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I progetti del Cnr (che sul Covid è stato ignorato)

I progetti del Cnr (che sul Covid è stato ignorato)

Un miliardo di fondi, 90 sedi e 8600 dipendenti sono i numeri del Cnr. Un dispiegamento di risorse economiche e umane per la ricerca che ha prodotto circa 100 progetti tra il 2019 e il 2020. Ma di cosa si occupa questo Ente pubblico? La seconda parte della nostra inchiesta sul Cnr ci porta a capire cosa facciano i suoi ricercatori e la loro utilità. Con brutte sorprese legate al Covid.


I progetti portati avanti dal Cnr riguardano numerosi settori scientifici divisi in diversi gruppi di ricerca dell’Ente attraverso lo svolgimento di progetti, sottoprogetti e Pon (Programma Operativo Nazionale). I progetti sono suddivisi in ‘Progetti dipartimentali’ e ‘Progetti interdipartimentali’.

I Progetti Pon 2014-2020 trattano sicurezza, bioinformatica, ambiente e salute, gestione integrata e operativa dei dati ambientali, mobilità sostenibile, biodiversità molecolare. Mentre i progetti dipartimentali si occupano tra le tante ricerche di nex data, cambiamenti globali e relativi impatti, gestione sostenibile delle risorse, agricoltura sostenibile, ottica fotonica e plasmi, medicina molecolare, epidemiologia, malattie cardiopolmonari, onocologia.

Cnr: il bilancio, le ombre

Per la varietà delle materie oggetto di ricerca il Cnr durante la pandemia avrebbe dovuto essere un punto di riferimento mentre nel concreto è stato ignorato. Proprio così; il Centro Nazionale per la Ricerca che dispone dei dipartimenti di “Scienze Biomediche” e “Fisica e Materia” aveva tutte le competenze per produrre un vaccino pubblico, per analizzare i dati dei contagi e processare i tamponi con le macchine di cui dispone, invece è stato tagliato fuori. La proposta dei ricercatori di mettere a disposizione i loro macchinari per i tracciamenti dei casi positivi al Covid non ha avuto risposta. Si è preferito delegare ai laboratori privati. Inoltre il Cnr invece di lavorare alla sperimentazione di un vaccino ha anticipato addirittura 3 milioni di euro alla società privata Reithera per il vaccino Made in Italy, quando con l’acquisto di un bioreattore avrebbero magari potuto produrlo in maniera autonoma.

E, come se non bastasse, nei primi mesi dell’emergenza ai ricercatori è stato impedito di entrare nei laboratori. Potevano andarci solo per controllare che i materiali non si deteriorassero. In pratica mentre tutto il mondo scientifico cercava una soluzione per fermare il Covid, l’Italia metteva in lockdown i suoi ricercatori.

“Faccio ricerca nel CNR da vent’anni – racconta Vito Mocella, ricercatore del Cnr di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti (ISASI) del dipartimento di Scienze Fisiche e Tecnologie della Materia di Napoli – è un Ente in cui sono arrivato direttamente dalla Francia dove avevo svolto il mio dottorato ed un periodo post-doc a cavallo con gli Stati Uniti. La situazione attuale del Cnr è la dimostrazione dell’ingerenza della politica: da oltre un anno non è stato rinnovato il presidente e per tutta la durata della pandemia la presidenza è stata prorogata, provocando di fatto uno stallo dell’Ente che è stato quasi completamente escluso dall’emergenza sanitaria, se non per iniziative spontanee dei suoi ricercatori oppure per anticipare i soldi che il governo aveva promesso per il vaccino di Reithera, senza neanche essere coinvolto nel suo sviluppo.

I progetti Cnr 2019 e 2020

Sono 48 i progetti del Cnr finanziati dal Miur nel 2019 e 54 nel 2020

Alcuni dei progetti del 2019

Farmaci malattie rare, Consorzio Antartide, progetto TUO (tesoro lingua italiana), Progetto Biogem, sportello matematico, Agorà brevetti e innovazione, Intelligenza artificiale, Cambiamento climatico, Laboratorio Marino, Economia circolare, Forum Italy-China innovation, Progetto Ostia

Parte dei progetti del 2020

Virus memory, Capitale sociale e risorse per il futuro dell’Italia, Transizione sociale e studio della resilienza post Covid, Protocollo Covid, Cambiamento climatico, Human, Laboratorio Marino politecnico di Marina-Mareco, Farmaci malattie rare, Consorzio Antartide, progetto TUO (tesoro lingua italiana), progetto Biogem, sportello matematico, Agorà brevetti e innovazione, Intelligenza artificiale, Cambiamento climatico, Forum Italy-China innovation, Progetto Ostia

I progetti Covid del Cnr

Sostanzialmente i progetti più importanti di cui si è occupato il Cnr per il Covid sono tra questi tre: Un programma di assistenza domiciliare, la scoperta della quercitina per inibire il covid ed un programma per analizzare il genoma del coronavirus utile per il sequenziamemto delle pericolose varianti. Progetti che ad oggi non hanno trovato alcuna applicazione o come nel caso della quercitina non si é saputo più nulla della sua validità.

Il progetto SmartSatCare,

A settembre 2020 è stato finanziato dalla Agenzia Spaziale Europea il progetto SmartSatCare, per sviluppare e testare una soluzione tecnologica di telemedicina e teleassistenza. L’obiettivo è di aiutare cittadini e operatori socio-sanitari a mitigare le conseguenze dell’emergenza COVID-19 in territori geograficamente vasti e non facilmente serviti per persone anziane e fragili e i loro caregiver, nonché gli operatori socio-sanitari. SmartSatCare offre un supporto accessibile basato su Smart TV, che supera il problema del digital divide e consente agli enti di assistenza di fornire in modo semplice servizi avanzati di e-Health e Telecare.

La quercitina

Uno studio internazionale cui partecipa l’Istituto di nanotecnologia del Cnr ha scoperto a settembre 2020 che la quercetina funge da inibitore specifico per il virus responsabile del Covid-19, mostrando un effetto destabilizzante sulla 3CLpro, una delle proteine fondamentali per la replicazione del virus. Lo studio è pubblicato sull’International journal of biological macromolecules

Progetto CorGat

Uno studio condotto dall’Istituto di biomembrane, bioenergetica e biotecnologie molecolari del Cnr di Bari, assieme all’Università degli Studi di Bari e all’Università Statale di Milano di gennaio 2021 ha permesso di realizzare un applicativo per facilitare l’analisi del genoma del coronavirus. La piattaforma, accessibile senza alcun tipo di vincolo o restrizione, rappresenta un utile strumento per capire i possibili effetti funzionali delle “varianti” del genoma del virus, con potenziali implicazioni anche per lo sviluppo di terapie e vaccini. Il metodo è stato pubblicato su Bioinformatics

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