Dal Mondo
June 18 2022
I ricercatori dell'Institute for Strategic Dialogue (ISD) hanno condotto un'indagine biennale sull'ecosistema dei media online di al-Shabaab e dello Stato islamico in Africa, analizzando il ruolo delle testate giornalistiche "indipendenti" e le loro intersezioni con centinaia di reti di profili di amplificatori su Facebook collegati a una serie di pagine centrali che si identificano come «media» oppure «personalità dei media» operanti in somalo, swahili e arabo. I ricercatori hanno scoperto che la rete di supporto ad al-Shabaab e allo Stato Islamico si estendeva su diverse piattaforme, comprese applicazioni di messaggistica decentralizzate come Element e RocketChat e piattaforme di messaggistica crittografate come Telegram, nonché Twitter, YouTube e Facebook. Secondo il report dell’ISD esiste una macchina di propaganda online altamente coordinata che si basa su migliaia di reti di Facebook in lingua somala, swahili e araba profili e pagine per seminare i suoi contenuti sulla piattaforma. La ricerca, condotta tra il 2020 e il 2022, rivela che le entità affiliate ai due gruppi si atteggiano a «testate giornalistiche indipendenti» sulla piattaforma social media, tuttavia, queste risorse digitali vengono invece utilizzate per condividere propaganda terroristica con il pretesto di fornire notizie «obiettive» per influenzare il pubblico in Kenya e nella più ampia regione dell'Africa orientale. Il ricercatore Moustafa Ayad, che ha curato la stesura dell’indagine, ha dichiarato: «Le reti di supporto di al-Shabaab e dello Stato Islamico su Facebook hanno mostrato una notevole capacità di recupero. Sono diventati molto abili nel diffondere la propaganda su diverse piattaforme di social media».
Il think tank con sede a Londra ha raccolto i dati sulla crescita e l'impatto avuto da 30 pagine Facebook collegate ad al-Shabaab (8.000 account Facebook e cinque siti web di notizie) e allo Stato Islamico. Secondo i ricercatori «questa rete ha registrato un boom nel 2022, crescendo di circa il 41% negli ultimi quattro mesi, aggiungendo 12.500 follower al loro pubblico tra gennaio e aprile». I ricercatori menzionano anche che i contenuti diffusi da queste entità digitali sono spesso ottenuti da siti web che utilizzano database di archiviazione centralizzati di al-Qaeda come fonte per il loro materiale tanto che I siti web collegati ad al-Shabaab vengono quindi utilizzati per condividere il contenuto su Facebook. Secondo Moustafa Ayad «i contenuti delle pagine erano spesso un mix, o riproponevano le notizie dei media mainstream e i contenuti diretti dello Stato islamico, di al-Qaeda o di al-Shabaab. Si concentrano sulla diffusione della disinformazione attraverso un'apparenza giornalistica, mentre continuano a guidare il pubblico verso il più ampio macchinario delle sue piattaforme di comunicazione di propaganda estremista, cache di contenuti e influencer locali». Tra i siti citati ci sono Warbahinta Al-xaq o Truth Media che era la più attiva delle pagine di supporto della lingua somala che i ricercatori hanno identificato. La pagina ha accumulato 4.711 follower e ha affermato di essere «un media islamico indipendente il cui motto è verità e trasparenza». In realtà il sito non fa altro che rinominare in modo da aggirare le politiche di moderazione dei contenuti di Facebook i contenuti degli al-Shabaab per poi diffonderli sul social media. Altra pagina presa in esame è al-Hijrateyn media che diffonde messaggi dello Stato Islamico in lingua araba, swahili e somala. Inoltre, sulla pagina ancora attiva, vengono diffusi audio della durata di un'ora, notizie e fatwa (sentenze legali o decreti su punti di diritto islamico) e editti religiosi legati allo Stato islamico. Tutto questo è sfuggito ai controlli di Facebook visto che i contenuti sono stati continuamente condivisi da molti sostenitori al punto che sono quasi 84.000 le visualizzazioni sulla piattaforma.