Si dice che sia più inglese della defunta regina Elisabetta. E qualcuno aggiunge anche più del Big Ben. Di certo è nata nel quartiere londinese di Croydon il 16 gennaio del 1974, pertanto l’oltretempo Katherine Ann Moss, detta Kate, ha appena compiuto, anche lei spendida «baby face», 50 anni. Dei quali 36 passati sui set fotografici e sulle passerelle internazionali: Kate aveva infatti 14 anni quando Sarah Doukas, la fondatrice dell’agenzia di modelli Storm, la individua all’aeroporto di New York e la inserisce nel suo «portfolio», nonostante fosse bassa (solo un metro e 70) e molto magra, rispetto alle top di quegli anni, donne statuarie come Claudia Schiffer, Monica Bellucci, Naomi Campbell.
Intanto, nei primi anni Novanta arriva la band dei Nirvana, si impone lo stile grunge e questa anti-modella, ossuta, poco ammiccante ma grintosa e dallo sguardo sfuggente diventa il nuovo simbolo della bellezza contemporanea. Il primo a coglierne l’acerbo fascino seduttivo sarà lo stilista Calvin Klein che, nel 1992, la vuole per la sua trasgressiva campagna sui jeans dove apparirà in topless. Da quel momento Kate Moss non si è più fermata, ha posato per le copertine di oltre 300 riviste e lavorato a centinaia di campagne pubblicitarie, posando per gli obiettivi dei più grandi fotografi, a cominciare da Herb Ritts che la sceglie per il Calendario Pirelli nel 1994.
Amori, divorzi, droga, anoressia, una figlia, Lila Grace Moss Hack che le assomiglia come una goccia d’acqua, e da ultimo la sua testimonianza al processo di Johnny Depp, di volta in volta la riportano sulle pagine dei tabloid. Ancora adesso, sempre con la sua «Britishness».


