Cristina Seymandi: «Sono diventata la guru degli amori infelici»
Il discredito «virale» che si trasforma in opportunità. Un anno fa tutti parlavano di lei per essere stata lasciata pubblicamente dal fidanzato (motivazione: il presunto tradimento). Da lì, la risalita... Così, oggi, consola e dà consigli a centinaia di donne e uomini che le scrivono.
Nell’estate dei falò e dei tradimenti che raggiungono picchi di share che neanche le Olimpiadi si sognano, la mente torna indietro a dodici mesi fa. Quando l’affaire Segre-Seymandi scosse la felpata Torino-bene, per poi dilagare sui social. Bastò un video, subito virale, dove una elegante donna bionda, durante la festa a sorpresa del suo compleanno organizzata dal fidanzato, venne lasciata e denigrata davanti agli invitati. Un anno dopo Cristina Seymandi, sempre bella, magra, bionda imprenditrice torinese, non solo si è rialzata, risorgendo come una novella Fenice, ma sta per pubblicare il suo primo libro dal titolo Ribelle. «È un abbraccio per chi ha bisogno di riacquistare fiducia nella vita. È il frutto di quello che mi è successo. Io barcollo, ma non mollo. Se quei primi dieci giorni avrebbero ammazzato chiunque, io ho resistito. E sono rimasta in piedi».
Come ci è riuscita?
Sono dotata di capacità e analisi. Non mi sono sentita attaccata dalle critiche, stavano giudicando una persona che non ero io. Perché dovevo sentirmi offesa da chi non mi conosceva, né aveva coscienza della mia relazione con quell’uomo. Erano solo parole al vento. Era come se stessero commentando un film, non la realtà.
Qual era la realtà?
La botta violenta c’è stata, i primi giorni obiettivamente sono stati terribili. Non ero in Italia, sono partita subito, ma quando ho letto migliaia di commenti, ho capito che girava un video. Se la si vede in maniera distaccata, noi eravamo due persone sconosciute, non personaggi pubblici. Eppure abbiamo ricevuto milioni di commenti da tutto il mondo, perché il video è diventato virale ovunque. Una cosa che può distruggerti. Deve esserci il diritto all’oblio. I social non possono pubblicare tutto senza alcun controllo. Una persona non può essere messa alla gogna mediatica come è successo a me. Mi hanno condannata perché una donna bionda, «taglia 40», vicino a un uomo più anziano, per forza deve essere una che sta con lui per i soldi, non lo ama e sta cercando di approfittare della situazione. È un pericoloso pregiudizio.
Come è riuscita a rialzarsi?
Subito dopo ero in azienda. Ho un’impresa metalmeccanica con 157 dipendenti. Non ho possibilità di avere défaillances emotive: sono una donna separata, ho una figlia diciottenne e molte responsabilità. Non posso certo cadere in depressione. Non tutti reagiscono così. E l’ho visto nelle centinaia di persone che mi hanno scritto.
Chi le ha scritto?
Uomini e donne di qualunque età e condizione sociale. Dai vent’anni in su. Ieri una coetanea mi ha confessato che da 13 anni è vessata dall’ex marito, che non ce la fa più, ma lui non accetta la fine del matrimonio. Mi ha chiesto: «Come fai ad avere ancora la voglia di vivere dopo che il tuo compagno ti ha messo alla berlina in quella maniera?».
E lei cosa ha risposto?
Il percorso che abbiamo su questa Terra è uno solo e dobbiamo concentrarci sulla nostra vita e non su quella dell’altro. L’obiettivo è di realizzarci come persone. Quello che si frappone tra noi e l’obiettivo deve essere messo ai margini nella maniera più netta.
La stupisce questo nuovo ruolo di consolatrice degli afflitti?
No, perché le relazioni sono in crisi, manca il dialogo, l’empatia. Ci sono tante coppie che soffrono. È un mondo veloce che non ti dà il tempo di approfondire, di riflettere. C’è una profonda solitudine, un vuoto di sensibilità.
In questo vuoto, che peso ha il tradimento? Lei è stata accusata dal suo fidanzato di avere altre relazioni.
Il tradimento è l’ultimo tema. A me, per esempio, nessuno ha mai chiesto se le cose dette da lui fossero vere o meno. Non fregava un bel niente né chi fosse l’oggetto dello scandalo, né se il tradimento era davvero avvenuto. La cosa che ha fatto più scalpore è stata la resa dei conti in pubblico.
Perché il suo compagno, Massimo Segre, ha scelto in modo molto poco torinese di mettere in piazza la vostra vita privata?
Forse affrontarsi, dirsi le cose vis-à-vis non è così semplice. L’amore semplice è appannaggio della gioventù, per la nostra generazione tutto sembra più complicato. Si innestano tante cose: il lavoro, le famiglie, i rapporti con i figli. Penso ci sia un alto grado di analfabetismo sentimentale. Una volta avevamo l’immagine della famiglia perfetta, oggi i confini dei ruoli sono sfumati. Siamo in larga parte individualisti. Per stare insieme c’è bisogno di un dialogo continuo, una parità di priorità e di vita. O la coppia scoppia.
Una coppia scoppia per un tradimento?
Distinguo le emozioni dall’amore. Le prime possono accadere nel corso della vita, durano un attimo, poi tutto finisce. Sono momenti di debolezza, sbagliati. L’amore è una costruzione. Ma il tradimento è la conseguenza, non la causa. Ci sono coppie che stanno insieme tutta la vita, magari si sono traditi, eppure continuano a non poter fare a meno l’uno dell’altra. Il tradimento ha dinamiche personali, motivazioni che a volte esulano anche dal compagno. Per esperienza personale ho visto rapporti rinsaldarsi dopo una crisi. Perché sono solo emozioni, non sentimento.
Perciò il peccato veniale non sono mai le corna?
Piuttosto la mancanza di empatia. Momenti di bassa autostima. Se ci si concentra per far stare bene la propria amata, probabilmente lei non ti tradirà mai.
Che quadro emerge dai messaggi che le inviano?
Le donne sono prive di forza, non riescono a trovare motivazioni per andare avanti, sono svuotate. Magari sono anni che lottano. Sono spesso umiliate, hanno perso stima e fiducia in loro stesse. Non riescono a reagire, sono confuse, depresse. Chi mi scrive è in terapia da anni. Tante cercano in ogni modo di trovare una giustificazione ai comportamenti lesivi. È sbagliato, li puoi comprendere, mai giustificare.
Le hanno raccontato di aver avuto esperienze come la sua?
Non è necessario un video virale, in certi piccoli contesti basta una voce maligna che si diffonde. Ci sono persone più sensibili che si sentono giudicate, sporche. A volte per screditarle basta un pettegolezzo. Messaggi privati o foto, diffuse anche in un contesto familiare. È sufficiente questo per sentirsi spogliate della propria privacy. E succede molto spesso, soprattutto tra le coppie più giovani.
Gli uomini con lei sono stati impietosi, cosa le scrivono oggi?
La maggior parte ha manifestato solidarietà e ammirazione per la mia reazione soprattutto nell’ambito professionale. Non è semplice mantenere un atteggiamento centrato, mentre fanno a pezzi il tuo privato. Hanno apprezzato il mio riserbo, l’atteggiamento sabaudo. Ho ricevuto un messaggio che mi ha commosso: «Sei una donna bella e forte. Ho due figlie, spero sappiano reagire come te alle cadute e alle risalite nella vita. Grazie per l’esempio».