che fa la differenza.

Per cominciare, un atto d'onestà: la prima cosa che chi scrive è solito fare non appena riceve in prova un nuovo computer, è scaricare Chrome. È sempre stata poca, anzi pressoché nulla, la simpatia nei confronti del vecchio Edge, programma che dall'icona ricordava troppo il preistorico Explorer (e i vari incubi funzionali a esso connessi), che poco brillava per la sua scarsa versatilità e per l'invasività nel voler controllare tutto e di più.

Perciò, l'atteggiamento di fronte a questa versione nuova di zecca di Edge non era esattamente di grande entusiasmo. Entusiasmo, misurato, che invece lo accompagna adesso dopo una prima prova, al termine della quale si è trasformato (spoiler alert) nel nostro nuovo browser per l'uso quotidiano. Sul pc fisso, portatile e anche sullo smartphone.

Edge, per chi non lo sapesse, è basato su Chromium, lo stesso demiurgo dal quale è nato Chrome di Google. Ed è un motore open source, il che sottolinea e conferma l'atteggiamento di apertura in corso da un po' in casa Microsoft, finalmente capace d'intercettare il meglio fuori dal suo recinto e renderlo disponibile a un pubblico di massa com'è quello degli utenti Windows (o Android, ma il nesso è meno diretto).

Sappiamo già cosa state pensando, che in maniera poco elegante potrebbe suonare così: «Ovvio che ti piace, è un clone di Chrome». Non è così, o almeno è vero solo in parte: Edge ha una differenza fondamentale rispetto al software del motore di ricerca per eccellenza. È più veloce. Sensibilmente più veloce. Basta aprire le stesse pagine con la stessa macchina, la medesima connessione, in contemporanea con i due programmi. Edge vince su Chrome. Ed è una velocità a cui ci si abitua, che fa apparire più lento tutto il resto. Chi cerca un salto di qualità nell'esperienza d'uso della navigazione, lo troverà.

Per il resto, l'integrazione con i vecchi sistemi è a prova di pigrizie. La barra dei preferiti viene importata in un attimo e ciò succede, sorpresa, anche in un computer nuovo di zecca. Basta loggarsi con il proprio account di Google dopo l'installazione di Edge (che va scaricato da qui, noi non lo abbiamo trovato di serie nemmeno in una macchina appena scartata) ed ecco le icone delle pagine che usiamo più spesso subito disponibili. Senza richiederle.

Anche le estensioni di Chrome più comuni sono utilizzabili, ed è una bella comodità. Ma forse il plauso principale va alle impostazioni della privacy, che in Edge non sono nascoste o confinate nei meandri di qualche menu remoto come succede su Chrome, anzi sono subito visibili, accessibili. E chiare: consentono, pure a un neofita, di decidere quanto mostrarsi sul web. Di essere, se lo desidera, «rigido»: bandito l'accesso al pc dei tracker dei siti, protezione da quelli dannosi, minore personalizzazione degli annunci pubblicitari. Quindi no, non sarete tartassati da annunci su New York se per caso un vostro amico vi ha chiesto di fare una ricerca sugli Stati Uniti e da allora tutti i tour operator sono sicuri che la Grande Mela sarà la vostra prossima destinazione.

Tra gli strumenti immediatamente accessibili, c'è la traduzione in italiano della pagina che state consultando, così se non masticate l'inglese, il francese o le altre lingue potete farvi un'idea di cosa state leggendo. Non è impeccabile, ma accettabile. Altra funzione che non sapevamo di amare, e di cui invece siamo diventati dipendenti, è la lettura ad alta voce del sito che state visualizzando. Basta aprire un articolo di giornale, schiacciare quel tastino e il computer vi declamerà il contenuto. Intanto potrete andare a fare il caffè, pulire la scrivania o, comunque, staccare per un po' gli occhi dallo schermo. Il tono è meno stucchevole e metallico di quello che ci si aspetterebbe.

Edge non è rivoluzionario, né indispensabile. Ma sa rendere l'esperienza quotidiana con il browser più piacevole. Certo, non è perfetto, in qualcosa ricorda il vecchio sé stesso: il motore di ricerca preimpostato è Bing, ma insomma ci può stare, è sempre una creatura di Microsoft, ovvio che non promuova il suo diretto concorrente. Per scegliere Google o un altro bisogna smanettare un po', è questione di attimi (cercate sullo stesso Bing come fare) e si fa una volta sola. Sono inezie: Edge è il segno che qualcosa è cambiato. Che di Chrome c'è in giro una versione migliore, con un'icona diversa, un nuovo nome, un altro passo.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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