Home » Guida ragionata alla Biennale Arte di Venezia

Guida ragionata alla Biennale Arte di Venezia

Guida ragionata alla Biennale Arte di Venezia

Fino al 24 novembre, la 60esima edizione della Biennale Arte di Venezia, curata dal sudamericano Adriano Perosa, mostrerà ai visitatori i lavori di 332 artisti provenienti da tutto il mondo, compreso il cosiddetto «Global South», ovvero quei Paesi economicamente e politicamente emarginati al di sotto dell’Equatore. Per un dialogo culturale in grado di offrire letture sulla contemporaneità.


Si potrebbero prendere in considerazione diversi e affascinanti studi sull’etimologia della parola «straniero», il sostantivo scelto per entrare nel merito del tema della 60esima edizione della Biennale d’arte di Venezia (20 aprile- 24 novembre 2024). Dal greco xenoi al latino extraneum, il termine ha diverse valenze di significato accomunabili con due concetti chiave: quello dell’«estraneo», dell’esterno alla polis, all’impero, a una certa patria e quello di «strano», barbaro, di diverso dal consueto. Inizialmente per il suo modo di abbigliarsi, mangiare, agire fino a quando l’estraneità dello strano non diventa una categoria fondamentale dell’incognito e di riflesso della paura/fobia.

Ora, deve aver riflettuto molto, proprio partendo da tale genesi linguistica, Adriano Perosa il primo direttore artistico della Biennale Arte proveniente dal Sud America, e anche il primo apertamente appartenente alla comunità queer, quando ha scelto il titolo Stranieri Ovunque. Un tema tosto per un periodo altrettando fosco e turbolendo, tra guerre, crisi umanitarie ed economiche, che pone interrogativi sulla condizione di estraneità di ciascuno di noi, ma esplicita anche la vasta partecipazione di artisti provenienti dal «Global South», definizione geografica che comprende tutte le aree storicamente, politicamente ed economicamente emarginate, situate in gran parte sotto l’Equatore.

Naturalmente Arsenale e Giardini saranno le sedi principali della Biennale, con 90 padiglioni di altrettanti Paesi e 30 eventi collaterali diffusi nella città, oltre a una sezione speciale a Forte Marghera dedicata al lavoro dell’artista italiana Nedda Guidi. Inoltre la mostra Stranieri Ovunque sarà suddivisa, per la prima volta, in due macro sezioni: il nucleo storico e quello contemporaneo con la ricchissima partecipazione di 330 artisti. Il nucleo storico, dislocato in sole tre sale, ma con un numero più alto di artisti rispetto al contemporaneo, ciascuno presente con un’unica opera, promette una rilettura del Novecento secondo una prospettiva inedita: saranno indagate le forme di modernismo considerate non occidentali, approfondendo i panorami storico-artistici di Centro e Sud America, Africa, Asia e Oceania, dall’inizio alla fine del XX secolo. Il tutto suddiviso in tre sezioni: Astrazioni, Ritratti (incentrata soprattutto sulle crisi della rappresentazione della figura umana), e Diaspora italiana. Quest’ultima dedicata a 40 artisti italiani o italodiscendenti che hanno scelto di stabilirsi fuori dai confini nazionali, non europei e statunitensi, ma in tutti i continenti, dando vita così a una narrazione artistica di commistione e simbiosi culturale.

Nel nucleo contemporaneo invece, che occupa gli spazi delle Corderie dell’Arsenale, oltre agli artisti di diversa provenienza geografica tutti con lavori che entreranno nel merito del termine straniero inteso come strano, emarginato, rifugiato, esule, queer, ospita anche Disobedience Archive, un progetto del curatore e critico Marco Scotini che dal 2005 sviluppa un archivio video volto a indagare le relazioni tra pratiche artistiche e attivismo. Dei due Progetti speciali di quest’anno, uno è nel Padiglione delle Arti applicate, in Arsenale, con sette dipinti e collage dell’artista brasiliana Beatriz Milhazes, l’altro nel Padiglione Italia, alle Tese delle Vergini, sempre all’Arsenale, dedicato all’artista Massimo Bartolini (vedi testo nelle pagine successive). Ora, al di là della valenza politica che un tema come quello di Pedrosa genera, vale la pena di ricordare che se Venezia è stata sede della Serenissina Repubblica lo deve anche ai grandi flussi, agli scambi, alle contaminazioni tra popoli. n © riproduzione riservata

Guida ragionata alla Biennale Arte di Venezia
Selwyn Wilson (Taumarere, Te Tai Tokerau/ Northland, Nuova Zelanda, 1927-2002).
Guida ragionata alla Biennale Arte di Venezia
Lorna Selim (Sheffield, Regno Unito, 1928 -Abergavenny, Galles 2021), Unknown, 1958
Guida ragionata alla Biennale Arte di Venezia
Qoede Lee (Chilgok, Corea del Sud, 1913-Corea del Nord, 1965), Self-portrait in a Long Blue Coat, 1948-49.
Guida ragionata alla Biennale Arte di Venezia
MAHKU (Movimento dos Artistas Huni Kuin), Indigenous, Brasile, 2013.
Guida ragionata alla Biennale Arte di Venezia
Grace Salome Kwami (Worawora, Ghana, 1923- 2006), Girl in Red (Portrait of Gladys Ankora), 1954.
Guida ragionata alla Biennale Arte di Venezia
Pacita Abad (Basco, Filippine, 1946–2005), You Have to Blend in Before You Stand Out, 1995.
Guida ragionata alla Biennale Arte di Venezia
Le donne del penitenziario femminile della Giudecca. Padiglione Vaticano.
Guida ragionata alla Biennale Arte di Venezia
Mónica de Miranda, Ground, 2024. Padiglione Portogallo
Guida ragionata alla Biennale Arte di Venezia
Kamil Mulashev , Over the White Desert, 1978. Cardboard, tempera. Padiglione Kazakhstan.
Guida ragionata alla Biennale Arte di Venezia
Iva Lulashi, Zeu pater, 2020, olio su tela. Padiglione Albania.
Guida ragionata alla Biennale Arte di Venezia
Romuald Hazoumè, Carpe Rouge, 2019, piume di struzzo naturali e di plastica. Padiglione Benin.
Guida ragionata alla Biennale Arte di Venezia
Julien Creuzet, A Titre – Heurtoir 2, scultura in bronzo, 2024. Padiglione Francia.
© Riproduzione Riservata