Nell’entroterra della Gallura, a pochi minuti da Porto Rotondo e dal suo mare di cristallo, ha da poco aperto Sulià House, un albergo piccolo e raffinato. Qui il lusso incontra la tranquillità, la cucina è stellata, l’atmosfera ha la pigra dolcezza di casa.
Ecco Porto Rotondo con le sue circolarità vezzose, la piazzetta San Marco e il canale che riecheggia Venezia. Ecco Porto Cervo, cuore ed emblema della Costa Smeralda, con le boutique di lusso e gli yacht che galleggiano pingui sull’acqua di cristallo. È la Sardegna scontata e un po’ sfrontata, opulenta e godereccia. Che nasconde il suo tesoro a poche decine di minuti d’automobile: l’entroterra della Gallura, con la sua vegetazione ribelle, le rocce vive, il silenzio perenne, lo sguardo sterminato e lirico sul mare. Un rifugio per sfuggire alle folle e rimanere ancorati alla bellezza.
È qui che da poche settimane ha aperto Sulià House Porto Rotondo, Curio Collection by Hilton, una destinazione che già dal nome racconta tantissimo. Sulià è sardo e significa solare, soleggiato: una condizione felice e una promessa d’accoglienza; house è casa, perché il gigantismo dei resort resta fuori, non entra. Le stanze sono appena 22 e ciascuna scruta il golfo di Cugnana, abbraccio d’azzurro che è un respiro in profondità, un sollievo per gli occhi. Hanno tutti i comfort pensabili, incluso un terrazzino e un letto magnifico in cui abbandonarsi al riposo dopo una giornata di escursioni e tentazioni.
L’ospite può percorrere tante strade: oziare nella struttura, godersi la grande piscina privata, farsi cullare da un’amaca, tuffarsi in un bagno di sole su una chaise longue di design. Ancora, allenarsi nella palestra, ritemprarsi nella sauna, regalarsi uno dei massaggi nella spa o nel rigoglioso giardino, dagli alberi scolpiti come fossero opere d’arte. Oppure uscire, andare ed esplorare: la Tomba dei giganti e le altre costruzioni in pietra della civiltà nuragica; San Pantaleo, delizioso borgo dal tempo sospeso, trionfo di gallerie d’arte, negozietti vintage, botteghe di fabbri, ristoranti, bar all’aperto. Tra muri di fiori e altre vezzosità perfette per Instagram.
La Sulià House propone navette per raggiungere le spiagge, tra cui quella dei Sassi a dieci minuti scarsi: una baia di trasparenze che paiono rubate a una meta tropicale. Sono una delle tante alternative disponibili, però non occorre arrivare preparati e con le idee troppo chiare: il personale dell’albergo saprà consigliare, organizzare, stupire. Come all’arrivo, quando all’ospite vengono fatte annusare varie essenze di Sardegna che diventeranno la colonna olfattiva della permanenza: saranno spruzzate nella stanza, trasformandosi in rassicuranti madeleine. Spoiler: il mirto vince.
In assoluto, sono le persone il punto di forza di questo approdo isolano. A cominciare dal direttore Mark Basaloga, appena 26enne, già con un lungo curriculum alle spalle: è sempre lì, da mattina a sera, a controllare che tutto sia in ordine. Dai libri nella zona lettura alle bottiglie nella cantina dei vini locali. Perché qui è tutto a chilometro zero virgola zero: già, l’apoteosi della prossimità, uno spirito di vicinanza che trova il suo apice nel ristorante Pasigà, capace di regalare delizie dalla colazione alla cena, passando per il brunch all’aperitivo servito in piscina, in una «cabana», un elegante tocco d’esotico.
La cucina è quella stellata dello chef Claudio Melis, che fa della sostenibilità, della naturalezza degli ingredienti, la sua bandiera. Condimenti e guarnizioni arrivano dall’orto e dalle piante che crescono nei dintorni, il piattissimo pane guttiau scatena dipendenze, pesci e carni sono freschissimi. Diventano capolavori nel piatto, senza le rigidità dei ristoranti d’alta cucina.Il clima è rilassato, informale, come si addice a una vacanza. L’executive chef Emanuele Mazzella dirige l’orchestra della brigata e si affaccia tra i tavoli per raccogliere le opinioni degli ospiti: a leggere le recensioni su internet, solo complimenti. L’assistant F&B Manager Sergio Sanna consiglia i vini adatti per accompagnare la cena, l’head barman Mauro Spadetto realizza cocktail fantasiosi ma coerenti con la filosofia della casa: erbe colte personalmente, liquori della zona, dal gin al vermut, divagazioni al rum, virate alla vodka. Sapori inaspettati, d’evasione, come l’atmosfera di questa Sardegna dal passo lento e autentico.