L’ultimo caso è «l’Ares Gate», con lo scandalo al Grande Fratello Vip che coinvolge il produttore tv Alberto Tarallo. Ma sono molti i personaggi soggiogati e quindi manovrati da santoni e guru.
Fine settembre 2020. Su un divano bianco in finta pelle, davanti alle telecamere impietose del Grande Fratello Vip, due giovani figure di secondo piano del panorama catodico italiano discutono del loro passato. Si chiamano Adua Del Vesco e Massimiliano Morra, sono stati fidanzati per un breve periodo, entrambi appartenevano alla medesima scuderia, la Ares film di Alberto Tarallo, produttore di numerose fiction Mediaset. I due giovani raccontano dell’uomo come di un «lucifero», una specie di orco cattivo a capo di una «setta». Le loro affermazioni, finemente analizzate dai rotocalchi televisivi e dalle riviste scandalistiche, alimentano un polverone. Nasce così quello che, in modo non particolarmente originale, finisce ribattezzato come «Ares Gate». Si va a caccia di testimonianze, molti personaggi noti della tv che hanno gravitato nel piccolo universo Tarallo si confessano.
C’è chi, come Giuliana De Sio e Nancy Brilli, spiega di aver interrotto ogni rapporto dopo l’invito della casa di produzione a inscenare un flirt, o chi come Eva Grimaldi non rinnega il passato e ammette che il fidanzamento con Gabriel Garko fu creato «a tavolino 14 anni fa. Non c’è mai stato sesso, lui aveva bisogno di me e io l’ho sempre protetto». Per quanto le testimonianze sembrino più richiamare la corte di Lele Mora che le atmosfere di una setta, quest’ultima suggestiva ipotesi – alimentata dalle rivelazioni di un sottobosco televisivo molto incline al chiacchiericcio – acquista corpo. Alcuni fra i ben informati spiegano che si tratti della vendetta di un acerrimo nemico del produttore Tarallo e del suo compagno Teodosio Losito, morto suicida l’anno scorso. Altri inquadrano le dichiarazioni come una vendetta dei due attori, allontanati alla scuderia Ares e da carriere ormai traballanti. Di sicuro c’è che l’avvocato penalista Daniela Pesce, nominata da Tarallo, ha già preso le misure. «Questa storia» dice a Panorama «è ridicola. La nostra linea è molto chiara: abbiamo diffidato e denunciato Del Vesco e Morro con Endemol. Il mio cliente è molto triste. Il suo compagno gli manca, e questa storia lo ha decisamente turbato».
Anche una showgirl scoperta proprio da Tarallo mentre faceva la commessa, che preferisce non rivelare la sua identità, è incredula. «È stato il mio primo agente» ci spiega «ricordo quasi fosse ieri quando ha inventato il mio pseudonimo. Era un perfezionista assoluto. Molti, come me, gli devono la carriera. Io non so del presente, ma durante la mia esperienza non sono mai stata vittima né di un sistema né di una setta. Tutti i suoi artisti erano per lui come figli. Certo era molto presente nelle nostre vite, a volte anche troppo».
A una questione ancora tutta da verificare se ne sommano decine invece appurate, che attestano come la fascinazione dei capi carismatici sia potente e trasversale, in grado di conquistare con uguale potenza star internazionali e vip nostrani. Nel 2017, a riportare al centro dell’attenzione pubblica il fenomeno settario, che coinvolge secondo recenti stime ben 4 milioni di italiani, fu Michelle Hunziker. All’epoca la showgirl rivelò dei cinque anni vissuti a inizio Duemila in balia della maga Clelia e delle sue ferree regole, che la obbligavano anche all’astinenza sessuale e a stare lontana da chi possedeva potenziali energie negative, compresa la madre. Hunziker, dopo quella terribile esperienza, ha rivelato anche un altro dettaglio: «Nella setta c’erano direttori di giornali, conduttrici tivù, autori, magistrati». Sui nomi, però, ha preferito tacere.
Damanhur – comunità-stato a mezz’ora da Torino con propria lingua e moneta, dove i mille abitanti si ribattezzano con un nome di pianta e un cognome da animale – ha affascinato un artista internazionale come Sting, ma anche Daniele Bossari e Natasha Stefanenko. «Sono davvero tanti i personaggi famosi che hanno o hanno avuto frequentazioni con sette, maghi e santoni di vario genere» spiega la psicologa Lorita Tinelli, con un’esperienza decennale nel campo. «Il mondo dell’arte in generale è caratterizzato da fragilità fluttuanti, da stress legati alla sovraesposizione mediatica e alle aspettative del pubblico. Tutto questo fa fatica a conciliarsi col quotidiano e con gli eventuali pregressi irrisolti. Le sette garantiscono agli artisti rassicurazioni e interpretazioni possibili della loro vita. A loro volta ricevono gratuitamente dei testimonial, che invogliano ad aderire allo stesso percorso». Naturalmente non sempre lo scambio è reciproco: se il guru ha chiaro il suo potere, l’adepto vive la relazione subalterna spesso con una scarsissima, se non nulla, lucidità.
Si tratta di un ruolo secondario che trova il suo apice nel 1968 quando, in uno sperduto paese dell’India del Nord chiamato Rishikesh, arrivarono i cinque uomini più famosi del Pianeta. Erano i Beatles che, trascinati da George Harrison, si fermarono nell’ashram Maharishi Mahesh Yogi per seguire un corso di meditazione trascendentale.
L’elenco degli artisti che hanno accarezzato il fuoco dei culti distruttivi è interminabile, e in continuo aggiornamento. Si va dall’attrice Michelle Pfeiffer, adepta del respiranianesimo, a Winona Ryder che viveva in una comune della Rainbow Family, organizzazione presente anche in Italia: vivono nei boschi e praticano sesso libero. «In uno degli ultimi incontri che si è tenuto a Crognaleto (mille anime in provincia di Teramo, ndr)» racconta la mamma di una seguace «hanno vietato di indossare le mascherine». Sarebbe stato un ostacolo tra l’io e la natura. «Soprattutto è Scientology a essersi specializzata nel rastrellare celebrità» dice lo psichiatra Luigi Corvaglia, presiente del Centro abusi psicologici (Cesap). «Oltre ai celeberrimi casi di Tom Cruise e John Travolta, tanti sono i nomi che hanno affollato le Chiese di Hubbard come le attrici Kristie Alley e Juliette Lewis o il musicista Beck».
In Italia in molti hanno attraversato la sede fiorentina che è stata ribattezzata, sulla falsariga di quella Hollywoodiana, Celebrity centre. «Ancora mi sento responsabile per aver aiutato l’organizzazione ad arrivare in Italia» riflettono insieme lo stilista Claudio Lugli e sua moglie, una carriera da modella, Renata Fruscella. I due, dopo aver conosciuto l’organizzazione negli Stati Uniti, hanno collaborato alla creazione delle sedi italiane. «Non ce lo perdoneremo mai».
Eppure, fra l’onnipotenza di celebrità globali e il senso di vuoto proprio del mondo dello spettacolo, si insinuano anche altri sentimenti. «Le promesse di auto-miglioramento, che sempre fanno parte dell’offerta dei culti, toccano un tasto sensibile in molti vip» prosegue Corvaglia. «Il guru avvicina una persona di successo in un momento di difficoltà e gli chiede: “Sei famoso e ricco, ma sei felice?” Oppure: “Hai avuto successo, ma che ne dici di cambiare il mondo?”».
Pare essere stato questo il copione dell’organizzazione NXIVM, che ha recentemente sconvolto gli Stati Uniti per la ferocia in cui venivano trattate le adepte (Hbo ne ha appena ricavato la serie The Vow). All’inizio l’organizzazione, fondata nel 1998 da Keith Raniere, vendeva corsi di auto-aiuto e sviluppo personale a membri di Hollywood, ereditiere e amministratori delegati. Il crescente successo e la straordinaria fortuna economica, alimentata dai costosissimi corsi proposti (2.700 euro il più economico, durata di cinque giorni), hanno sostenuto il culto della personalità del guru che per circa vent’anni ha proseguito la sua scalata alla manipolazione.
Almeno fino alla nascita del gruppo DOS – Dominus obsequious sororium (Padrone della donna schiava). Le donne coinvolte erano umiliate nei riti pubblici, costrette a digiuni estenuanti, obbligate a essere disponibili 24 ore su 24 per il santone, ridotte a schiave sessuali e marchiate a fuoco come bestie. Ancelle predilette di Raniere erano le star tv come Allison Mack e Kristin Kreuk di Smallville o Bonnie Piesse di Star Wars. A loro, più che alle altre adepte, era richiesta sottomissione e devozione. Perché la setta, quando incontra il vip, se ne nutre fino ad annullarlo.