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Loro meglio di lui

Loro meglio di lui

Carlo sale al trono, ma le signore del Palazzo – la sorella Anna e la moglie Camilla – appaiono sempre più figure cruciali per una monarchia stabile. Per esempio tenendo a bada le ire del sovrano, o provando a neutralizzare questioni familiari esplosive. Come la «diaspora» di Harry e Meghan di famiglia


Lui stringe mani e sorride in pubblico, ma strapazza lo staff per la stilografica che perde. Loro sospirano e tirano avanti con studiata nonchalance. Dio salvi le donne reali, perché il Regno ne ha bisogno. Soprattutto ora che il governo della neopremier Liz Truss affonda nelle sabbie mobili dei suoi errori di valutazione – la prima manovra economica, poi parzialmente ritirata, ha mandato in tilt i mercati – è importante che almeno il Palazzo non traballi, dopo la perdita della Regina.

Re Carlo aveva iniziato benino, condividendo il proprio lutto prima di tutto con i sudditi e concedendosi soltanto qualche ora di dolore privato, per poi mettersi alacremente al lavoro. La cerimonia d’incoronazione, la data ancora da annunciare, sarà all’insegna dell’austerity e dell’inclusione, in segno di rispetto per la crisi economica che attraversa il Paese. Epperò non sfuggono ai media nazionali quei suoi eccessi d’ira estemporanei, sintomo di una fragilità che solo le signore a lui più vicine potranno stemperare, fornendogli una formidabile stampella a cui appoggiarsi.

Del resto, è sempre stato così. Anna, la sorellina di soli 21 mesi più giovane, sono 72 anni che lo guarda con preoccupato cipiglio e lavora più di lui. Finita la scuola, nel 1968, ha iniziato la sua lunga carriera di «working Royal» e non si è mai fermata. Più di 20 mila apparizioni pubbliche, 387 lo scorso anno, due più di Carlo. «Her Royal Rudeness», «Sua Altezza Sgarbata», l’avevano soprannominata da giovane i tabloid nazionali che ben conoscono il suo modo di fare sbrigativo e senza fronzoli.

«Il figlio preferito» del padre ( come la chiamava affettuosamente il Principe Filippo) ha ereditato da lui la battuta tagliente assieme al senso del dovere della madre. «Tu, pussa via» era solita apostrofare da adolescente i fotografi che osavano interferire nella sua vita privata, come racconta la biografa reale Katie Nicholl. Al pubblico però, quel tratto di riservatezza nazionale è sempre piaciuto. Certo, per lei, in fondo alla lista dei candidati al trono (è soltanto 16esima in linea di successione) mantenere una forte indipendenza è stato più facile che per Carlo, ma la differenza è prettamente caratteriale.

Il fratello è sensibile, amante dell’arte e dell’orticoltura, riflessivo e facilmente adombrabile, sportivo quanto basta ad adempiere ai doveri di rappresentanza. Anna è stata il primo membro della Famiglia Reale a partecipare a un’Olimpiade, il primo a divorziare e risposarsi. E sicuramente l’unica a sventare un rocambolesco tentativo di rapimento con un temperamento, quello sì, degno di un re guerriero. «Ma neanche per sogno!» aveva replicato la principessa nel 1974, quando un uomo armato aveva bloccato l’auto su cui viaggiava insieme al primo marito lungo il Mall, intimandole di uscire.

I documenti declassificati dell’incidente rivelano che in un rapporto redatto per il Primo ministro Harold Wilson, Anna racconta di essersi così infuriata dal doversi trattenere dal colpire l’incauto aggressore. «È stato tutto così irritante» si legge nel documento «continuavo a dirgli che non sarei mai scesa dalla macchina. Ho quasi perso la pazienza con lui, ma sapevo che se mi fosse accaduto l’avrei colpito e a quel punto lui mi avrebbe sparato». Della serie, mai ingaggiare una diatriba verbale con la sorella del futuro re, si rischia di discutere così a lungo che poi si viene arrestati. Da allora, la vita pubblica dell’unica figlia della Regina, che vive nel Gloucestershire, è trascorsa sottotraccia, anche se costellata di impegni di rappresentanza. Per i due figli non ha voluto titoli reali, in modo da consentire loro una vita lontana dalle pressioni della Corona, e ha rafforzato il suo legame affettuoso con la Scozia, terra preferita anche dalla madre. Il che non guasta, ora che le spinte indipendentiste appaiono rinfocolate. Da sempre veglia sul fratello e come aveva previsto già nel 2019 un altro biografo, Phil Dampier, si avvia a divenirne la consigliera principale.

La Regina stessa era consapevole della forza dirompente della figlia, se l’ha voluta vicina nel suo ultimo viaggio, e Carlo appare in fondo ben contento di affidarle le grane familiari più scabrose. Secondo le indiscrezioni riportate dai giornali, il nuovo re ha incaricato proprio lei di «mettere al loro posto» quello scapestrato del principe senza titolo Andrea e i «Reali non in servizio», Harry e Meghan. «Chi meglio di Anna per sistemare affari così delicati?» hanno chiosato i giornali. Forse soltanto la futura Regina, Camilla ex Parker Bowles, che con la Principessa condivide un’infanzia dorata, un fidanzato (il primo marito Andrew usciva con Anna quando Camilla ha conosciuto Carlo), ed è riuscita a riconquistare il cuore di molti suoi connazionali scrollandosi di dosso l’etichetta di mostro rovina-famiglie rimastale appiccicata dai tempi del divorzio di Carlo e Diana. La sua rivincita di «bruttina stagionata» è passata attraverso anni di preparazione al ruolo attuale, non privi di difficoltà.

L’ultimo libro su di lei, a firma di Angela Levin (Camilla, Duchess of Cornwall), racconta che, prima del matrimonio con Carlo nel 2005, quando le fu chiesto di lavorare per alcune associazioni di beneficenza, la futura consorte dell’apprendista re abbia chiesto se era possibile rimandare l’impegno di qualche giorno, perché doveva vedersi con un’amica. Poi però, come conferma una delle sue confidenti più care, l’attrice Judy Dench, si è calata velocemente nel ruolo e ora lavora più del consorte. Non solo, con il suo naturale ottimismo è in grado di calmare le sue furie puerili, mediare con i dipendenti, fare squadra, rimanendo quel passo indietro richiesto dall’etichetta. Lui si prende i bagni di folla, lei adotta i cuccioli abbandonati del canile londinese di Battersea, si batte a fianco delle donne vittime di violenza e gestisce un club del libro online molto apprezzato.

La flemma rassegnata e impeccabile con cui ha fatto fronte alle intemperanze pubbliche del sovrano alle prese con le minime imperfezioni della macchina organizzativa del funerale di Elisabetta, la dicono lunga sul carattere della signora che, a differenza del marito – ombroso e solitario adolescente e poi adulto prigioniero di piccole ossessioni e grandi pigrizie – è sempre stata solare, rilassata e indipendente. Del resto, da una che all’età di 10 anni, nella classe della sua scuola a South Kensington è stata capace di affermare con orgoglio: «La mia bis-bisnonna (Alice Keppel, ndr) era l’amante del re. Praticamente siamo dei Reali», non ci si poteva aspettare di meno. La principessa Anna, se l’avesse conosciuta allora, ne avrebbe approvato l’arrogante sicurezza. E sarebbero diventate amiche.

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