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Lavoro

Un aiuto alla sanità con gli infermieri arrivati da lontano

Centinaia di professionisti dell’assistenza fatti arrivare da Tunisia, Brasile, Uruguay, Paraguay, Perù e Repubblica Dominicana. Li prepara un progetto avanzato di Openjobmetis, prima e unica Agenzia per il lavoro quotata alla Borsa italiana.

C’è Humberto che, dall’Argentina, è arrivato con la sua famiglia in un piccolo borgo calabrese e ora lavora come fisioterapista in una struttura sanitaria per anziani. Ci sono Leticia e Rafael, infermieri brasiliani che da pochi mesi prestano il loro servizio ad Alba, e ci sono centinaia di altre storie come queste, che riguardano professionisti sanitari giunti in Italia all’Hub International Recruitment (www.internationalrecruitment.it), ideato dall’Agenzia per il lavoro Openjobmetis Spa.

Il mondo della sanità nazionale, che si apre al mondo: in tempi complessi come quelli che stiamo vivendo, con una carenza di infermieri attualmente stimata in circa 65 mila (e altri 100 mila andranno in pensione nei prossimi dieci anni) e un Servizio sanitario che in alcune regioni d’Italia è ormai quasi al collasso, riuscire ad attrarre professionisti da altri Paesi diventa fondamentale:

«Questo progetto è iniziato quasi due anni fa» illustra Daniela Pomarolli, Head of International Recruitment di Openjobmetis. «E finora ha portato in Italia circa 500 tra infermieri, fisioterapisti, e anche alcuni medici. Operiamo su diversi Paesi, principalmente su Tunisia, Brasile, Perù, Uruguay, Paraguay e Repubblica Dominicana: adesso stiamo cercando di inserire anche El Salvador».

Gli ostacoli però esistono, inutile negarlo: e solo con un grande e ponderato lavoro di selezione, formazione e affiancamento si può arrivare a risultati eccellenti e appaganti per entrambe le parti, sia per lo straniero che arriva in Italia con speranze di una carriera migliore sia per l’azienda che lo inserisce in organico: «Siamo molto attenti a tutto il processo di ricerca e selezione del personale» continua Pomarolli. «Innanzitutto perché il settore sanitario è delicatissimo e cruciale. I nostri infermieri devono avare una conoscenza della lingua italiana pari almeno a un livello A2 o B1, e inoltre al loro arrivo nel nostro Paese organizziamo corsi intensivi, della durata di un mese, durante i quali i candidati studiano italiano, deontologia e approfondiscono appunto le scienze infermieristiche».

Per quanto riguarda i requisiti di ingresso e la verifica della formazione dei candidati, la legge italiana è giustamente molto severa: tanto che il processo tra la candidatura, che si fa online su www.internationalrecruitment.it e l’effettivo inserimento al lavoro passano almeno sei mesi, per i controlli burocratici. Esperienze come queste permettono alla sanità italiana di tirare qualche sospiro di sollievo.

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Alessandra Fantechi