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Eterna giovinezza: i 70 sono i nuovi 50

Eterna giovinezza: i 70 sono i nuovi 50

Gli ultra 65enni sono sempre più numerosi in Italia (fra trent’anni il rapporto anziani-giovani sarà di 7 a 10), sempre più attivi e protagonisti di consumi economici e rinnovate stagioni affettive. Non solo: per molti la terza età non significa abbandono del lavoroo degli impegni. Che, invece, sono un elisir per salute fisica e benessere mentale.


Guai a chiamarli vecchi. I Settantennials non ci pensano nemmeno a mollare, vogliono giocarsela fino alla fine, al punto che non disdegnano nemmeno di cercare l’anima gemella. Sono consapevoli di avere il potere economico in mano, grazie ai risparmi di una vita, hanno capacità di spesa elevata, una discreta salute che curano molto e, in quanto tali, sono corteggiatissimi dalle aziende. Non parliamo di brand dei pannolini o delle dentiere, ma di imprese che offrono servizi di tutti i tipi, dalla moda al divertimento, al tempo libero.

Fino a poco fa si parlava dei sessantenni come della nuova frontiera della longevità, ora lo sguardo degli operatori economici si è spostato in avanti. Un’analisi condotta dalla società di consulenza strategica Kearney, in collaborazione con Swg e presentata durante l’evento «Settantennials, le esigenze di una nuova classe emergente», ha rilevato che il rapporto tra anziani e giovani, oggi di 4 a 10, tra meno di trent’anni crescerà del 34 per cento arrivando a una proporzione di 7 a 10. L’80 per cento degli oltre 14 milioni di anziani è autosufficiente e richiede servizi legati a uno stile di vita basato sulla socialità e la vita attiva. Tutte variabili che il sistema bancario e assicurativo sta considerando per dare un’offerta complementare a quella del Sistema Paese e fuori dagli standard tipici dell’assistenza ai non autosufficienti. «Abbiamo raccolto prodotti finanziari e assicurativi per il mondo dei senior a partire dai limiti d’età innalzati a 90 anni» spiega Alessandro Scarfò, amministratore delegato e direttore generale di Intesa Sanpaolo Assicura.

Secondo i dati presentati da Kearney, i «Settantennials» in Italia detengono una quota consistente della ricchezza nazionale rappresentando il 30 per cento dei consumi annuali (220 miliardi di euro) e più del 30 per cento del patrimonio di ricchezza complessivo (3.200 miliardi). Per il 63 per cento le priorità sono mantenere una buona forma fisica, potersi curare in maniera adeguata (48 per cento) e conservare il proprio tenore di vita (30 per cento); temono invece la solitudine e l’inattività (42 per cento), oltre che l’impoverimento economico (34 per cento). Proprio perché desiderano sentirsi attivi, alcuni prolungano l’impegno nel lavoro. Dai dati Istat emerge che è cresciuta l’età media dei pensionati che continuano a lavorare. Nel 2021 il 78,6 per cento aveva almeno 65 anni e il 45,4 era intorno ai 70. Il 41,4 per cento svolge una professione qualificata, il 56,3 sono lavoratori autonomi (in aumento rispetto al biennio 2019-2020), il 24,9 liberi professionisti.

Si dice spesso che chi continua ad andare in ufficio «ruba il posto» ai giovani. In realtà, spesso i pensionati lavoratori sono un aiuto per i loro figli con attività precarie o mal retribuite. Per il 60 per cento delle famiglie con pensionati, i trasferimenti pensionistici costituiscono più dei tre quarti del reddito familiare disponibile. Sono a tutti gli effetti una forma di welfare. Non solo. Gli studi hanno dimostrato che l’inattività e il senso di vuoto e inutilità che spesso ne consegue hanno effetti negativi sulla salute mentre il pensionamento «attivo» evita il declino cognitivo e riduce l’isolamento sociale. La Società Italiana di Gerontologia e Geriatria ha rilevato che entro i primi due anni dal pensionamento, aumentano gli eventi cardiovascolari, la depressione e il ricorso ai farmaci. Una ricerca pubblicata dalla rivista CDC Preventing Chronic Disease su un campione di 83 mila persone ha stabilito che gli ultra-65enni ancora lavoratori hanno tre volte maggiori probabilità di stare meglio fisicamente rispetto a chi è inattivo; e il 50 per cento di rischio in meno di contrarre patologie serie come cancro o malattie cardiache.

Negli ultimi dieci anni, gli ultra-65enni sono quasi raddoppiati, passando da 372 mila a 705 mila, ma sono meno della media Ocse: 5,1 per cento contro il 15. Quindi non deve stupire se i Settantennials vogliono restare dinamici al pari dei più giovani cinquantenni. E se sono comunque una minoranza coloro che continuano a lavorare, non vuol dire che preferiscono passare le giornate davanti alla tv. Tutt’altro. Viaggiano, coltivano interessi culturali e cercano di avere una vita sociale e relazionale. C’è anche chi non considera l’età un ostacolo per ricreare una coppia. D’altronde non mancano gli esempi di personaggi famosi. Il magnate australiano, Rupert Murdoch, a 92 anni, si è fidanzato e «sfidanzato» nel giro di pochi mesi e ha affermato che non pone limiti alla ricerca di una nuova consorte.

Ford Models, agenzia di culto, arruola sempre più «ragazze» ultra-70enni per incontrare le richieste dei brand. E a Londra ha aperto la Grey Model, agenzia con modelle che hanno esclusivamente oltre mezzo secolo di vita. Qui ha iniziato la sua carriera, all’età di 82 anni, dopo la morte del marito, Frances Dunscombe, celebrata dal quotidiano Wall Street Journal come ispirazione per tutte le donne che vogliono cambiare vita, a qualsiasi età. Oggi, a 90 anni, posa ancora per i servizi in lingerie. Lauren Hutton, top model degli anni Settanta, oggi 79enne, oltre a essere testimonial per il marchio di intimo Cuup si è esibita quasi in topless sulla copertina del patinato Harper’s Bazaar. Non ci sono solo nomi noti. È il caso di Carolyn Doelling, un’elegante signora afroamericana, ex bancaria in pensione, che a 74 anni è stata notata in un negozio e ingaggiata per un servizio di moda. Ora sfila in passerella e fa l’influencer sui social.

Nel giro di 10 anni, nel nostro Paese è aumentato del 55,7 per cento (lo certifica l’Istat) il numero delle persone con più di 70 anni che hanno deciso di sposarsi o risposarsi. Si moltiplicano i siti di incontri per la terza età. In Italia sono ancora un numero abbastanza ristretto ma stanno crescendo. Il più popolare è Cocooners, piattaforma non solo per il «dating» ma che organizza eventi, viaggi, tour giornalieri, corsi online e in presenza, su svariati temi, oltre a rubriche sulla salute. «Il nostro target è di persone tra 60 e 74 anni. La presenza femminile è del 60-65 per cento. Gli uomini sono meno attivi e spesso sono le donne a trascinarli. Non ci sono solo single, ma questi non fanno mistero di volere una coppia stabile. Talvolta le donne si lamentano perché negli eventi ci sono pochi uomini» spiega l’amministratore delegato e fondatore Maurizio De Palma. La piattaforma lanciata nel 2021 ha già raddoppiato il fatturato, dice il manager, e conta 50 mila iscritti e oltre 100 mila nuovi visitatori al mese.

Che cosa chiedono? «Cercano occasioni di incontro, di socialità. Sono curiosi, hanno voglia di novità ed essenzialmente di stare insieme ai loro coetanei. Sono più dinamici di come di solito vengono rappresentati. Amano viaggiare o, semplicemente, partecipare a eventi gastronomici. Grazie a una partnership con la piattaforma Singles50 mettiamo a disposizione un database con 800 mila profili per chi voglia fare nuovi incontri sentimentali». La seconda giovinezza comincia dai 70.

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