Con tutta la riprovazione per il gesto offensivo, lo storico showman non è la versione lombarda di Harvey Weinstein. Ormai l’isteria collettiva è inarrestabile, una colata di appiccicoso moralismo, un’ondata di politically correct quasi esagerata.
Lo aveva detto Serena Bortone che quella sarebbe stata una giornata da libri di Storia. Si riferiva alla nomina della prima donna premaier. Invece la vita è cinica e crudele. Negli annali il 21 ottobre resterà il giorno della manomorta di Memo Remigi. Una rovinosa caduta: da amato chansonnier in giacca blu a laidone, che a 84 anni in diretta a Oggi è un altro giorno ha calato la manina fino a palpare il lato B della collega Jessica Morlacchi. Il video è diventato virale, come lo sputtanamento e il conseguente licenziamento da mamma Rai. Ovviamente il popolo social si è fatto trovare pronto con le pietre in mano per una lapidazione in grande stile: «Un gesto vomitevole», «Vecchio maiale», «Palpeggiare una donna è molestia, se non violenza sessuale», «Sei un molestatore e ti meriti la damnatio memoriae».
Addirittura? Ma se la damnatio memoriae non l’abbiamo concessa nemmeno a personaggi assai più squallidi. Con tutta la riprovazione per il gesto offensivo, suvvia, ora non possiamo trasformarlo in un lombardo Harvey Weinstein. Ormai l’isteria collettiva è inarrestabile, una colata di appiccicoso moralismo, un’ondata di porconamente corretto. Poi, come sempre accade, la nausea prende il sopravvento e il muro di netta disapprovazione verso il nostro «toccone» mostra le prime crepe. L’hashtag #iostoconmemoremigi inizia prepotente a farsi strada. Twitta Cruciani: «Un poveraccio di 84 anni lo state facendo passare come il mostro di Milwaukee». Trasformato senza pietà in Memo Dahmer. Anche Enrica Bonaccorti si schiera: «Ha sbagliato, ma non merita questo linciaggio. Non è un vecchio libidinoso come lo stanno descrivendo». Lui intanto dichiara: «Sono moralmente distrutto. Alla mia età non è facile superare il grave stato d’animo in cui la Rai, alla quale ho legato tutta la mia vita, mi ha ridotto». Parte la controffensiva: «A una di 82 anni per aver detto a una donna tr**a è bastato chiedere scusa», «Palpare non è possibile, ma anche i processi televisivi sono violenza».
Gira il meme in versione Mario Brega: «Questa mano po essere fero e poesse morta». C’è chi ricorda quando Benigni si buttò addosso alla Carrà: «Non mi pare che sia sparito dalla Rai, tutto sembrò una goliardata». C’è chi si appella alla parità dei sessi, ricordando che Mara Venier ha toccato il sedere di Biagio Antonacci. Due chiappe, due misure. Certo non sappiamo cosa sia passato nella sua mente durante la palpatina. Forse solo il ricordo di un tempo ormai svanito. Perché come ha detto Sgarbi: «È talmente vecchio che non è escluso che la mano sia scesa in modo involontario. Quando sei a quell’età se tocchi il culo di una ragazza è come se toccassi la sedia». Tombale: dopo queste parole sui sederi, o sulle sedie che siano, cala inesorabile il sipario.