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La nuova passione del «bee keeping»

La nuova passione del «bee keeping»

Dalle app che permettono di adottare un alveare (e monitorarlo sullo smartphone) alle startup che realizzano il miele «on demand» o realizzano arnie da balcone passando per altre piacevoli declinazioni, come la spa che vaporizza il nettare. Le api sono protagoniste operose anche d’inverno.


Potere allo sciame. Anche se è quasi inverno e le api restano volentieri al riparo dentro al glomere – una specie di palla tiepida dove le operaie e la regina si rintanano in attesa della primavera – c’è chi rivolge alla cura dell’alveare un’attenzione speciale, che non segue le stagioni e fa bene all’ambiente.

Si chiama «Bee Keeping» ed è il movimento di tutela delle api che coinvolge stuoli di adepti ai quattro angoli del globo, inclusi aficionados d’alto rango, da Carlo III d’Inghilterra a James Middleton (il papà di Kate e Pippa), da David Beckham a Scarlett Johansson, da Robert Redford a Sting fino all’inossidabile Jane Fonda: tutti personaggi che, avendo a disposizione quel tot di bosco o di giardino, non disdegnano di ospitare qualche arnia per il consumo personale e di invitare i comuni mortali a seguire l’esempio.

In effetti, non è che l’Apis mellifera, la simpatica ape domestica dal cui lavoro (gratuito) dipende più del 70 per cento del cibo che arriva sulle nostre tavole, goda di ottima salute: fra Covid e clima pazzo, nel 2021 si è registrata la perdita dell’80 per cento dell’impollinazione e della produzione di nazionale di miele, in uno scenario peraltro già funestato dall’uso massiccio dei pesticidi, dal degrado degli habitat e dalla varroa, un acaro che infesta le apicolture intensive. Circola da tempo in Rete e sui social, dove il Bee Keeping raccoglie milioni di follower, una frase attribuita ad Albert Einstein: «Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita»: al di là delle diatribe sulla paternità del monito, il pericolo è reale. E il tempo stringe. Oltre 10 milioni di alveari sono scomparsi nell’ultimo decennio, l’annus horribilis è stato il 2008 e da lì – anche se la Fao oggi segnala un timido miglioramento – è stato un crescendo di sofferenza.

Non a caso nel 2009 è stata istituita in Italia, nell’ambito del progetto ApeNet, un’apposita rete di monitoraggio nazionale (www.reterurale.it) per conoscere lo stato di salute degli alveari e rilevare le cause dei fenomeni di mortalità di queste sentinelle ecologiche. Nel 2017 le Nazioni Unite hanno voluto sensibilizzare l’opinione pubblica istituendo la Giornata mondiale delle api e degli insetti impollinatori, mentre da noi la Giornata nazionale del miele (ne consumiamo circa un chilo e 700 grammi a testa ogni anno) è il 7 dicembre: un modo dolce e sano per richiamare l’attenzione sull’operato dei 73 mila apicoltori e sugli oltre 150 mila apiari registrati in tutta la Penisola, soprattutto in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna, che generano 2 miliardi di euro l’anno di valore sulla produzione agro-alimentare.

Cosa può fare il singolo «bee keeper» per contrastare il declino? «Un’ottima idea è adottare un alveare» suggeriscono Niccolò Calandri e Riccardo Balzaretti, fondatori della start up agri-tech 3Bee (3bee.com), che hanno sviluppato e promuovono la diffusione della tecnologia Hive-Tec, tramite la quale si riesce a monitorare l’alveare h24, sette giorni su sette. «Un sensore rileva temperatura, umidità, peso e spettro sonoro delle api, i dati sono poi trasmessi sul cloud dove vengono elaborati da algoritmi di intelligenza artificiale per diagnosticare in tempo eventuali anomalie e malattie» spiegano i due esperti, che dal 2017 a oggi hanno creato un circuito di 5 mila partner fra apicoltori, agricoltori e aziende.

Tramite Adotta un alveare 3Bee, chiunque può regalare e regalarsi a partire da 9 euro il piacere (sostenibile) di seguire su smartphone per un anno la vita di un alveare selezionato fra i 150 affiliati, e con il cofanetto Box 3Bee si aggiunge il miele, da 500 grammi a 5 chili, spedito a casa; c’è anche la possibilità di adottare un albero mellifero autoctono per aiutare 3Bee a ripopolare i boschi nettariferi, o di acquistare una casetta in legno Polly House da collocare sul balcone con un set di bozzoli di osmie, le api solitarie sub-alpine che nasceranno a primavera.

Nel nostro Paese è possibile trovare insolite qualità di miele da intenditori, come quello di asfodelo in Sardegna, di santoreggia in Abruzzo, di barena nella laguna di Venezia e di coriandolo in Sicilia e Calabria. Uno dei più pregiati fra i millefiori di montagna arriva dalle valli dell’Ossola, per la precisione da Masera, ai confini con la Svizzera e non lontano dal Lago Maggiore, dove Simona Negri e Francesco Sfratato hanno creato nel 2017 il loro Alveare Ossolano (alveareossolano.it): qui, in aree incontaminate dove le api vivono tra i 300 ed i 1.300 metri d’altitudine, si distilla anche l’idromele, la mitica «bevanda degli dei» prodotta dalla fermentazione del miele, già apprezzata dagli Egizi, dai Celti e dai Vichinghi. Durante il 2022, Sfratato, geologo e docente universitario, ha posizionato arnie dotate di telecamera che si possono osservare in tempo reale all’esterno e all’interno, collegandosi a www.beeinossola.it in qualunque momento e in assoluta sicurezza.

Fra i regali «bee keeping» da mettere sotto l’albero per il Natale 2022, non può mancare un corso di apicoltura, in presenza e online, magari abbinato a un’arnia Top Bar (apicolturatopbar.com): un modello in legno di forma orizzontale che invoglia le api a nidificare negli spazi cavi e non prevede l’utilizzo del foglio cereo. Per i food blogger è perfetta BeeOPak (www.beeopak.com), la pellicola ecologica per alimenti lavabile e riutilizzabile: l’idea è di Clarienvan de Coevering, una violinista olandese, che si è trasferita col marito in una cascina a Druento, nel Torinese, e di Monica Fissore, titolare di un’azienda agricola con noccioleto: le due si sono inventate la prima carta cerata made in Italy realizzata in cotone bio imbevuto con cera d’api, olio di nocciole Igp piemontesi e resina di pino.

Mentre l’alternativa al miele in vasetto è il bagno di vapore «honey» proposto dalle Terme Merano (termemerano.it), una goduria per tutti i sensi da assaporare in un ambiente ad hoc decorato con le cellette delle api, dalla tipica forma esagonale. Una sagoma perfetta in cui Rudolph Steiner, il padre dell’antroposofia, intravedeva un’energia speciale: la stessa che si ritrova nel quarzo e in certe molecole organiche, dalle quali dipende la vita sulla Terra..

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