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Porpore di vergogna

Porpore di vergogna

Gli scandali di pedofilia che coinvolgono alti prelati e i dossier degli 007, la riforma della Curia che non parte e la minaccia di uno scisma della chiesa tedesca. Per il Papa è l’ora più difficile.


La porpora è il segno della potestà cardinalizia, ma Oltretevere sta diventando anche il colore della vergogna. La Curia non è mai stata come ora in balia del sospetto, della vendetta e la Chiesa appare sempre più smarrita. È un’escalation che è arrivata a toccare anche il Papa emerito Joseph Ratzinger sospettato di aver coperto, quando era cardinale di Monaco, preti pedofili.

Ma è lo stesso sospetto che tocca Reinhard Marx, il più pressante e potente consigliere del Papa, il cardinale tedesco da cui dipendono i bilanci del Vaticano sempre più in rosso, l’uomo di punta dell’ultrasinistra cattolica, il quale da una parte fa mostra di contrizione, dall’altra incoraggia lo scisma della chiesa del suo Paese ormai quasi inevitabile.

L’ultima spia che si è accesa è l’emorragia di suore: se ne perdono 3 mila all’anno; buttano il velo alle ortiche stanche di abusi, fiaccate nella fede. L’altro segnale è la penuria di fondi che assedia la Curia e le Nunziature. I fedeli non versano l’obolo, e forse hanno una qualche ragione vedendo come sono gestiti i soldi del pontefice; con il Covid i Musei Vaticani hanno smesso di rendere; la tanto attesa razionalizzazione delle spese operate con l’ascesa a plenipotenziario delle finanze di Juan Antonio Guerrero Alves, il gesuita fedelissimo del Papa, non dà i risultati sperati. E cresce il malumore di prelati e laici dipendenti della Santa Sede.

Il caso più recente è scoppiato a Radio Vaticana sottoposta a continui tagli con una serie di prepensionamenti «motu proprio» quando il Papa in visita ha apostrofato: «Ma in quanti vi ascoltano?». Come dire: il gioco – che fu allestito direttamente da Guglielmo Marconi – vale la candela? Jorge Mario Bergoglio aveva promesso una riforma radicale della Curia, ma non si è vista. All’ombra del colonnato del Bernini però si muovono fantasmi di una corruzione, anche morale, strisciante e si allungano le ombre delle spie.

Più che i messali in Vaticano contano i dossier. Con tanto di ricatti incrociati e l’argomento più usato è la pedofilia. Si è saputo – lo aveva già rivelato il processo per l’acquisto incauto da 300 milioni di euro del famoso edificio di Londra dove è imputato il cardinale Giovanni Angelo Becciu un tempo il «vice-Papa» – che la Curia è sottoposta al controllo delle barbe finte. Tutti sono spiati, tutto viene spiato: dai telefoni alle email, passando per i pedinamenti.

Francesco predica la Chiesa in uscita, ma ora sembra alle prese con le uscite da essa: per la penuria di vocazioni e le minacce scismatiche. Al centro la vergogna della pedofilia. È deflagrata in America, poi in Irlanda, in Francia, ma a fare rumore stavolta è un rapporto apparso in Germania. Il 20 gennaio lo studio legale Westpfahl Spilker Wastl per incarico dell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga, quella di cui è titolare Reinhard Marx, ha pubblicato un rapporto sui casi di pedofilia dal 1956 a oggi.

Emerge che Ratzinger in quattro casi non si è attivato e in uno di questi non ha denunciato un prete. In realtà, non si tratta di un vero caso di pedofilia e probabilmente Ratzinger non ne ha saputo nulla. Contro il Papa emerito si è scagliato il presidente della conferenza episcopale il vescovo di Limburgo monsignor Georg Baetzing che ha dichiarato: «Deve pronunciarsi, non deve tener conto di quel che dicono i suoi consulenti e in sostanza deve dire la semplice frase: ho delle colpe, ho fatto degli errori, prego chi è rimasto coinvolto di perdonarmi».

Francesco non ha speso una parola a difesa di Ratzinger. Ma è curioso che non abbia preso neppure in considerazione le colpe di Marx che pure si è accusato di almeno tre casi in cui è stato «distratto» e ha chiesto scusa ai fedeli. A difesa del Papa emerito è intervenuto il suo storico segretario padre Georg Gänswein, che nel suo ultimo libro Testimoniare la verità sostiene che «Ratzinger questo ha fatto: sempre servito la verità».

Secondo il già prefetto della Fede cardinal Gerhard Müller – giubilato da Francesco senza un perché – questo attacco a Ratzinger è «il tentativo di mettere fuori gioco la tradizione della fede e concedere tutto agli scismatici tedeschi». Gli ultraprogressisti – assecondati se non guidati da Marx – sono ormai saldati quasi in un’unica confessione con i protestanti. Insomma, la Chiesa di Marx, che tiene sotto scacco anche Bergoglio attraverso il controllo delle finanze, marcia compatta.

Appena scoppiato il caso pedofilia, 125 tra preti e dipendenti laici della chiesa tedesca hanno firmato un manifesto in cui chiedono «matrimoni tra omosessuali, ammissione al sacerdozio non solo delle donne, ma anche di chi non ha un identità sessuale definita, l’abolizione del celibato dei sacerdoti che possono unirsi anche in matrimonio gay e la liquidazione di tutte quelle parti dottrinali ormai obsolete». O così, o sarà scisma.

Francesco si trova ora costretto a dover fronteggiare una pericolosissima deriva. Però lui ha usato la pedofilia per liquidare George Pell (il cardinale australiano conservatore che era stato chiamato a riorganizzare le finanze vaticane poi ingiustamente accusato di abusi e per questo anche incarcerato), ma non ha ascoltato le accuse contro l’ex cardinale di Washington Theodore McCarrick. Egualmente Francesco ha torchiato il cardinale Keith O’Brien scozzese – avrebbe abusato di seminaristi, ma non di minori – eppure non ha degnato di uno sguardo i pesanti dossier che chiamano in causa Edgar Peña Parra – ha preso il posto di Giovanni Angelo Becciu come sostituto alla Segreteria di Stato – un monsignore che ha una certa confidenza con i servizi segreti italiani.

Del pari Bergoglio ha nominato Governatore dello Stato Vaticano – dopo aver giubilato il cardinale Giuseppe Bertello, il penultimo degli italiani che era rimasto in carica – monsignor Fernando Vérgez Alzaga esponente di punta dei Legionari di Cristo, una delle congregazioni più chiacchierate. La fondò Marcial Degollado accusato delle più atroci nefandezze sessuali. A quelle accuse Bergoglio è sempre rimasto impermeabile.

Ci sono solo due chiese per ora non toccate dagli scandali sulla pedofilia: in Italia e in Spagna. Francesco riparte da qui per tentare di arginare lo smottamento del suo pontificato. In particolare, in Italia si cerca di costruire una nuova versione della Chiesa in uscita. Per questo il cardinal Gualtiero Bassetti lascerà il vertice della Cei. Il sostituto sarà il cardinale di Bologna Matteo Maria Zuppi. Vicinissimo alla Comunità di Sant’Egidio (da lì, secondo Enrico Letta, doveva venire anche il presidente della Repubblica con la candidatura di Andrea Riccardi), Zuppi dovrebbe tacitare i sospetti sulla Chiesa di Roma. E ce n’è tanto bisogno. n

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