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Aeroporti e voli: il futuro è già qui

Aeroporti e voli: il futuro è già qui

Controlli e imbarchi più veloci grazie alla biometria, meno bagagli smarriti e possibilità di spedirli dalle città, mezzi poco inquinanti e dalle forme evolute. La nuova era di terminal e aerei, che farà «decollare» altre abitudini.


Prepariamoci a un’esperienza di viaggio in aereo più comoda, semplice, a tratti sorprendente, almeno rispetto alle nostre abitudini odierne. Per cominciare, grazie alla geolocalizzazione, lo smartphone ci mostrerà sempre sullo schermo, al momento giusto, quello che ci serve: il biglietto del treno verso l’aeroporto da esibire al controllore, la prenotazione del parcheggio da passare sotto il lettore se ci muoviamo in macchina, la carta d’imbarco per accedere ai controlli di sicurezza e poi a bordo. Così, non perderemo tempo a cercarli tra app, mail e cartelle assortite di documenti vari. Quando arriveranno sul mercato gli occhiali e le lenti con la realtà aumentata di serie, quegli oggetti capaci di sovrapporre pezzi di mondo digitale al reale, verremo guidati da semplici frecce fino al nostro gate, conoscendo in tempo reale la distanza da percorrere, i minuti d’attesa, quando tocca a noi imbarcarci. Sapremo se avremo qualche minuto supplementare per fare shopping prima del decollo, approfittando dell’offerta di un negozio nel terminal, anch’essa raccontata da una notifica.

Non dovremo più trascinarci ingombranti bagagli: potremo lasciarli in stazione o in altri comodi punti di raccolta sparsi in città, magari dietro casa. «Avremo aeroporti virtuali, delocalizzati, a cui affidare alcune fasi tipiche del viaggio per renderlo più fluido» anticipa a Panorama Sergio Colella, presidente Europa di Sita, «il braccio tecnologico del trasporto aereo», una realtà di riferimento nel settore, fondata più di 70 anni fa, capace oggi di contribuire all’efficienza operativa di oltre 1.000 scali, rendere connessi circa 18 mila velivoli in tutto il mondo, aiutare più di 70 governi a garantire la sicurezza tra i confini, offrendo ai passeggeri trasferimenti senza intoppi.

Sita è l’interlocutore ideale per capire, non solo immaginare, come voleremo domani. A partire dall’orizzonte che ci preoccupa di più, la prossima estate, memori dei ritardi, delle cancellazioni a pioggia, del caos generale della precedente: «Faremo meglio, siamo più preparati. Va considerato che siamo tornati a un 90 per cento del traffico rispetto a prima della pandemia, ma a causa del Covid abbiamo perso circa 2 milioni di posti di lavoro» fa i conti Colella. Al di là delle doverose assunzioni, il problema si risolve, anche, con l’automazione: «Per rispondere alla domanda crescente del mercato, dobbiamo creare produttività in spazi limitati con personale relativamente ridotto».

La tecnologia, nel trasporto aereo, diventa così una necessità. E si traduce in una metamorfosi delle abitudini di noi viaggiatori, a cominciare dai bagagli affidati alle macchinette in modalità self-service. «Il livello di soddisfazione è più alto, è un metodo meno intrusivo, lo fai secondo i tuoi tempi» commenta Colella. Poi, c’è la biometria: l’abbinamento tra il documento, la carta d’imbarco e una foto che ci viene scattata all’arrivo allo scalo. Qui, una postazione genera un «token», un passe-partout univoco, così è possibile accedere ai controlli o salire in aereo tramite un veloce riconoscimento facciale: «Si tratta di un metodo più sicuro di quello manuale e parecchio più rapido.

Se prendiamo come parametro un Airbus A350 (uno dei velivoli di ultima generazione per le tratte a lungo raggio, ndr), i tempi d’imbarco si riducono del 35 per cento». Intervalli snelliti ulteriormente, in prospettiva, quando avremo un’identità digitale, «l’equivalente del nostro passaporto direttamente sullo smartphone. Tutte le procedure, inclusi i controlli alla frontiera, passando per la verifica di visti e autorizzazioni come l’Esta americano, saranno immediati. Servirà però garantire un massimo livello di sicurezza e tutelare la privacy delle persone». Sono le direzioni logiche e logistiche di un territorio in fermento, che spalanca volentieri i gate all’innovazione, che adotta l’intelligenza artificiale «per regolare i flussi degli aerei e del controllo del traffico, accorciando partenze, atterraggi e movimenti a terra. Si calcola che si possono ridurre fino al 10 per cento le emissioni di CO2 ottimizzando i tempi di rullaggio».

La sostenibilità, d’altronde, è la grande sfida che il settore vuole vincere anche per superare il cosiddetto «flight shaming», le critiche al trasporto in quota per il suo impatto sull’ambiente: «La decarbonizzazione è necessaria, dobbiamo creare un’industria pulita». Per riuscirci, le strade sono molteplici, a partire da tecniche costruttive evolute: «Funzionano. Abbiamo già macchine che consumano circa il 10 per cento in meno della generazione precedente». E avremo carburanti più puliti, fino alla modifica radicale delle fonti di energia: «Arriveranno gli aerei elettrici o alimentati dall’idrogeno. Sarà quella, nessun’altra, la spinta che farà cambiare l’aspetto dei mezzi. Gli darà modo, per esempio, di ospitare le batterie». Nessun vezzo di designer particolarmente ispirati dunque, ma forma che si presta all’evolversi delle funzioni.

Non è un’utopia, piuttosto una traiettoria sdoganata dai taxi elettrici volanti, che nei prossimi anni collegheranno gli aeroporti con le stazioni o altri punti strategici delle città. Roma e Parigi sono avanti, ospiteranno i primi decolli. Che altro? «Il Wi-Fi, tendenzialmente, sarà gratis per tutti. I passeggeri non sembrano troppo propensi a pagare per questo servizio. Non sarà una fonte di reddito decisiva per le compagnie». E poi, un’altra buona notizia per noi viaggiatori: «I bagagli persi saranno sempre meno. Pure quando verranno smarriti, i tempi d’attesa per riaverli si ridurranno moltissimo». Solo nel 2022, le valigie non consegnate sono costate al settore dell’aviazione circa 2,2 miliardi di dollari: gli investimenti tecnologici per metterli sul primo volo utile e farli riavere al legittimo proprietario in maniera rapida, minimizzando il disagio, si stanno facendo ingenti.

Quanto alle tariffe, non si attendono particolari rivoluzioni, giusto una polarizzazione dell’offerta: «Alcune compagnie si indirizzeranno verso esperienze premium, creando cabine confortevoli e lussuose per i loro passeggeri; altre punteranno con decisione sul low cost, per far viaggiare più persone in contemporanea». Ecco, non importa come, di sicuro continueremo a volare.

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