Nel suo I libri di Jakub, la premio Nobel polacca racconta la figura di un falso profeta e manipolatore di coscienze, protagonista di una parabola dalla gloria all’infamia. La missione che si era dato: stabilire un nuovo ordine al posto di quello costituito. Ma al prezzo di qualunque abiezione. Una vocazione distruttiva che trova somiglianze nell’attualità.
La regola, oggi, è che non ci debbono essere regole. Il mantra ripetuto più o meno ovunque è che ci si debba ribellare, distruggere l’ordine costituito e ricrearne uno nuovo. Possibilmente un ordine che non sia naturale o tradizionale, ma pensato e edificato dall’ uomo in totale autonomia, facendo a meno di un creatore soprannaturale e trascendente. Si può ritenere che questa tendenza abbia origini recenti: è ciò che normalmente si chiama progressismo, ed è una forza che procede di pari passo al disincanto del mondo. L’idea dell’abbattimento delle norme può anche esser fatta risalire a movimenti più vicini a noi nel tempo: le scosse telluriche del Sessantotto, la controcultura americana, il pensiero che si è incistato nella Silicon Valley e simili. In realtà tutte queste idee sono figlie di un pensiero ancora precedente, molto più antico, profondo e inquietante. Si tratta di una potenza sovversiva nel senso letterale del termine, basata appunto sulla convinzione che si debba invertire l’ordine dato del mondo, ribaltare le gerarchie tradizionali e fare sedere l’essere umano sul trono di Dio.
Uno dei principali rappresentanti di questo pensiero, o meglio una delle incarnazioni più sconvolgenti della potenza sovversiva a cui accennavamo è stato Jacob (o Jacub) Frank, protagonista di quella che il grande studioso Gershom Scholem considerava una delle pagine più nere della storia ebraica. Falso profeta, agitatore, fondatore di una setta con ramificazioni in tutto il mondo, Frank si può considerare un anticipatore di molte delle peggiori tendenze del mondo moderno, a cui i suoi seguaci hanno provato ripetutamente a dare forma, tavolta con successo.
Questo personaggio sarebbe probabilmente – e forse anche giustamente – rimasto sconosciuto ai più se non fosse che una scrittrice premio Nobel, Olga Tokarczuk, anche lei polacca, ha deciso nel 2004 di dedicargli un corposo romanzo ora pubblicato in italiano da Bompiani. Si intitola I libri di Jakub ed esplora a fondo la figura di Frank, ma espungendone alcuni degli aspetti più sulfurei. Un ottimo sunto della biografia di Frank lo ha realizzato Francesco Cataluccio, uno dei più brillanti intellettuali italiani, in un articolo scritto lo scorso anno. Parlando del libro della Tockarczuk, Cataluccio spiega che «la storia fa riferimento a un episodio importante e controverso nella storia ebraica, legato all’eresia di Jacob Joseph Frank (nato Jakub Lejbowicz: 1726-1791), autoproclamatosi Messia, che condusse molti ebrei alla conversione forzata al Cattolicesimo». Vedremo tra poco quanto l’episodio della conversione sia rilevante. Prima però occorre notare come Frank potesse a sua volta contare su un precedente illustre (e altrettanto spaventoso).
«Frank era un seguace di un altro personaggio che si era dichiarato Messia: il mistico e qabbalista ebreo ottomano Sabbatai Zevi (1626-1676). Zevi nel 1666, infatti si convertì, forse perché minacciato di morte, all’islamismo. I suoi seguaci più fedeli, per superare lo shock, elaborarono una dottrina per cui questa apostasia confermava la sua qualità messianica: essa era un’apostasia necessaria perché il Messia doveva salvare il mondo attraverso l’errore, gettandosi a capofitto dentro l’impurità da redimere. Centinaia dei suoi seguaci lo imitarono, convertendosi in massa all’islam, o al cattolicesimo, restando però interiormente ebrei. Nel mondo della diaspora, soprattutto orientale, questa confusione dottrinale provocò un diffuso disorientamento, che non arrestò però la fascinazione verso il messianismo».
Senza la figura di Zevio, a cui Gershom Scholem ha dedicato molti e approfonditi saggi, non si comprende Frank. Un secolo dopo quel primo falso messia, dice ancora Cataluccio, «Jakub Frank proclamò di essere la reincarnazione di Zevi e anche del Re David. La sua predicazione rigettava la Torah e considerava validi solo gli insegnamenti della Qabbalah e dello Zohar, anche perché non in contraddizione con la dottrina cristiana della Trinità. Nel 1756, la corte rabbinica di Satanov condannò lui e i suoi seguaci per esser andati contro le leggi della morale ebraica e il congresso dei rabbini, tenutosi a Brody, promulgò una scomunica per eresia. Presentatosi come un perseguitato dagli ebrei, Frank ottenne l’appoggio di alcuni ambienti delle gerarchie cattoliche polacche e arrivò a farsi battezzare a Leopoli il 17 settembre del 1759, e di nuovo a Varsavia, il giorno successivo, con il re Augusto III come padrino. Poi Frank finì i suoi giorni sotto l’ala protettrice dell’Impero Asburgico e a stretto contatto con gli ambienti massonici».
Cataluccio coglie perfettamente la natura gnostica del proclama frankista. Jacob si proponeva come il profeta in grado di correggere le storture del creato: «Tutto il filone del messianismo ebraico di quel tempo fu attraversato da una forte vena esoterica, secondo la quale il mondo terrestre non è creato dal “Dio vivo e buono”, ma da una potenza del Male, che ha imprigionato le scintille divine nella prigione maligna della materia. La missione del Messia sarebbe proprio quella di liberare le scintille divine dalla materia. I “franchisti” hanno avuto una notevole importanza nel pensiero polacco anche nei secoli successivi». Ecco il punto più rilevante per la conformazione politica del presente. Da bravo gnostico, Frank descrive un mondo corrotto e si propone come risanatore. Ma il dramma è qui: come dovrebbe avvenire il risanamento? Attraverso il peccato. Egli perverte la regola secondo cui è tutto puro per i puri: ritenendosi puro, si sente in diritto di compiere qualunque abiezione, dalle orge all’incesto. Fino al passo senza ritorno: la conversione a una fede diversa, una conversione mascherata e di facciata.
La proposta di Frank, in buona sostanza, è la seguente: per salvarsi bisogna seguire fedelmente le regole del guru e violare tutte le regole per costruire un nuovo ordine. Potremmo dire che questa è la base di larga parte dei movimenti politici rivoluzionari degli ultimi decenni, che siano marxisti, genericamente progressisti, ecologisti eccetera… La sovversione odierna origina da lì, dai misteri sepolti nel passato. Olga Tokarczuck ne trae un romanzo affascinante e suggestivo, ma Frank rimane una figura da maneggiare con estrema cura: la personificazione del lato oscuro del nostro presente.