Amii Stewart: "Vi racconto la disco music"
La cantante americana ha presentato il libro "La Disco. Storia illustrata della discomusic"
Parla l'interprete della hit Knock on wood
Oltre un milione di visualizzazioni in meno di ventiquattr’ore del video I’ll be there degli Chic dimostrano, più di qualsiasi discorso, l’attenzione e l’affetto che ancora oggi circondano la disco music. Un genere che negli ultimi anni ha avuto una clamorosa riscossa grazie all'album-capolavoro dei Daft Punk, Random Access Memories del 2013, rilanciando le quotazioni di Nile Rodgers e Giorgio Moroder, due paladini di quel periodo. Una conferma che la musica dance, per essere davvero coinvolgente, deve essere suonata, cantata e arrangiata a regola d'arte. Tutte qualità che ritroviamo nelle canzoni di Amii Stewart, guest star della presentazione a Roma del monumentale libro La Disco. Storia illustrata della Discomusic, scritto a quattro mani da Andrea Angeli Bufalini e da Giovanni Savastano per Arcana. Un’occasione, per la cantante, di raccontare alcuni gustosi aneddoti legati a quel periodo. Vediamo insieme, cliccando le frecce laterali, che cosa ha dichiarato.
Il libro
“Il libro mi è piaciuto molto. Quello che mi ha colpito di più è che non sembra che siano passati quasi 40 anni, mi ricordo come se fosse ieri alcuni episodi che sono raccontati. Sono sicura che questa storia della discomusic possa far capire anche ai più giovani l’energia e la magia che si respiravano in quegli anni”
Comformismo musicale
“Negli anni Settanta facevamo di tutto per distinguerci gli uni dagli altri, invece adesso i cantanti fanno di tutto per assomigliarsi. Davvero non capisco: è così bella la diversità”
Donna Summer
“Donna Summer è stata la mia cantante preferita , poteva fare qualsiasi cosa con la voce. Per un motivo o per un altro non ci siamo mai incontrate di persona, è un grande rimpianto che ho. Forse Donna non ha ottenuto tutti i riconoscimenti che meritava , anche se ha venduto più di 100 milioni di dischi. Lei è rimasta sempre legata alla disco music, anche quando avrebbe voluto fare cose diverse”
Sylvester
“Una sera del 1979 mi trovavo in America per una trasmissione in cui eravamo presenti tutti i protagonisti della disco. Sento bussare al camerino. 'Chi è?'. Era Sylvester. 'Senti, scusa, mi sono dimenticato il trucco, puoi prestarmi il tuo?'. Io gli ho dato tutto ciò che avevo. Quando l’ho visto era splendido: l’ho odiato per la sua capacità di migliorarsi in pochi minuti”
“Narada Michael Walden era quasi un fratello per me. Mi sono ritrovata con lui e con i Village People grazie a Facebook. Non capisco perché, se mandi una mail, nessuno ti risponde, mentre se mandi un messaggio su Facebook, ti rispondono immediatamente”
Giorgio Moroder
“Moroder è un genio, ma quando mi sono trovata a collaborare con lui, all’inizio degli anni Ottanta, non è stato un incontro indimenticabile. Pensavo che poteva tirare fuori a piacimento una hit come quelle di Donna Summer, ma scrisse una canzone che non era adatta alla mia corde. Evidentemente alcune canzoni, come I feel love, escono solo al momento giusto, quando devono uscire, e non sono ripetibili negli anni successivi”
Immagine
“C’è stato un periodo in cui i giornalisti mi chiedevano per prima cosa: 'Come ti vestirai stasera?'. Ho sempre giocato con i cappelli e con gli abiti, ma resto prima di tutto una cantante e mi dispiace quando l’immagine mette in secondo piano il resto”
Viaggiare
“Nel 1979, quando Knock on wood è arrivata ai vertici delle classifiche di tutto il mondo, non ho fatto altro che viaggiare. Conoscevo tutti gli aeroporti e gli alberghi in ogni dettaglio, ma non avevo mai tempo di vedere nulla. Appena arrrivavo a destinazione, mi portavano dove dovevo andare e poi di nuovo in albergo. E’ stato molto faticoso, più per la pressione mediatica che fisicamente perché, grazie al ballo, ho imparato a gestire le mie energie fisiche. Rispetto alla danza, cantare una canzone di tre minuti non è nulla”
Mike Francis
“Ero legatissima a Mike Francis, mi commuovo ogni volta che penso a lui. Francesco era la persona più buona e generosa che abbia mai conosciuto, forse anche troppo puro per questo ambiente”
Italia
"Ho avuto la possibilità di reinventarmi grazie all’Italia e a maestri come Morricone e Piovani. In America, se sei una cantante di colore, non puoi far altro che cantare soul, ma io volevo allargare il mio raggio d’azione. La prima volta che sono scesa dall’aereo a Fiumicino ho provato una strana sensazione, come di appartenenza. Non so come sia possibile, ma ho subito capito che Roma, dove vivo ormai da tanti anni, sarebbe stata una città importante per la mia vita”
Ennio Morricone
“Quella con Morricone è stata la collaborazione più importante della mia carriera. Ha un modo di guardarti così penetrante che ti senti a nudo. Quando ho inciso per la prima volta la canzone de La Piovra ho cantato malissimo. Gli ho detto: 'Maestro, non riesco a cantare se lei mi guarda' e lui, con la sua consueta ironia, mi ha risposto: 'Vabbè, io me ne vado, resta pure in studio fino a quando non hai finito'. Da allora, quando lavoriamo insieme, lui non è mai presente in studio di registrazione”