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Al Passalacqua ospitare è un’arte

Al Passalacqua ospitare è un’arte

Si chiama Passalacqua e si affaccia sul lago di Como. Ha appena vinto «l’Oscar» come miglior hotel al mondo. «Il nostro segreto? Far sentire gli ospiti a casa» spiega a Panorama il proprietario Paolo De Santis. «Quando passeggi fra saloni e giardini ti si apre il cuore». E si respirauna storia emozionante: In quelle stanze, infatti, hanno dormito Napoleone Bonaparte, Vincenzo Bellini e Winston Churchill.


«Diceva Steve Jobs che la felicità nella vita è fatta di puntini che si uniscono». Qui sono d’oro, creati dal sole che si riflette sul pelo dell’acqua davanti a Moltrasio (Como). Magia pura se osservata in una mattinata d’inizio autunno da uno dei sei terrazzamenti nel parco di Passalacqua, da poche settimane sul podio come miglior albergo del mondo secondo la classifica di World’s 50 best hotels. La dimora che ospitò Napoleone Bonaparte, Vincenzo Bellini mentre componeva Norma e La sonnambula, Winston Churchill mentre cercava i diari di Mussolini, oggi è la numero uno dell’hotellerie non solo italiana, affacciata su quel ramo del lago di Clooney a un’insenatura di distanza da Villa Oleandra.

Una sorpresa per Paolo De Santis, amministratore delegato di Meta, la società proprietaria di Passalacqua e del Grand Hotel Tremezzo, storico cinque stelle sempre sul «Comolake». Sorseggia un caffè nel giardino all’italiana, si concentra sul lago che brilla e ammette: «Quando l’abbiamo acquistata nel 2018, con mia moglie Antonella e nostra figlia Valentina, avevamo pensato che sarebbe potuta essere una casa speciale inserita in un contesto speciale. Ma non immaginavamo così unico. Qua è dominante la sensazione di spazi, luce e sole; quando ci passeggi ti apre il cuore. La realtà ha superato l’immaginazione».

Poi racconta com’è nata l’avventura: «Facevo un giro in barca proprio qui davanti con un amico e lui mi ha detto che il proprietario americano, il finanziere Jim Cantwell, stava vendendo la proprietà, che ci sarebbe stata un’asta privata. Quando siamo andati a vederla per la prima volta Antonella e Valentina hanno preso una direzione, io l’altra. Alla fine del giro, reincontrandoci, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo convenuto all’unisono: è un sogno. Con il cuore ne intuivamo le potenzialità. Certo che quando in asta la proprietà ci è stata assegnata ho capito che la mia vita si era fatta complicata».

Tre edifici e 17 mila metri quadri di giardini. La «Villa», il «Palazz» (le vecchie scuderie rimesse a nuovo da zero), la «Casa al lago»: 24 fra camere e suite per un massimo di 48 ospiti. Poiché non c’è solo il front ma anche il back, a curarsi di loro sono 90 dipendenti, due per ogni cliente, un multiplo elevato e molto raro in Europa. Il 2019 è l’anno delle progettazioni, nel gennaio 2020 partono le ristrutturazioni ma due mesi dopo viene tutto interrotto dal Covid. Passalacqua rinasce nel giugno 2022 e dopo 15 mesi vince la sfida mondiale. Spiega De Santis: «Più che un albergo o una villa è una casa. È vissuta come meta speciale per chi vuole regalarsi una villeggiatura come quella dell’alta borghesia dell’Ottocento impegnata nel Grand Tour italiano. Una casa inserita nella natura e nella campagna, un piccolo mondo con i giardini, il frutteto di meli e peri antichi, l’uliveto davanti alla palestra nella serra, un grande roseto rifiorente, il campo da tennis in terra battuta, la piscina e la Spa, ma anche il campo da bocce caratteristico nelle antiche magioni di vacanza. Per dire, nell’orto fra pomodori e gelsi abbiamo il gallo e le galline. Nell’eleganza ti senti a casa tua».

Passalacqua è un esempio vincente di imprenditoria famigliare, quella che in Italia riesce ancora a fare la differenza per l’originalità delle soluzioni e la cura del dettaglio. Quel luogo non assomiglia a nessun altro; la stessa sensazione ti coglie in alcuni hotel della costiera amalfitana, di Capri, di Portofino. «Le caratteristiche uniche fanno la differenza. Quel tipo di attenzione è considerato un valore aggiunto dall’ospite, che per noi è soprattutto americano, inglese, australiano, in generale anglosassone. Abbiamo curato Passalacqua più che casa nostra, l’abbiamo amata nell’arredarla. Alla fine ci siamo divertiti ed evidentemente la gioia traspare. In questi casi contano soprattutto l’armonia e poi il genius loci. Le proprietà, i giardini hanno un’anima; sta a noi la capacità nel cercare di farla emergere».

Una dimora storica progettata a Moltrasio nel Settecento sta in classifica davanti al Rosewood di Hong Kong, al Four Seasons di Bangkok, al Four Seasons di Firenze (9°), all’Aman di Venezia (14°), alle Sirenuse di Positano (20°). «Adesso comincia un’altra partita e il senso di responsabilità ci dice di rimboccarci le maniche». Eleganti saloni, scorci, librerie, pianoforti, sulle pareti gli affreschi di Andrea Appiani e un turbinoso Napoleone che osserva il passaggio da una stampa antica. Unica concessione all’eccentrico, la Fiat 500 «Spiaggina» arancione degli anni Cinquanta, con alimentazione elettrica. Come in ogni dimora antica che si rispetti c’è anche il passaggio segreto, un tunnel sotterraneo in pietra di Moltrasio che conduce al lago dove galleggia un Colombo 31 otto posti, ammiraglia di una piccola flotta d’epoca.

Ti fermi ad osservare il battello che scivola laggiù, la vegetazione prealpina, il piccolo paese alle spalle e Como all’orizzonte. E pensi che il merito di visibilità e notorietà è anche del contesto, di un luogo entrato in modo permanente nella classifica dei più visitati d’Italia con Venezia, Roma, Firenze, Positano, Capri, Portofino. De Santis identifica il punto di partenza: «George Clooney è stato determinate, il miglior amico di queste sponde. Prima del suo arrivo i proprietari chiudevano le ville e andavano in vacanza altrove. Ora la tendenza si è invertita e il piacere di trascorrere il tempo libero qui si è autoalimentato. Ho letto della possibile vendita di Villa Oleandra, poi smentita. Spero davvero che George rimanga. Gli dobbiamo molto, fa parte di noi». Fra la Villa e il Palazz c’è una grande meridiana a pavimento. È il regno di Daniela, la signora dei fiori, che ogni giorno addobba le camere e i saloni con mazzi di rose fresche. Boccioli, corolle, vasi. Le signore ospiti si fermano e vogliono imparare a fare i bouquet. Pane e tulipani, il tempo sospeso della villeggiatura. Unire i puntini è stata la vera impresa.

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