Estate in mostra
Gli bastò un breve soggiorno per lasciare un segno profondo a Trento e dintorni, confine allargato tra mondo tedesco e italiano. Albrecht Dürer, artista e incisore di Norimberga, si trovò a Trento tra 1494-95, quando aveva 23 anni. Là dipinse splendidi acquerelli della città, dell’Adige, del Castello del Buonconsiglio, delle Alpi; gettò semi artistici che fertilizzarono un crocevia di culture, periferia che diventa centro.
Ce ne parla una mostra di assoluta bellezza: Dürer e gli altri. Rinascimenti in riva all’Adige. È aperta fino al 13 ottobre al Castello del Buonconsiglio, che con questo progetto volto a riaprire un periodo plurale (Rinascimenti, non solo Rinascimento) celebra i primi cent’anni da sede espositiva.
Curata da Bernard Aikema, Laura Dal Prà, Giovanni Maria Fara, Claudio Salsi, mette in luce quanto il Principato di Trento fosse culla d’un Rinascimento alpino durato dal 1470 fin oltre il 1530.
Con le opere di Dürer, in prestito da prestigiosi musei, sono esposti dipinti, sculture, disegni, incisioni di artisti quali Alvise Vivarini, Jörg Arzt, Marx Reichlich, Michael Pacher, Girolamo Romanino e altri. Approfondimenti vengono dedicati al principe vescovo Bernardo Cles e all’imperatore Massimiliano I, incoronato il 4 febbraio 1508, proprio a Trento.
Spostiamoci a Venezia, per una storia mai raccontata: quella dell'Uzbekistan. L’Avanguardia nel deserto (Ca’ Foscari, fino all’8 settembre, a cura di Silvia Burini e Giuseppe Barbieri), progetto declinato pure a Firenze, Palazzo Pitti. Si tratta di circa cento opere provenienti dal «Louvre del deserto», ovvero i musei Nazionale di Tashkent e Savitsky di Nukus. Una novità per occhi occidentali, opere erroneamente ritenute marginali rispetto alla nota avanguardia russa del Novecento (Kandinskij, Lentulov, Rodchenko), invece addirittura in anticipo su correnti artistiche europee. L’Avanguardia Orientalis, nelle opere di Volkov, Karachan, Kashina, Korovaj, Tansykbaev, Usto Mumin.
Tour de France non è solo il nome della corsa appena conclusa, ma il titolo di una mostra - fino al 29 settembre a Palazzo Tadea, Spilimbergo (Pn) - con immagini realizzate da Robert Capa e altri fotografi dell’agenzia Magnum. Oltre 80 fotografie che svelano la fatica degli eroi in bicicletta. Capa fu ingaggiato nel 1939, dalla rivista Match, e non si accontentò dei campioni, spostò l’obiettivo sul contorno: popolo plaudente, scorci di Francia che senza quelle immagini sarebbero perduti nel tempo, come le lacrime dei replicanti in Blade Runner, film di Ridley Scott. Foto di Capa, Guy Le Querrec, Christopher Anderson, Mark Power, Harry Gruyaert, Raymond Depardon e altri.
Cent’anni fa, il 29 settembre, moriva Giacomo Puccini. Per ricordarlo si può deviare verso la Villa Museo Puccini di Torre del Lago. Qui, dove il compositore visse oltre 20 anni, fino al 29 novembre sono esposti gli abiti originali delle eroine di Madama Butterfly, La Bohème, Manon Lescaut, Tosca e altri melodrammi. Creazioni della Casa d’Arte Cerratelli. L’esposizione è promossa da Fondazione Simonetta Puccini e curata da Diego Fiorini e Manuel Rossi.
Voliamo in Sardegna per la mostra al Museo Man di Nuoro: Diorama. Generation Earth (fino al 10 novembre). Nasce dallo smarrimento dovuto all’incuria ecologica e ambisce a raccontarci il mondo tutto, la sua genesi e il pericolo che il pianeta da noi alterato abbia se non i giorni, i secoli contati. Dipinti, sculture, video vogliono aprirci gli occhi.
Sull’Isola Bisentina, gioiello del lago di Bolsena recuperato dalla famiglia Rovati, dopo i restauri è stata aperta la Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, dove è allestita la mostra fotografica La dama dell’unicorno (fino al 3 novembre, a cura di Sofia Elena Rovati) per il cinquecentenario della morte di Giulia Farnese, sposa di Orsino Orsini e amante di Rodrigo Borgia, sorella di papa Paolo III. Le immagini sono di Manfredi Gioacchini.
Al Castello Sforzesco c’è tempo fino al 3 novembre per vedere Ballo&Ballo. Fotografia e design a Milano, 1956-2005. Attraverso l’archivio si rivive la stagione che ha reso Milano luogo elettivo per architetti e creativi. Erano i coniugi Aldo Ballo e Marirosa Toscani a realizzare le fotografie per riviste come Casa Vogue, diretta da Isa Tutino Vercelloni, immortalando nomi come Bruno Munari, Achille Castiglioni, Ettore Sottsass, Enzo Mari, Gae Aulenti e Alessandro Mendini.
Quando lo spirito italico cesserà la forza propulsiva? A giudicare da questi reperti, per fortuna mai.