I «cartelli» messicani l’hanno fatto dilagare negli Stati Uniti. Ora questo micidiale oppioide sintetico si diffonde anche in Europa. Facendo prospettare fino a 200 mila decessi all’anno. Uno tsunami, come ammette la stessa Ue, a cui siamo impreparati.
Centomila morti l’anno per overdose da fentanyl, il potente oppiaceo sintetico, 50 volte più potente dell’eroina e 100 più potente della morfina, rischiano nei prossimi anni di non essere solo un record di Stati Uniti e Canada ma di entrare nelle statistiche europee del 2023. Sì, il fentanyl sta arrivando in Europa e a dirlo sono i primi, inquietanti sequestri di questa droga pronta a invadere il mercato di casa nostra. Ad agosto 2022 in Francia, nel dipartimento di Landes, ne sono state sequestrate dalla polizia 20 mila pasticche: appena 8,5 chilogrammi ma in grado di uccidere oltre 8 milioni di transalpini.
A differenza di droghe sintetiche come l’ecstasy, il fentanyl può causare la morte immediata se, per errore o volontà del trafficante, il dosaggio supera un milligrammo, valore che permette al consumatore di sviluppare una dipendenza. E a chi si chiede dove sia il guadagno per il narcotrafficante, che dalla lunga dipendenza del suo cliente ha finora tratto vantaggio, basta mostrare le nuove mappe di produzione di questa droga. Il fentanyl viene sintetizzato dai cartelli della droga in Messico, che usano precursori chimici provenienti da Cina e India e, più di recente, elaborati in loco da chimici latinoamericani al soldo dei narcos.
Per avere un’idea di come questo oppiaceo sintetico stia rivoluzionando la logistica del crimine, basti dire da un chilo di precursori, dal costo di 12 mila euro, si può ricavare mezzo milione di pasticche che sul mercato costano circa 30 euro a pezzo, per un lucro criminale di 15 milioni di euro. Inoltre in poco spazio si riesce a trasportare tantissima droga e non servono piantagioni come per la cocaina, una catena produttiva che aumenta costi e rischi. A chi pensa che le pasticche di fentanyl abbiano un prezzo troppo elevato per importarle in Europa, bisogna ricordare che i cartelli messicani già da qualche anno operano nel Vecchio continente. Quelli di Sinaloa e del Cártel de Jalisco Nueva Generación(CJNG), gli attuali maggiori produttori di fentanyl, dal 2015 hanno esteso la loro rete in Olanda. Prima del loro arrivo i narcotrafficanti olandesi avevano evitato di produrre metanfetamine, dagli effetti troppo devastanti rispetto alla loro produzione regolare di anfetamine, speed, ectasy, Mdma e Lsd.
Con l’arrivo dei messicani lo scenario è cambiato radicalmente, tanto che nel 2020 la polizia olandese ha sequestrato ben 32 laboratori di metanfetamine sul territorio nazionale e arrestato una ventina di «chimici messicani», capaci di produrle e di usare gli scarti per produrre la D-Meth, metanfetamina ancora più letale nei suoi effetti. Va anche ricordato che i cartelli del Paese centroamericano sono attivi in Europa anche nella individuazione di nuove rotte logistiche alle quale l’Italia non è estranea. L’operazione Halcon, nel 2019, aveva scoperto il tentativo del cartello di Sinaloa di utilizzare la città di Catania come nuovo hub per il traffico di cocaina dall’America latina.
Per questo gli esperti Usa di narcotraffico, come Bruce Bagley, poi caduto in disgrazia per questioni di riciclaggio, lo avevano predetto già tre anni fa: «Il fentanyl arriverà in Europa, è solo una questione di tempo». Secondo l’European Drug Report del 2022 «sebbene l’eroina resti l’oppiaceo illecito più consumato in Europa, vi è una crescente preoccupazione per il ruolo degli oppiacei sintetici quali il fentanyl». Se si diffondesse come negli Usa, potrebbe causare nel Vecchio continente oltre 200 mila morti per overdose l’anno. «Gli attuali sistemi di sorveglianza non documentano adeguatamente le tendenze nel consumo di oppiacei sintetici e, pertanto, si tratta di un settore in cui occorre migliorare la capacità di sorveglianza». In poche parole «lo tsunami sta per abbattersi sull’Europa ma ancora non si è attrezzati».
Per l’ex agente speciale della Dea (agenzia federale antidroga statunitense) Derek Maltz, tra i massimi esperti americani di fentanyl «quella che si sta abbattendo sugli Stati Uniti è una vera catastrofe che miete 9 mila morti al mese e di cui il governo sembra non volersi interessare». Anche il Washington Post ha denunciato il ritardo della politica sul tema. «I presidenti di entrambi i partiti hanno fallito nell’agire in modo efficace contro quella che è diventata la minaccia più incombente alla sicurezza nazionale» si legge nel durissimo articolo del quotidiano. «Il fentanyl oggi uccide più degli incidenti d’auto, dei suicidi o delle sparatorie. È la principale causa di morte dei giovani americani tra 18 e 49 anni».
I dati della Dea sono angoscianti. Nel solo 2022, l’Agenzia federale antidroga degli Stati Uniti ha sequestrato 50,6 milioni di compresse e 4,5 tonnellate di polvere di fentanyl, sufficienti per uccidere l’intera popolazione americana. Spesso tra le vittime si contano adolescenti che comprano online pasticche vendute come ansiolitici, ma in realtà contengono fentanyl. O peggio ancora, molti muoiono per aver acquistato marjuana o cocaina tagliata, a volte per errore del trafficante, con l’oppiaceo sintetico. «I cartelli messicani stanno aumentando la loro presenza logistica negli Stati Uniti per avvelenare i nostri giovani» aggiunge Maltz. «Hanno persino lanciato una linea di pasticche di fentanyl colorate che sembrano caramelle per attrarre i bambini».
Il tema della crisi degli oppiodi si è perso nel più generico e pericoloso dibattito sulla liberalizzazione delle droghe. Dopo che in molti Stati la marijuana è stata resa libera, ma senza eliminare il mercato nero del narcotraffico com’era nelle intenzioni, sta montando il dibattito sulla liberalizzazione di droghe anche più pesanti come la cocaina, di cui è a favore persino il settimanale The Economist. E pensare che l’attuale catena della morte cominciò negli Stati Uniti nell’apparente segno della legalità, con un antidolorifico oppiaceo – l’OxyContin – prodotto dalla Farmaceutica Purdue nel 1995. Originariamente destinato al pubblico dei malati oncologici terminali, un’aggressiva campagna di marketing della casa farmaceutica lo estese ai pazienti con dolori cronici. Risultato, una dipendenza senza precedenti che è stata la base su cui il mercato criminale ha deciso di proporre un oppiaceo sintetico ancora più potente, il fentanyl appunto. Nel 2021 la Purdue è stata condannata a pagare 4,5 miliardi di dollari ai familiari delle vittime per aver contribuito a causare la peggiore crisi di salute pubblica della storia americana.