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L’anti-drone di Kiev che viene dall’Italia

L’anti-drone di Kiev che viene dall’Italia

Per proteggersi dalle minacce provenienti dall’alto, l’Ucraina potrà contare su un sistema di difesa rivoluzionario costruito a Roma e capace di intercettare aerei, elicotteri e missili fino a 40 chilometri di distanza, colpendo più obiettivi contemporaneamente.


Kiev, Kharkiv, Zaporizhzhya, Sumy, Bakhmut… È lungo l’elenco delle città ucraine bombardate dai missili russi dall’inizio della guerra, oltre un anno fa. Interi quartieri rasi al suolo, edifici residenziali, ospedali, asili, per un totale di più di 10 milioni di ucraini sfollati, tra profughi esterni e interni. Difendere i cieli dell’Ucraina è il primo passo da fare per pensare a ricostruire una nazione martoriata. Il flusso di armi dall’Occidente è stato pressoché ininterrotto, ma finora insufficiente a proteggere la popolazione. È per questo che nasce Skynex, un sistema di difesa aerea di ultimissima generazione, probabilmente il più moderno al mondo.

L’idea del progetto risale a poco meno di un anno fa, quando alla Germania veniva rimproverato di non fornire il giusto sostegno all’Ucraina (Berlino era stata «amica» della Russia fino a poche settimane prima). Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha quindi deciso, anche per respingere le accuse, di assecondare le richieste del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che chiedeva all’Occidente nuove tecnologie militari. Ancora oggi, infatti, le minacce maggiori per l’Ucraina sono i missili e i droni. Negli ultimi giorni proprio Kiev ha subìto l’attacco missilistico più violento dall’inizio della guerra, secondo quanto ha affermato il sindaco della capitale, Vitali Klitschko.

Skynex sarà costruito in Italia, in una zona periferica di Roma chiamata «Tiburtina Valley» (cuore di una grande concentrazione tecnologica nel settore militare), nello stabilimento di Rheinmetall: importante azienda del gruppo tedesco attivo nel settore della difesa, che già ha contribuito al design dei carri armati Leopard 1 e 2. Skynex difenderà gli abitanti delle città, le centrali nucleari e i cieli ucraini da ogni minaccia aerea (al contrario di quanto riportato, ancora non è operativo sul campo: la prima consegna avverrà a fine 2023, la seconda fra un anno).

Rispetto ad altri strumenti analoghi, Skynex vanta moderni sensori radar, camere ottiche, comandi e controllo, munizioni intelligenti e tecnologia cannoniera, partendo dall’esperienza della storica azienda Oerlikon. Permette inoltre di ottenere il massimo risultato mantenendo contenuti i costi; questo perché le sue munizioni, a differenza dei missili guidati che spesso falliscono, hanno un detonatore per esplodere al momento giusto. I proiettili da 35 millimetri infatti, sparati alla velocità di circa 1.500 metri al secondo, non vengono condizionati dalle contromisure elettroniche. Per la fornitura di armi a Kiev, rappresenta quasi una rivoluzione. Fino a questo momento in Ucraina sono arrivati principalmente mezzi di seconda mano, spesso anche poco efficaci, mentre la nuova arma potrà intercettare aerei, elicotteri, missili fino a 40 chilometri di distanza colpendo più bersagli contemporaneamente grazie ai cannoni automatizzati a tiro rapido.

Le commesse di Skynex per l’Ucraina sono state finanziate dalla Germania, ma il motivo per cui si è deciso di produrle in Italia non c’entra con il veto svizzero di vendita alle Nazioni belligeranti (come ripetuto da diversi organi di stampa). Rheinmetall ha deciso di puntare sullo stabilimento romano per costruire il centro di eccellenza europeo per la difesa aerea. Rheinmetall Italia, che conta circa 2 mila dipendenti, di cui 400 nel sito romano, dagli anni Sessanta progetta e produce radar per la sorveglianza e l’inseguimento aereo. Non a caso è l’unica azienda italiana specializzata nella difesa che il premier ucraino Denys Shmyhal ha deciso di visitare lo scorso 26 aprile, quando è venuto a Roma per la Conferenza bilaterale per la ricostruzione del suo Paese (organizzata dalle autorità italiane). Il ceo dell’azienda, Alessandro Ercolani, ha mostrato a Shmyhal le ultime tecnologie realizzate. L’azienda vuole infatti contribuire alla ricostruzione dell’Ucraina nel settore dell’architettura di sicurezza, per renderla sempre meno vulnerabile. Un tema caro anche al governo di Giorgia Meloni, che ha coinvolto in questo 650 imprese italiane, sottolineando che Kiev ha bisogno di questi strumenti di difesa per salvare vite e infrastrutture. E adesso, con la prospettiva della fornitura di armi congiunte in Europa, non si esclude che le prossime commesse possano essere finanziate anche con i fondi di Bruxelles.

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