È il mistico yogi tra i più seguiti al mondo (500 milioni di visualizzazioni su YouTube). La nostra «ingegneria interiore», assicura Sadhguru Jaggi Vasudev a Panorama, «è la chiave per armare il sistema immunitario».
«Per la prima volta nella storia dell’umanità abbiamo la capacità, la tecnologia e le risorse per far fronte a quasi tutti i problemi essenziali sul pianeta. Inclusi nutrizione, salute, educazione e ambiente. L’unica cosa che manca è la volontà umana di farlo accadere». Breve pausa, sorriso appena accennato, incorniciato dalla grande nuvola bianca della barba, e arriva la soluzione: «Perché questo avvenga, una certa consapevolezza inclusiva è necessaria».
È la parola di Sadhguru Jaggi Vasudev, 63 anni, mistico yogi fra i più ascoltati e letti al mondo, con un canale YouTube che ha 500 milioni di visualizzazioni (numeri da rockstar) e libri che il New York Times definisce bestseller. Con all’attivo interventi davanti alle platee dei potenti (Nazioni Unite, World Economic Forum di Davos, Camera dei Lord a Londra) e a quelle universitarie più problematiche ed elettriche di Oxford, Harvard, Stanford, Yale.
La sua Isha foundation nasce in India ma ha un respiro mondiale. Opera in 300 centri ed è supportata da 9 milioni di volontari, con l’obiettivo del benessere umano dell’anima ma anche del corpo: oltre 7 milioni di persone in 4.600 villaggi dell’India meridionale hanno ottenuto, attraverso il suo programma, assistenza medica gratuita e riabilitazione di comunità.
Mentre l’Italia non riesce a scrollarsi dalle spalle il panico (ieri da virus, oggi da vaccino) e la sua India sta lottando attraverso terribili sofferenze per la variante Delta, Sadhguru ha accettato di parlare con Panorama e di sottolineare come – per ripartire dopo l’emergenza sanitaria – sia necessario ridefinire il concetto di paura. «Il mondo presenta sfide già abbastanza serie. Non c’è bisogno di aggiungervi la nostra paura, qualcosa che produci nella tua mente. La realtà è dura, non rendiamola peggiore, moltiplicandola nel nostro cervello. Paura significa che, invece di creare il futuro, permettiamo alla nostra immaginazione di galoppare e descrivere il futuro in termini negativi. Paura e panico si diffondono molto più velocemente del virus. Devi decidere se vuoi essere parte della soluzione parte della soluzione o parte del problema. Se dieci persone sono impaurite e ti unisci alla loro infelicità, sei parte del problema. Se dieci persone sono infelici e riesci a creare un’atmosfera più leggera per loro e per te stesso, allora sei parte della soluzione».
Per evitare il panico sociale, dall’Oriente arriva la medicina: sviluppare un equilibrio interiore che potenzia anche il sistema immunitario e aiuta le attività respiratorie attraverso lo yoga. Anzi quella che lui chiama «l’ingegneria interiore dello yoga». Milioni di persone ne sono convinte, Sadhguru conferma. E celebri adepti come Will Smith, Mike Tyson, Tom Brady, Ozzy Osbourne, Gordon Ramsey, Jovanotti, Fabio Volo sottoscrivono. «Rimanere gioiosi, esuberanti e vitali è importantissimo, ci sono sostanziali dati medici che ci dicono che quando si è coinvolti nella vita in modo esuberante, il sistema immunitario e ogni aspetto del proprio corpo funzionano molto meglio del normale. È necessario non farsi prendere dal panico. Dobbiamo agire responsabilmente».
Facile dirlo, ma è durissima. Ce ne accorgiamo dopo 15 mesi di privazione della libertà individuale, ieri accompagnati dal counter dei contagi e dei morti, oggi dalla paura che il combinato disposto politica-sanità ci rinchiuda di nuovo in casa. Cosa ci resterà del Covid? È una delle domande più frequenti per Sadghuru negli incontri pubblici. «Come generazione, è il periodo più difficile che abbiamo mai affrontato. Una cosa di cui possiamo essere certi è che nazioni, imprese, istituzioni e individui affronteranno un terreno inesplorato dopo questo virus. Ma situazioni inaspettate non devono essere qualcosa che dobbiamo subire. Se presti attenzione, occasioni indefinite possono contenere un milione di possibilità. Questo è il momento di dimostrare quanto innovativa sia la nostra generazione. Tutti noi dovremo essere disposti a scendere dalle comode torri sulle quali stiamo seduti e ripensare i principi fondamentali di ciò che stiamo facendo».
Se il software è la nostra mente, l’hardware è lo yoga, «autostrada» per raggiungere gli obiettivi di equilibrio e serenità. Ma c’è un problema che lui affronta con ironia. «Sfortunatamente in Occidente se pronunci la parola yoga, la gente pensa che ti devi contorcere come un elastico o metterti a testa in giù. Lo yoga non è una forma di esercizio. La parola “yoga” significa unione. Oggi, la scienza moderna ha dimostrato che l’intera esistenza è un’unica energia. Quindi, se tutto questo è un’unica energia, come mai non ne fai esperienza come tale? Lo yoga è la scienza per comprendere il meccanismo umano dalle sue origini alla sua realtà ultima. Ti aiuterà ad avere più equilibrio interiore, a provare gioia per tua stessa natura e ti aiuterà a fare del tuo meglio. Non sarai migliore di qualcun altro, ma sarai il meglio che tu possa essere. Allora, sarai capace di gestire con grazia qualsiasi cosa la vita ti getti addosso».
L’armonia con la natura è decisiva ed è uno dei temi chiave del successo dei suoi libri. La gioia è alla portata di tutti, bestseller pubblicato in Italia dal Corbaccio e l’ultimo Karma, che in questi mesi lo yogi indiano sta promuovendo in California. Una vita itinerante alla ricerca della felicità, la mente fluttua e le gambe corrono.
La vera novità di Sadhguru è l’equilibrio fra la filosofia e la concretezza. Dopo aver studiato per 25 anni e con preoccupazione l’impoverimento dei fiumi indiani, ecco Rally for Rivers, un’iniziativa di grande respiro. «Fino a oggi abbiamo reso possibile la piantumazione di oltre 52 milioni di alberi. Questo ha aumentato la copertura arborea nel sud dell’India e ha creato un nuovo trend culturale, per il quale perfino in occasione di un matrimonio, invece di donare dolci e regali, le persone donano una piantina».
Il cuore dell’operazione è convincere gli agricoltori indiani ad adottare un sistema agroforestale che non impoverisca le foreste e consenta un’adeguata copertura arborea. «C’è stata una risposta fenomenale al progetto Rally for Rivers. Ha visto il sostegno di oltre 162 milioni di persone, di ogni ceto sociale. Le persone dei media e molti altri mi dicevano che questo movimento popolare è una pietra miliare nell’India post-indipendenza. Ci hanno inoltre assegnato lo status di Osservatore ambientale delle Nazioni Unite».
Dopo l’India gli Stati Uniti. Il guru del fare ha preso la motocicletta e ha attraversato il Midwest sulle strade blu (quelle meno battute), fra le meraviglie e le disperazioni delle nazioni indiane. «Quasi 18 anni fa» ricorda Sadhguru «ero in un luogo chiamato Central Hill Lake. Mentre mi trovavo in un piccolo cottage, sono uscito per una passeggiata nella foresta e mi sono imbattuto in qualcosa di molto strano: come uno spirito congelato di un nativo americano. È stata forse l’esperienza più dolorosa della mia vita. Non ho mai visto nessun essere in un tale stato di dolore, vergogna, risentimento, rabbia. Ho scoperto che quella regione si chiama il Sentiero delle lacrime, dalla deportazione dei Cherookee per ordine del governo degli Stati Uniti. Un viaggio a piedi centinaia di chilometri d’inverno in pessime condizioni climatiche. Ne morirono a migliaia. Il nostro centro negli Usa, di 16 chilometri quadrati, si trova all’inizio del Sentiero delle lacrime. È un posto bellissimo. Ma ad avermi attirato in quel luogo non è stata la bellezza, bensì il dolore».
Alla ricerca del karma in fondo alla pandemia, inseguendo la barba bianca che affascina i vip del pianeta. Un vasto programma, anche perché a sua volta Sadhguru assume l’allure della rockstar. È l’unica domanda che non gli piace, ma essendo parecchio zen la bypassa facilmente. «Essere una rockstar è un declassamento, le rockstar vivono una pessima vita, la mia invece è bellissima. Non sono né una roccia né una stella. Sono un essere molto umano, che ha fatto esperienza di se stesso oltre le limitazioni del proprio corpo».